Questa agghiacciante intervista su Asia Bibi (vedi il link in fondo) va letta tenendo ben presente alcune perle di papa Bergoglio:

«Condividere la nostra esperienza nel portare questa croce per strappare dai nostri cuori la malattia che avvelena la nostra vita: è importante che facciate questo nelle vostre riunioni. Coloro che sono cristiani lo facciano con la Bibbia e coloro che sono musulmani lo facciano con il Corano. La fede che i vostri genitori vi hanno inculcata vi aiuterà sempre ad andare avanti»
(agli immigrati nella parrocchia del Sacro Cuore di Gesù a Roma, 19 gennaio 2014)

«Vi porgo, infine, i miei migliori auguri e preghiere affinché le vostre vite possano glorificare l’Altissimo e arrecare gioia a coloro che vi circondano. Buona festa a tutti voi!»
(Messaggio ai musulmani per la fine del Ramadan, 10 luglio 2013)

«Un pensiero lo rivolgo ai cari immigrati musulmani che oggi, alla sera, stanno iniziando il digiuno di Ramadan, con l’augurio di abbondanti frutti spirituali. La Chiesa vi è vicina nella ricerca di una vita più dignitosa per voi e le vostre famiglie. A voi: o’scià!» (Omelia a Lampedusa, 8 luglio 2013)

«ed è ammirevole vedere come giovani e anziani, donne e uomini dell’Islam sono capaci di dedicare quotidianamente tempo alla preghiera e di partecipare fedelmente ai loro riti religiosi. Al tempo stesso, molti di loro sono profondamente convinti che la loro vita, nella sua totalità, è di Dio e per Lui. Riconoscono anche la necessità di rispondere a Dio con un impegno etico e con la misericordia verso i più poveri..»
(Evangelii Gaudium, § 252 )

http://www.tempi.it/asia-bibi-gli-sposi-arsi-nel-forno-e-la-storia-del-bicchiere-dacqua-la-legge-sulla-blasfemia-serve-a-perseguitarci#.VIGWFTGG-XU

 

 

 

 

«Lo spazio è più bello di come lo avevo sognato fin da bambina. Vedere la prima alba dall’Iss mi ha tolto il fiato: il colore del sole è meraviglioso», lo ha detto Samantha Cristoforetti alla mamma nel primo collegamento dalla stazione spaziale.
qui il servizio e la fotohttp://m.ilmattino.it/m/mattino/articolo/PRIMOPIANO/1029010
Ma quello che mi ha più colpito è questo fermo immagine da cui si vedono chiaramente le icone che gli astronauti russi hanno esposto nella stazione spaziale (probabilmente il comandante russo Samokutyaev e l’astronauta russa, Yelena Serova).
E’ un’immagine potente che mi ricorda il mio caro amico Andreaj Tarkovskij e il miracolo del ritorno alla fede cristiana della Russia…
Un grande miracolo di Maria, foriero di grandi cose…
Foto: QUELLE ICONE NEL CIELO...

«Lo spazio è più bello di come lo avevo sognato fin da bambina. Vedere la prima alba dall'Iss mi ha tolto il fiato: il colore del sole è meraviglioso», lo ha detto Samantha Cristoforetti alla mamma nel primo collegamento dalla stazione spaziale. 
Ma quello che mi ha più colpito è questo fermo immagine da cui si vedono chiaramente le icone che gli astronauti russi hanno esposto nella stazione spaziale (probabilmente il comandante russo Samokutyaev e l'astronauta russa, Yelena Serova).
E' un'immagine potente che mi ricorda il mio caro amico Andreaj Tarkovskij e il miracolo del ritorno alla fede cristiana della Russia...
Un grande miracolo di Maria, foriero di grandi cose...

 

E’ notizia di queste ore. In Nigeria (per fare un solo esempio) 11 mila cattolici uccisi e 1 milione e mezzo di persone sfollate per sfuggire a Boko Haram. Ma papa Bergoglio – che tace sull’islamismo – continua a bastonare i cristiani.

 

BOTTE SUI PARROCI

 

L’altroieri è toccato ai parroci che sarebbero attaccati al denaro come trafficanti del tempio (“Quante volte vediamo che entrando in una chiesa, ancora oggi, c’è lì la lista dei prezzi”).

Fango generico e generalizzato su tutti, ingiustamente, che stavolta ha provocato una sorda sollevazione (lo stesso cardinale Bagnasco ha risposto che in nessuna chiesa italiana i sacramenti vengono venduti).

Un lettore indignato mi ha scritto:

“al di là di quello che si voleva dare come messaggio, ciò che è passato ai più (ed è ciò che conta in questo contesto) è che i sacramenti si pagano, c’è persino un listino prezzi e se lo dice il Papa allora è vero, non è una diceria degli anticlericali! Quindi non era un pregiudizio che i preti si fan pagare. Ergo, il papa è buono e i preti sono tutti avidi di soldi”.

Un’altra lettrice mi ha scritto scrive:

“io mi sono sposata, ho avuto tre figli, mai chiesto soldi né per matrimonio, né per comunione e cresime. Chi poteva dava un’offerta, chi non poteva anzi veniva aiutato. Il parroco dava le vesti ai bambini affinché tutti fossero vestiti uguali”.

E aggiunge:

“mai visto in vita mia un listino dei prezzi e ho girato tante chiese e santuari. Mi addolora un attacco così forte alla chiesa e ai suoi ministri. Per mia esperienza in tanti anni ho visto molti sacerdoti generosi che aiutavano le famiglie più povere. La mia parrocchia per esempio sostiene  mensilmente con viveri 70 famiglie. Certo, se le mancassero la offerte (volontarie) come potrebbe un parroco con 700 euro mensili aiutare i bisognosi?”.

 

ITALIA, CHIESA DI POPOLO

 

In Italia la stima popolare verso la Chiesa è grande. Si sa che i parroci sono uomini che donano tutta la loro vita a Dio e agli altri, che vivono con quattro soldi e ci sono sempre, per tutti, e aiutano tutti.

Le offerte libere e volontarie esprimono la gratitudine dei fedeli per i beni soprannaturali e gratuiti che ricevono in Chiesa (la salvezza di Cristo), che non potrebbero essere ripagati nemmeno con tutto l’oro del mondo.

Ma anche per l’educazione cristiana dei figli. E sovvengono ai bisogni materiali delle parrocchie, per le necessità delle chiese e della liturgia.

Sono un ottimo “investimento” anzitutto per la propria salvezza (“la carità cancella una moltitudine di peccati”), ma anche per il bene di tanti.

Tutte le opere della Chiesa sono state costruite per il popolo e con il popolo. A partire dalle cattedrali.

Celebre è il caso del Duomo di Milano di cui è stato appena pubblicato qualche registro delle offerte a cui partecipavano tutti, dalla povera vecchietta che donava un uovo alle meretrici della città (molto generose).

E i beni alimentari che affluivano per la fabbrica del Duomo andavano in una mensa dei poveri che provvedeva ai più sfortunati: proprio dalla formula latina “ad usum fabricae” è venuta l’espressione “mangiare il pane a ufo”.

Con la Chiesa tutti abbiamo sempre mangiato “a ufo” e sempre sarà così. Anzitutto il “pane” della salvezza, totalmente gratuito: Dio che è morto per noi, per la nostra felicità.

Ma anche il pane necessario al bisogno umano che non è solo fame materiale, ma anche solitudine, disperazione, malattia o bisogno di educazione.

 

BASTA MALIGNITA’

 

Lo Stato con la Chiesa ci ha “mangiato” più di tutti: lo stesso “otto per mille” ha la sua origine negli immensi espropri dei beni della Chiesa, frutto di secoli di donazioni. Espropri fatti dal neonato Stato italiano dal 1860 circa. Quindi l’otto per mille è solo un parziale risarcimento.

Del resto, secondo uno studio recente, le molteplici attività della Chiesa fanno risparmiare allo Stato italiano circa 11 miliardi di euro l’anno.

E anche la sua semplice presenza ci arricchisce: per esempio nel 2014 il turismo religioso nella città di Roma e nei santuari è stato valutato in 5 miliardi di dollari, unica voce in crescita in questo tempo di crisi nera.

Per non parlare delle missioni e di quello che la Chiesa, anche quella italiana, fa per i più diseredati del pianeta.

La mia lettrice, sconcertata, prosegue: “mi chiedo quando avrò il piacere di sentire papa Francesco parlare bene dei cristiani e della Chiesa”.

 

BERGOGLIO E I SOLDI

 

Purtroppo il bombardamento di papa Bergoglio non ha risparmiato nessuno. Ha “scorticato” i suoi predecessori con una sentenza affidata a Scalfari: “I Capi della Chiesa spesso sono stati narcisi, lusingati e malamente eccitati dai loro cortigiani”.

Ha poi sistemato gli altri ecclesiastici con continue accuse di fariseismo, chiusura a Dio e ancora peggio. Ma il bersaglio preferito su cui papa Bergoglio ama picchiare duro sono i semplici cristiani. Dalle omelie di Santa Marta escono come il ricettacolo di ogni meschinità. E così pure religiosi e preti.

In particolare Bergoglio ama parlare dei soldi. Io penso che la sua preoccupazione maggiore dovrebbe essere per la perdita della fede di intere generazioni e di interi popoli, la perdita di Dio. Dovrebbe esortare i sacerdoti a farsi in quattro per “conquistare” le anime a Cristo.

Invece il papa argentino batte soprattutto sul tasto dei soldi. In queste ore, pure su internet, si coglie il dolore e anche l’arrabbiatura di molti parroci i quali già devono fare i conti con l’ostilità delle élite culturali e sociali.

Di fronte alla “demagogia peronista” ricordano che ogni anno, nelle parrocchie, si raccolgono i soldi per l’obolo di San Pietro (offerte che vanno proprio al Papa).

E ricordando che il Vaticano di Bergoglio ha recentemente dato la Cappella Sistina alla Porsche per un evento pubblicitario. Pure se i fondi ricavati andranno ai poveri, era proprio necessario affittare un luogo così sacro per una pubblicità?

Facile prendersela con soggetti deboli come i parroci. Molti di loro, amareggiati, si chiedono perché papa Bergoglio non se la prende piuttosto – e con ragione – con soggetti forti come i vescovi tedeschi.

 

PARLI DELLA GERMANIA

 

La Chiesa tedesca è una vera potenza economica: la sola Caritas tedesca impiega 500 mila persone a tempo pieno, quando il gruppo Volkswagen ne ha 389 mila.

Tutto questo grazie alla Kirchensteuer, la tassa ecclesiastica che dallo Stato nell’anno 2012 ha convogliato sulla Chiesa 5,9 miliardi di euro. Una cifra sei volte superiore all’otto per mille della Chiesa italiana che pure ha un numero di fedeli doppio di quella teutonica.

Dove sta il problema?

Mentre in Italia si decide liberamente se devolvere o no l’otto per mille, in Germania quella è una vera tassa imposta dallo Stato a chi all’anagrafe risulta cattolico.

E’ dunque obbligatoria. La si può evitare solo uscendo formalmente dalla Chiesa con una gravissima conseguenza: “Un decreto della Conferenza episcopale tedesca ha stabilito che il rifiuto del contributo implica il venir meno, per il fedele, dell’appartenenza alla Chiesa” (Massimo Borghesi).

La tassa è una specie di condizione “sine qua non” per accedere ai sacramenti. Questa decisione è stata contestata dalla Santa Sede al tempo di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. Ma da papa Francesco nulla si è sentito.

I “progressisti” vescovi tedeschi sono molto bergogliani, sono stati fra i suoi principali sostenitori nel Conclave, hanno spinto il recente Sinodo verso l’eucarestia ai divorziati risposati e finanziano il Vaticano e le chiese del Terzo Mondo (America Latina compresa).
Ma perché papa Francesco, invece di strapazzare i parroci per motivi infondati, non prende di petto loro per questi seri motivi?

Il filosofo Robert Spaemann, amico di Joseph Ratzinger, ha osservato che in Germania “uomini che negano la resurrezione di Cristo rimangono professori di teologia cattolica e possono predicare in quanto cattolici durante le Messe.
Fedeli invece che non vogliono pagare la tassa per il culto vengono cacciati dalla Chiesa. C’è qualcosa che non va”.

Che dice Bergoglio?

 

 

Antonio Socci

 

Da “Libero”, 23 novembre 2014

Facebook: “Antonio Socci pagina ufficiale”

 

 

“Oggi il difficile non è l’accettare che Cristo sia Dio; il difficile sarebbe accettare Dio se non fosse Cristo” (J. Malegue)

ECCO IL RE DELL’UNIVERSO

Il suo trono è la croce. La sua corona, una corona di spine. E’ il Re onnipotente che lava i piedi dei suoi servi inginocchiandosi davanti a loro perché si lascino salvare, riscattati dal Suo sacrificio, guariti attraverso le Sue piaghe…

Foto: "Oggi il difficile non è l’accettare che Cristo sia Dio; il difficile sarebbe accettare Dio se non fosse Cristo"  (J. Malegue)

ECCO IL RE DELL'UNIVERSO

Il suo trono è la croce. La sua corona, una corona di spine. E' il Re onnipotente che lava i piedi dei suoi servi inginocchiandosi davanti a loro perché si lascino salvare, riscattati dal Suo sacrificio, guariti attraverso le Sue piaghe...

Continua

Ha fatto clamore la denuncia di oggi di papa Bergoglio contro “lo scandalo del commercio” nel tempio:
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“Io penso allo scandalo che possiamo fare alla gente con il nostro atteggiamento – sottolinea Papa Francesco – con le nostre abitudini non sacerdotali nel Tempio: Quante volte vediamo che entrando in una chiesa, ancora oggi, c’è lì la lista dei prezzi” per il battesimo, la benedizione, le intenzioni per la Messa. “E il popolo si scandalizza”.
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Non so se ce ne sono in Argentina, ma io francamente in Italia non ho mai visto una chiesa con un listino dei prezzi.
E giustamente il cardinale Bagnasco nel pomeriggio ha dichiarato che i sacramenti non si vendono e che nelle chiese italiane non ci sono tariffari e che le offerte libere dei fedeli servono a sostenere materialmente la chiesa. Come è giusto che sia.
Certo, la denuncia del papa sottolinea una questione vera (la gratuita della grazia e quindi dei sacramenti), ma in quei termini rischia di suonare come una denigrazione dei poveri parroci…
Segnalerei invece a papa Bergoglio un caso molto più sconcertante di cattivo rapporto fra i sacramenti e i soldi che riguarda la Chiesa tedesca.
Al tempo di Benedetto XVI la Santa Sede contestò queste decisioni dei vescovi tedeschi. Sarebbe il caso che papa Bergoglio si occupasse di loro, invece di mettere in imbarazzo i parroci.
Oltretutto lui conosce bene l’episcopato tedesco, perché è proprio quello, molto progressista, che è stato il suo principale sostenitore nel Conclave ed è stato il maggior sostenitore delle tesi kasperiane al Sinodo.
Ecco, in una pagina tratta dal mio libro “NON E’ FRANCESCO”, cosa accade in Germania:
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Con buona pace della proclamata «Chiesa dei poveri», la Chiesa tedesca è una vera potenza economica perché usufruisce di colossali entrate statali, dovute alla Kirchensteuer, la tassa ecclesiastica che nell’anno 2012 ha convogliato 5,9 miliardi di euro nelle sue casse.
Per capirci, è una cifra sei volte superiore all’otto per mille
della Chiesa italiana, sebbene la Chiesa tedesca sia composta
solo da 24,3 milioni di cattolici (meno della metà rispetto
all’Italia).
Anche il meccanismo è diverso. In Germania – con buona
pace della separazione fra Chiesa e Stato tanto decantata
dai progressisti – è una vera e propria tassa che viene imposta
a chi all’anagrafe risulta cattolico (come accade anche
ai protestanti a vantaggio della Chiesa evangelica).
Giustizia e rispetto della libertà vorrebbero che si trattasse
di una tassa a cui liberamente ci si sottopone, invece
è diventata praticamente una sorta di «supersacramento»,
superiore al battesimo, perché la tassa e l’appartenenza alla
Chiesa coincidono e ci si può sottrarre alla tassa solo se si
esce dalla Chiesa con la gravissima conseguenza di essere
considerati apostati ed essere esclusi dai sacramenti (compreso
il funerale in chiesa).
«Un decreto della Conferenza episcopale tedesca ha stabilito
che il rifiuto del contributo implica il venir meno, per
il fedele, dell’appartenenza alla Chiesa.»
Questa posizione inaudita è contestata dalla Santa
Sede (almeno nell’epoca Ratzinger) ed è particolarmente
sconcertante perché «allo stesso tempo la maggioranza
dell’episcopato tedesco spinge per una Chiesa “misericordiosa”
e “vicina al mondo”, con la richiesta di comunione
ai divorziati risposati, superamento del celibato
sacerdotale, allentamento dei “vincoli” in materia di etica
sessuale ecc.».
Il filosofo Robert Spaemann, amico di Joseph Ratzinger,
ha osservato che in Germania «uomini che negano la resurrezione
di Cristo rimangono professori di teologia cattolica
e possono predicare in quanto cattolici durante le Messe.
Fedeli invece che non vogliono pagare la tassa per il culto
vengono cacciati dalla Chiesa. C’è qualcosa che non va».

Continua

Il 9 novembre c’è stato un messaggio straordinario dato a Vicka. Una persona mi scrive: “E’ la prima volta che la Madonna a Medjugorje in 33 anni dice di pregare per la Chiesa, fino ad ora aveva chiesto di pregare per i sacerdoti, ma mai direttamente di pregare per la Chiesa”.

Io non so se è davvero la prima volta (dal controllo che hanno fatto persone esperte sembra proprio che sia così).
Ma certamente la Madonna in questo messaggio (sobrio, realistico, ben concreto e materno) si mostra molto, molto preoccupata per la Chiesa.
Io credo che questo appello vada preso molto sul serio (anche se ovviamente va sempre ricordato che si tratta di rivelazioni private, quindi non vincolanti per i fedeli e su cui ancora non c’è l’approvazione della Chiesa).

Ecco il messaggio:

“Cari figli ho ancora da darvi tanti messaggi, ma intanto iniziate a vivere i messaggi che vi ho già dato!
Aprite i vostri cuori e PREGATE PER LA CHIESA. LA CHIESA E’ TANTO BISOGNOSA DELLE VOSTRE PREGHIERE.
Andate nella Pace del Signore cari figli miei”.

La situazione della Chiesa evidentemente allarma la Madonna.
C’è qualcuno che La ascolta veramente? In quanti preghiamo con questo Suo cuore?

Continua

Shahzad Masih aveva 28 anni e sua moglie Shama, 25. Due giovani cattolici con quattro bambini. Lei era incinta del quinto.
Lui lavorava come operaio molto sfruttato in un mattonificio (il cui padrone, musulmano, lo aveva già brutalmente picchiato) a Kasur, vicino a Lahore, in quel Pakistan in cui i cristiani sono considerati spazzatura.
Il 4 novembre scorso i due giovani sono stati falsamente accusati di aver profanato delle pagine del Corano, torturati per due giorni, linciati da una folla inferocita e alla fine gettati in una fornace e bruciati.
Questi macelli non sono rari. E’ un orrore continuo che i cristiani subiscono da una popolazione e da uno stato che quotidianamente li umilia e li tiene sotto minaccia di morte (con la famigerata legge sulla blasfemia).
Non è uno staterello, il Pakistan. Ha la bomba atomica e conta 180 milioni di abitanti (la sesta nazione più popolosa al mondo e il secondo fra i paesi musulmani dopo l’Indonesia).
Il rogo dei due cristiani per la sua ferocia è riuscito ad arrivare anche sulle cronache dei nostri giornali. Ma non ha mobilitato nessuno, né persone, né associazioni, né istituzioni.

INDIFFERENZA

Qualcuno ha accusato l’opinione pubblica di essere rimasta più scandalizzata per l’inchiesta di “Report” sulle oche spennate che per la sorte di questi cristiani.
Così come a settembre fece scandalo per una settimana l’uccisione (involontaria) dell’orsa in Trentino, mentre passò quasi inosservata, nelle stesse ore, l’uccisione di tre suore italiane in un paese africano.
Tuttavia c’è chi ha replicato che lo stesso papa Bergoglio, pur intervenendo ogni giorno e più volte, ha taciuto su questa tragedia.
Se lui è il primo a non parlare di questi orrori (preferisce pontificare sui pettegolezzi nelle parrocchie, questione a cui ha dedicato decine di omelie), non si può accusare il mondo di insensibilità.
In effetti Bergoglio non ha mai voluto dire una parola neanche in difesa della povera Asia Bibi, madre poverissima di quattro figli che da cinque anni è chiusa in una lurida prigione dove viene sottoposta a torture indicibili e che è stata condannata a morte per impiccagione solo perché cristiana.
La povera donna scrisse al Papa, ma invano. Neanche la conferma della sua condanna a morte in corte d’appello nei giorni scorsi ha smosso Bergoglio, che è sempre molto timido e reticente quando si tratta dei musulmani.
E’ dovuto intervenire, tre giorni fa, impietosito, Kirill, il patriarca di Mosca e di tutte le Russie, per chiedere formalmente al Presidente del Pakistan, a nome della Chiesa ortodossa, la grazia per la cattolica Asia Bibi. Ma papa Bergoglio no.
Del resto tacque ostinatamente anche sul caso di Meriam in Sudan. Come sui tanti cristiani che in Pakistan vivono la stessa tragedia di Asia Bibi. E sulle violenze e gli abusi subiti soprattutto dalle ragazze cristiane.
Nelle omelie quotidiane di Santa Marta Bergoglio si dedica piuttosto a randellare coloro che considera “conservatori” (che sono poi maggioranza, come si è visto al Sinodo). E assesta colpi pesanti e continui sui cristiani in generale da lui dipinti ogni giorno come ricettacolo di tutti i difetti.
Eppure sono quegli stessi cristiani che egli, come pastore, dovrebbe difendere e confortare. Gli stessi cristiani che ad ogni latitudine subiscono, sotto ogni potere e ogni ideologia, persecuzioni, martirio e odio.

IMMENSO MARTIRIO

L’80 per cento delle vittime, per discriminazioni religiose, nel mondo, sono cristiane. Lo hanno confermato, proprio in questa settimana, due denunce pesanti: il “Libro nero della condizione dei cristiani nel mondo” (Mondadori) e l’annuale Rapporto dell’ “Aiuto alla Chiesa che soffre”.
E’ una tragedia che va avanti da anni. Io stesso pubblicai dodici anni fa “I nuovi perseguitati” e il panorama era identico. Come pure le cifre: centomila cristiani uccisi ogni anno a causa della loro fede che significa cinque vittime al minuto.
Il totale dei cristiani perseguitati si aggira sui 200 milioni e le notizie di atrocità e massacri – a volerle seguire – sono quotidiane. Basta leggere i resoconti dei reporter che sono andati a Erbil a parlare con i 30 mila cristiani profughi, che ancora sono esposti alla pioggia, alla fame e al freddo perché cacciati dalle loro case dai terroristi dell’Isis.
Ogni famiglia piange le sue tragedie: figlie catturate e vendute come schiave al mercato di Mosul, mariti e figli ammazzati, e poi crocifissi, sepolti vivi, sgozzati, donne stuprate.
Nei giorni scorsi è circolato il video sui miliziani islamisti che contrattavano il prezzo delle schiave. A volte si tratta di ragazzine. Vendute per poche monete.
E in Africa è la stessa tragedia. Sempre nei giorni scorsi si è conosciuta la sorte toccata alle 200 studentesse cristiane rapite in Nigeria da Boko Haram, stuprate, costrette a convertirsi all’Islam e al matrimonio forzato con musulmani.
E poi c’è la Siria. E gli altri Paesi islamici. Infine quelli comunisti. Con la Cina e il suo immenso Gulag che ha ingoiato anche eroici vescovi cattolici.
O quel disumano lager a cielo aperto che è la Corea del Nord dove migliaia e migliaia di cristiani sono semplicemente spariti nelle fauci del mostro.

IL PAPA DI TONI NEGRI

Dopo l’orrore dei cristiani bruciati in Pakistan il presidente del Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso, cardinale Jean-Louis Tauran, inorridito, ha detto a Radio Vaticana: “Si può rimanere così passivi di fronte a crimini dichiarati legittimi dalla religione?”.
No, non si può. Ma dovrebbe farlo sapere anzitutto a papa Bergoglio. Il cardinale si chiede angosciato: “la comunità internazionale non dovrebbe intervenire?”. Certo. E il Papa?
E’ la stessa storia dell’estate scorsa, davanti ai massacri dell’Isis. Il Papa non solo fu reticente, ma quando alla fine fu interpellato direttamente sul volo di ritorno dalla Corea volle sottolineare che non si dovevano usare la forza e i bombardamenti per difendere gli inermi minacciati di massacro dai criminali.
Un commentatore pur di sinistra come Adriano Sofri gli fece notare che ciò “lascerebbe alla loro mercé donne bambini vecchi e uomini, di tutte le fedi e nazioni”.
Certo Francesco ha parlato diverse volte delle persecuzioni. Vero. Ma sempre genericamente, ripetendo la stessa frase: “ci sono più martiri oggi che nei primi secoli”.
Mai però è intervenuto sui casi specifici o per fermare i massacri, mai ha condannato i carnefici chiamandoli per nome, mai ha attivato canali di intervento, mai ha nominato l’Islam o il comunismo, mai ha coinvolto la Chiesa.
Sembra non voglia pestare i piedi ai persecutori. Dei musulmani parla sempre come fraterni interlocutori a cui inviare gli auguri per il Ramadan.
Anche sul comunismo (il più sanguinario esperimento anticristiano della storia) dribbla le domande dicendo sempre che ha conosciuto militanti comunisti in Argentina che erano brave persone. “Chi sono io per giudicare?”.
Sfodera toni infuocati (e giudica) solo quando si scaglia contro il “liberismo selvaggio”. Il 28 ottobre ha ospitato in Vaticano vari movimenti noglobal, compreso il Leoncavallo e ha scagliato fulmini. Tanto che Fausto Bertinotti ha subito indicato in lui – venerdì sera, a Tg3 notte – il vero “rivoluzionario” del momento.
Bertinotti ha sottolineato che Bergoglio in quell’incontro – dove non ha fatto mai l’annuncio della salvezza di Cristo – “ha ripetuto una parola che nessun papa aveva pronunciato: lotta”.
In effetti Sandro Magister ha notato: “ciò che più colpisce di questo discorso è la sua stupefacente somiglianza con le teorie sostenute dal filosofo Toni Negri e dal suo discepolo Michael Hardt in un libro del 2002 che ha fatto epoca: ‘Impero’ ”.
La deriva noglobal insieme al disastro dottrinale tentato al Sinodo (che sarà compiuto al prossimo Sinodo) e a un governo della Chiesa fatto di defenestrazioni e “purghe” di chi è fedele alla tradizione cattolica, pongono oggi la Chiesa in una situazione tragica.
Non si tratta solo delle persecuzioni. C’è buio a Roma.

Antonio Socci

Da “Libero”. 9 novembre 2014

Facebook: “Antonio Socci pagina ufficiale”

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