CON LETIZIA CONTRO LA CASTA

Ma cos’ha fatto Fiorello? Orrore! Ha invitato i napoletani a disertare le urne se le loro strade non verranno finalmente liberate dalla monnezza. Grande scandalo. Il simpatico discolo, di colpo – per i politici di destra e di sinistra – è diventato un serio bersaglio polemico. Pure sui giornali.
Un intellettuale, di solito pacato e ironico come Edmondo Berselli, dalla prima pagina della Repubblica (19/2), ha tuonato che le proteste di Fiorello “hanno un immediato e deprimente sapore qualunquista. Un qualunquismo fuori moda e oltretutto promosso da uno studio della Rai, che è il luogo del servizio pubblico, sacrario della politica”. Ah, dunque etere o non etere, questo è il problema. Ma possibile che a Berselli non vengano in mente altre, precedenti “intromissioni” (comiche e giornalistiche) in televisione, addirittura a ridosso del voto? Possibile che non ricordi se – per caso – furono anche elogiate nei suoi ambienti intellettuali? Continua

L’OPERA DA TRE SOLDI

Negli anni ’60 e ’70, “è stato probabilmente lo scrittore più influente di tutto il mondo. Eppure Brecht era, e in parte rimane ancora, un personaggio misterioso, per sua precisa scelta e per volontà del Partito comunista, l’organizzazione che servì fedelmente”.
Paul Johnson scriveva queste cose nel 1988 e in effetti oggi un Brecht sorprendente emerge dai suoi diari inediti che stanno per essere pubblicati.
Li anticipa Der Spiegel, ripreso da Andrea Tarquini sulla Repubblica (12/2). Il celebre intellettuale comunista confessava a se stesso: “Nel mondo di cui auspico la nascita non mi trovo a mio agio”.
E nel ribollire delle grandi lotte sociali del 1928 annotava: “Non lo ammetto volentieri, ma disprezzo chi è infelice e in disgrazia”.
In compenso – ci fa sapere Tarquini – “Brecht amava l’edonismo borghese, quel bel vivere spesso rapace e insaziabile dei ricchi nella Berlino di Weimar che in pubblico egli additava al disprezzo morale”.
Andava pazzo addirittura per la cura del corpo! L’implacabile fustigatore dei costumi borghesi non ci fa una bella figura, ma Johnson non ebbe bisogno di queste rivelazioni per stroncare implacabilmente, già venti anni fa, lo scrittore “Premio Stalin 1955”. Continua

INTRISI DI CULTURA

L’ esperto Alessandro Amadori su Repubblica (11/2) loda la scelta del “piccolo borgo italiano” fatta da Veltroni per iniziare la sua campagna elettorale. Dopodiché ci informa che Spello è un “luogo intriso di cultura rinascimentale”. Più o meno è come definire Latina una città squisitamente barocca. Continua

I DIRITTI DELL’OMO

Per “non offendere” gli omosessuali presto sarà considerato riprovevole dichiarare di preferire i rapporti eterosessuali?
Sarà proibito anche dirsi “uomo” e “donna”? Non è così surreale come sembra: il Grande Fratello “politically correct” continua a cancellare i diritti degli eterosessuali.
Per esempio, il governo britannico vuole proibire nelle scuole l’uso delle espressioni “mamma” e “papà” perché secondo il ministro “ledono i diritti dei genitori omosessuali e favoriscono le tendenze omofobiche”. Assurdo? Giudicate voi.
Presto perderemo le parole papà e mamma. Diceva Oscar Wilde: “E’ già grave perdere un genitore, ma perderli entrambi rasenta la distrazione” Continua

ROMANO E IL PONTEFICE

Ha fatto riflettere la concomitanza fra l’Angelus di solidarietà al Papa, che ha cancellato la sua visita alla Sapienza per l’opposizione di alcuni gruppi di Sinistra, e il crollo del governo Prodi.
Il centrosinistra al potere non ha fatto una bella figura. E probabilmente il mondo cattolico se ne ricorderà… Se a Sinistra, invece di trastullarsi col cardinal Martini, avessero letto il più consistente De Maistre, avrebbero imparato che… “Qui mange du Pape en meurt”.
Comunque, in mancanza di soda cultura, bastava almeno un po’ di sana consapevolezza romana. Bastava che avessero visto “Il Marchese del Grillo”, dove la mamma dell’aristocratico burlone, interpretato da Alberto Sordi, avverte: “Onofrio, chi tocca il Papa finisce sempre col culo per terra”. Continua

FIACCHETTI

“Il docente anti-Ratzinger”.
Così il Corriere della sera (21/1) lancia un’intervista al matematico Carlo Bernardini, “ex senatore indipendente del Pci nel 1976 ” e primo firmatario della lettera dei 67 professori.
Guardando domenica mattina in televisione l’Angelus del Papa, con la moglie Silvia Tamburini (“altra ex docente di Fisica, fu lei il 28 giugno 2007 a investire Clio Napolitano accanto al Quirinale, ma questa è un’altra storia”, osserva Paolo Conti), il professore è lapidario: “Una provocazione questa di Benedetto XVI”.
Poi, dopo questo bel complimento, gli nega pure la qualifica di “collega”.
Qualche giorno prima, sempre al Corriere (16/1), aveva sentenziato, parlando di Ratzinger: “come filosofo un credente è un po’ fiacchetto”.
Così apprendiamo che Agostino d’Ippona, Boezio, Tommaso d’Aquino, Pascal, Rosmini, Kierkegaard, Bergson, Maritain, essendo “credenti”, secondo Bernardini erano “fiacchetti” in filosofia. Non fategli sapere che Galileo era un convinto cattolico… Continua

UNICUIQUE SUUM

– E’ un infortunio l’esordio del nuovo direttore dell’Osservatore romano, Giovanni Maria Vian.
Dopo il discorso del Papa che denuncia il degrado di Roma, discorso che è stato “corretto” dalla Sala stampa, Vian si allinea alla Sala stampa dichiarando al Corriere della sera (12/1) che il Papa sarebbe stato strumentalizzato “da politici contro altri politici”.
A dire il vero tutti, anche i media, hanno letto le parole del Papa allo stesso modo. Ma il neodirettore dell’Osservatore lo nega: “Per esempio” dice “non trovo che il Corriere della sera abbia scritto che il Papa attaccava le tre giunte di sinistra e neanche gli altri grandi giornali l’hanno fatto”. Continua

SANREMO

– L’Unità (7/1) ipotizza che Luigi Tenco “nel suo bellissimo brano ‘Ciao amore ciao’ si ispirò, almeno in un passaggio, all’inno della oggi scomparsa Germania Est”.
Dunque “i campi da arare, il grano da crescere” sarebbe ispirato a questo verso dell’inno della Germania comunista: “Lasciateci arare e costruire”.
In effetti quel regime “costruì” qualcosa di storico: il Muro di Berlino.
E’ sorprendente ciò che Aldo Colonna rivela nell’articolo: “Marcello Frezza, suo manager all’Rca, ricordava spesso come la difesa da parte di Tenco dell’Unione Sovietica e dei suoi satelliti fosse precisa e determinata e gli orrori staliniani erano di là dall’essere divulgati nonostante il rapporto Krushev (’56)”.
Cosa? Nel 1967 – anno di “Ciao amore ciao” – gli orrori comunisti sarebbero stati sconosciuti? Continua

IL BANAL GRANDE

Sul Corriere della sera (17/12) un articolo di Mark Lilla (estratto da “Micromega”) c’informa fin dal titolo che “La teologia politica minaccia l’Occidente”.
Non si capisce di cosa concretamente parli, né di quale teologia politica, né di quale religione.
Probabilmente l’Islam, ma che c’entrano allora cristiani ed ebrei che vengono perseguitati dai regimi islamici? Quanto al Novecento ci sembra di ricordare che la vera, grande minaccia alla democrazia e alla civiltà, per tutto il secolo, sia venuta non da una religione, ma da due ideologie atee che hanno fatto strage di ebrei e cristiani, macellati a milioni.
Perché non lo si tiene presente? Ebrei e cristiani sono stati le vittime sacrificali di comunismo e nazismo, le ideologie dell’ateismo, i loro nemici sanguinari.
Curiosamente Mark Lilla scrive: “Dopo la prima guerra mondiale ‘uomini nuovi’ ansiosi di abbracciare il futuro presero a produrre giustificazioni teologiche per le più ripugnanti – ed empie – ideologie del tempo, nazismo e comunismo”. Continua

CREDULONI

Sulla prima pagina della “Repubblica” il 5 dicembre si leggeva questo titolo: “La profezia del Dalai Lama: ‘Potrei rinascere donna’ ”.
Occhiello: “Sarebbe la quindicesima reincarnazione del leader tibetano”. Profezia? Reincarnazione? Il tutto scodellato senza virgolette, come se fosse ovvio che il Dalai Lama fa profezie e si reincarna.
E dove sono finiti i Lumi tanto spesso citati da Scalfari quando si tratta di attaccare la Chiesa?
La Chiesa Cattolica – che pure sottopone i miracoli, prima di riconoscerli, al responso della scienza e della medicina – viene fatta passare spesso dai laici per una comitiva di creduloni e superstiziosi.
Invece nulla del genere per le “credenze” su cui davvero sarebbe facile far lavorare la ragione critica (e anche l’ironia).
Del resto sono migliaia quelli che si fanno sedurre da dottrine di ogni tipo. Pare che anche qualche (ex ?) laicone coltivi certe dottrine orientali. Viene in mente una battuta di Chesterton: “Da quando non credono più in Dio non è che non credono a niente: credono a tutto”. Continua