NOBEL E NOVAX

Festeggiando il premio Nobel per la Fisica all’italiano Giorgio Parisi è utile ricordare oggi – alla luce dell’attuale pandemia – un passo della sua allocuzione inaugurale dell’Anno accademico 2018-2019 all’Accademia dei Lincei di cui era presidente: “ci sono forti tendenze antiscientifichenella società attuale, il prestigio della Scienza e la fiducia in essa stanno diminuendo velocementele pratiche astrologiche, omeopatiche e antiscientifiche (vedi per esempio NoVax o il negazionismo della Xylella come origine della malattia degli ulivi pugliesi) si diffondono largamente insieme a un vorace consumismo tecnologico. Addirittura una prestigiosa università italiana è arrivata ad ospitare un corso sulla agricoltura biodinamica. Non è facile capire fino in fondo quale sia l’origine di questo fenomeno; è possibile che questa sfiducia di massa nella scienza sia dovuta anche ad una certa arroganza degli scienziati che presentano la scienza come sapienza assoluta, rispetto agli altri saperi opinabili, anche nei casi in cui non lo è affatto. A volte l’arroganza consiste non nel cercare di far arrivare al pubblico le prove di cui si dispone, ma di chiedere un assenso incondizionato basato sulla fiducia negli esperti. Proprio il rifiuto di non accettare i propri limiti” aggiunse Parisi “può indebolire il prestigio degli scienziati, che a volte sbandierano un’eccessiva sicurezza, che non è fondata, davanti a un’opinione pubblica che in qualche modo ne avverte la parzialità di vedute e i limiti”.

LAICITA’?

A proposito di “parzialità” il quotidiano cattolico online “La nuova Bussola quotidiana”, pur elogiando il valore di Parisi come scienziato, ricorda un episodio doloroso: “Il neo Nobel per la Fisica Giorgio Parisi fu tra i promotori dell’iniziativa che impedì a papa Benedetto XVI di parlare all’Università La Sapienza nel 2008”.

Secondo la “Bussola” quella contestazione di vari professori (dell’invito fatto dal Rettore al Papa) fu un segno di “ignoranza” riguardo “al rapporto scienza-fede” e mostrò “intolleranza verso la libertà di pensiero”.

Anche secondo il filosofo marxista Costanzo Preve, con le motivazioni messe in campo – in nome della laicità – si fece “una ricostruzione fumettistica della storia dell’umanità, della filosofia e della religione”.

Contrapporre la Chiesa alla cultura è grottesco soprattutto all’Università La Sapienza di Roma che fu fondata proprio da un papa, Bonifacio VIII, con la bolla In Supremae praeminantia Dignitatis del 20 aprile 1303. Altri papi la arricchirono, nei secoli, di biblioteche e palazzi.

Sul portale della chiesa di S. Ivo alla Sapienza del Borromini, la chiesa dell’università romana, sta scritto: Initium sapientiae timor Domini” (l’inizio della sapienza è il timor di Dio). Il nome stesso di quella università è legato alla storia cristiana.

Sarebbe auspicabile una riflessione del mondo accademico su quella vicenda. Come pure, oggi, sulla necessaria cornice etica della ricerca scientifica, un tema caro a Benedetto XVI che nella visita ne avrebbe sicuramente parlato.

NO WUHAN

Il professor Joseph Tritto, che nell’estate 2020, col libro “Cina-Covid 19. La chimera che ha cambiato il mondo” (Cantagalli), fu tra i primi a segnalare i nessi fra il Covid-19 e le ricerche del laboratorio di Wuhan, sostiene che è indispensabile arrivare a trattati internazionali che impediscano sperimentazioni pericolose. Che ne dice il professor Parisi? Non pensa che tali esperimenti siano più minacciosi degli oroscopi?

 

Antonio Socci

 

Da “Libero”, 8 ottobre 2021

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