Continua l’attivismo politico di Bergoglio. Mentre questo articolo andava in stampa, il vescovo argentino ha ricevuto il leader della Cgil Maurizio Landini  e i due – scrive “Repubblica” – “hanno condiviso i rischi di derive autoritarie”. Curiosa condivisione fra il leader del sindacato storicamente legato alla storia del Pci e il monarca assoluto di uno stato teocratico  (lo Stato Vaticano) che sarebbe tenuto a rispettare lo Stato italiano (che è uno stato democratico)  e a non interferire nella sua politica. 

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Lo sfrenato attivismo di papa Bergoglio e dei vertici episcopali (la Cei), nella campagna elettorale delle europee, aveva – com’è noto – un solo obiettivo: sconfiggere la Lega di Salvini.

Memorabili due titoli del Fatto quotidiano: “Il papa è la vera opposizione a Matteo Salvini” e “Cei: ‘Votate tutti tranne Salvini’ ”.

In particolare dal Vaticano e dalla Cei si è cercato di convogliare i voti dei cattolici sul PD, su Leu, su “Più Europa” di Emma Bonino  (per la coincidenza di idee su UE, migranti e altro) e pure sul M5S  da quando Di Maio decise di fare campagna elettorale contro Salvini (un cardinale aveva confidato al “Fatto” che in Vaticano ormai “i Cinque Stelle sono di casa”).

Com’è noto l’appoggio bergogliano ha portato questi partiti alla sconfitta (i cattolici hanno in gran parte votato Lega).

Ma è significativo che proprio da questi stessi partiti, appoggiati alle elezioni da Bergoglio e dalla Cei, partiti che hanno posizioni molto laiciste sui temi etici, provengano i parlamentari che adesso hanno presentato una mozione al Senato in cui si propone di dare un colpo durissimo alla Chiesa Cattolica.

Infatti a 90 anni dal Concordato del Vaticano con lo Stato italiano essi avanzano quattro proposte micidiali contro la Chiesa.

La prima: abolire l’ora di religione nella scuola e sostituirla con un’ora obbligatoria di educazione civica.

La seconda: chiedere formalmente di avviare con la Cei la procedura per rivedere i criteri di ripartizione dell’otto per mille che sono stati finora vantaggiosi per la Chiesa (è ovvio che si avrebbe una pesante penalizzazione economica per la Chiesa).

La terza: rivederele norme sull’Imu degli immobili della Chiesa.

La quarta: dare attuazione alla recente sentenza della Corte europea per il recupero dell’Ici non pagata dalla Chiesa negli anni passati.

Si tratta di quattro colpi di maglio pesantissimi: nel primo caso cercano di colpire a livello spirituale e culturale, cancellando il cattolicesimo dalla formazione scolastica dei giovani italiani. Negli altri casi vanno a colpire quello che ai vescovi sta più a cuore (i soldi).

Ma – come dicevo – interessante è il nome dei parlamentari che hanno firmato tale mozione, perché provengono da quei partiti che sono stati votati dai cattolici di obbedienza bergogliana.

Questa mozione – che nasce da un appello lanciato a gennaio da un dirigente dell’associazione Luca Coscioni (vicina al partito radicale) fatto proprio da associazioni laiciste come l’Uaar – è stata depositata al Senato da Riccardo Nencini che è stato viceministro con Renzi e Gentiloni e nel 2018 è stato eletto nella coalizione di centrosinistra.

La mozione è stata firmata da Emma Bonino, di “Più Europa”, da Roberto Rampi e Tommaso Cerno (Pd), Maurizio Buccarella, Elena Fattori e Matteo Mantero (tutti M5S), Loredana De Pretis (Leu) e Carlo Martelli (già M5S, ora gruppo misto).

In tale mozione si spiega il motivo per cui intendono colpire così la Chiesa: “Tutti questi privilegi  per la Chiesa Cattolica contrastano con la crescente secolarizzazione della società italiana dove i cattolici praticanti sono circa il 30% della popolazione e scendono al di sotto di questa percentuale tra i giovani”.

Non si capisce perché mai l’ora di religione, che già oggi è un’opzione facoltativa, sarebbe un privilegio della Chiesa. E’ una libera scelta di famiglie e studenti che evidentemente si riconoscono nell’identità cattolica in percentuali molto più ampie del 30% (vicine al 90%).

Sarà interessante vedere cosa accadrà. E’ chiaro che Lega e FdI (come pure Forza Italia) difenderanno l’ora di religione spiegando che – nella formazione scolastica – è essenziale la conoscenza del cattolicesimo per capire la nostra storia, la nostra cultura, il nostro patrimonio artistico e spirituale.

Così però si esporranno agli anatemi, venendo bollati da sinistra come “identitari” e “sovranisti”. E siccome Bergoglio e la Cei – con la sinistra – da mesi tuonano contro gli “identitari” e i “sovranisti” cosa faranno le gerarchie?

Difenderanno almeno l’ora di religione a costo di trovarsi con i cattivissimi “identitari” di Salvini e Meloni? O staranno con quei partiti che i vescovi hanno fatto votare e che fanno la crociata contro la Chiesa Cattolica – al contempo – esaltando Bergoglio come loro simbolo nella lotta contro Salvini?

E’ significativa la firma di Emma Bonino che è – in assoluto – la leader politica più benvoluta da papa Bergoglio.

Fra la radicale, ultra abortista, e il papa argentino c’è un forte rapporto politico  che non ha paragoni con altri leader italiani.

Tutti ricordano la famosa e calorosa stretta di mano  fra la Bonino e il papa, immortalata dai fotografi. Un gesto significativo che Bergoglio ha fatto sapere di negare a Salvini (“non posso e non voglio stringergli la mano”).

Il papa argentino inorridisce di fronte a un politico che si dice cattolico, che mostra un rosario e il Vangelo invitando la sua gente a pregare la Madonna. Invece Bergoglio stravede per la Bonino.

Oltre alla stretta di mano, nel novembre 2016 le ha concesso addirittura una udienza privata (per parlare di immigrazione).

Quell’udienza privata che negò invece ai poveri familiari di Asia Bibi, venuti a Roma a cercare aiuto (e furono liquidati frettolosamente, fra tanti altri, in piazza san Pietro).

Poi c’è stata addirittura una lode pubblica  straordinaria. Bergoglio infatti, nel febbraio 2016, citò proprio la leader radicale e Giorgio Napolitano definendoli “i grandi dell’Italia di oggi”.

La Chiesa Cattolica di Paolo VI, di Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI, aveva sempre considerato la Bonino e il suo partito radicale come il nemico numero 1 essendo costoro i promotori di tutte le battaglie contro “i principi non negoziabili” (nemici come il comunismo).

Con Bergoglio, la Bonino diventa invece la leader politica più esaltata dal papa. E’ cambiata la Bonino? No. E’ Bergoglio che è agli antipodi di tutti i papi precedenti.

Che la Bonino non sia cambiata lo dimostra la mozione che ha appena firmato.

D’altra parte è di queste ore la notizia secondo cui Bergoglio ha ricevuto in udienza privata una delegazione della Cgil guidata dal segretario generale, Maurizio Landini.

Evidentemente a Bergoglio non importa nulla delleposizioni ultra laiciste che la Cgil ha su temi come l’aborto e le battaglie Lgbt.Lui va in sollucchero per le organizzazioni di sinistra.

Infatti è lo stesso Bergoglio che ha ricevuto in Vaticano il Centro sociale Leoncavallo, che ha ricevuto più volte Evo Morales (quello che gli regalò la gradita scultura con Cristo su Falce e martello ) e che – a Cuba – è andato a far visita a Fidel Castro  a casa sua, conversando amabilmente con il dittatore comunista a cui teneva fraternamente le mani.

Se si considera pure l’atteggiamento di estrema apertura che Bergoglio ha verso i regimi islamici e il regime comunista cinese, si può concludere che più che il papa dei cattolici è il papa di chi avversa i cattolici.

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Antonio Socci

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Da “Libero”, 16 giugno 2019

 

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