Il Papa è così convinto dell’emergenza climatica che il 1° dicembre andrà a Dubai per la Cop28. Ma il professore Franco Prodi dichiara che, su questo tema, la Chiesa rischia di finire in un nuovo caso Galileo.

Il professor Prodi non è solo un cattolico, appartenente a una nota famiglia cattolica e progressista (è fratello di Romano, importante leader politico, e di Paolo Prodi, storico della Chiesa, docente universitario, membro dell’Accademia dei Lincei e fondatore del “Mulino”).

Franco è soprattutto uno scienziato del clima di fama internazionale, un docente universitario che ha diretto l’Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima del Cnr. Un vero esperto.

Diverse volte, in questi anni, si è mostrato sconcertato perché, su un tema complesso come il clima, i media e le più importanti istituzioni internazionali (perfino l’Onu!) hanno trasformato in autorità indiscussa la giovane Greta Thunberg: “Con Greta” diceva anni fa “siamo di fronte a un abbaglio mondiale”.

È dunque comprensibile lo stupore del professore per la pubblicazione (il 4 ottobre) dell’Esortazione apostolica “Laudate Deum”, con cui Francesco sposa totalmente le tesi della Thunberg.

L’Esortazione arriva ad affermare che “non possiamo più dubitare” e che “l’origine umana – ‘antropica’ – del cambiamento climatico non può più essere messa in dubbio”, trasformando così i discorsi di Greta in verità di fede proclamati dalla cattedra di Pietro.

Ieri, alla “Nuova Bussola quotidiana”, il professor Prodi ha dunque espresso il suo parere su questo testo pontificio: È un suicidio per la Chiesa, lo dico da fedele e con grande dolore. Si sta rischiando di creare un nuovo caso Galileo”.

Anche al tempo di Galileo, infatti, la Chiesa trasformò in verità di fede una tesi scientifica (la centralità della terra nel sistema solare). Galileo – secondo cui era la terra che girava attorno al sole – fu costretto ad abiurare, ma poi la sua tesi si dimostrò giusta e per la Chiesa fu una disfatta. Dovette lei fare mea culpa.

Da allora è evidente che la scienza è in continua evoluzione, sempre in discussione e mai una teoria scientifica può essere elevata a verità di fede.

Il professor Prodi, a proposito della “Laudate Deum”, ha aggiunto: “È scritta sposando interamente le tesi dell’IPCC, ma quando emergerà” la verità “la Chiesa non ci farà una bella figura”.

Poi ha spiegato: “Nel leggerla sono saltato sulla sedia. Almeno con la Laudato Si’ al capitolo 1 paragrafo 23, Francesco si prendeva qualche cautela alimentando il dubbio e dicendo che la scienza era divisa su certe posizioni, ma l’esortazione è interamente appiattita sul catastrofismo climatico. Io non so chi abbia consigliato il Papa, ma è stata sicuramente una pessima influenza”.

Naturalmente Prodi non nega affatto che il clima stia cambiando, perché sa benissimo – a differenza di chi crede che sia un fenomeno solo di oggi – che il clima è sempre cambiato, da quando esiste la terra e ben prima che arrivasse l’uomo, alternando periodi glaciali e periodi caldi (anche molto più caldi di oggi).

Ma, da esperto, lui conosce tutti i complessi fenomeni che incidono sui cambiamenti climatici e non si accoda all’idea semplicistica dell’Ipcc secondo cui sarebbero le attività umane a determinare il 97% di tali mutazioni (“Balle, balle. È un dato indimostrabile, un’impostura. La quantificazione dell’attività antropica è impossibile da misurare per la scarsa conoscenza di importanti aspetti fisici”).

Insieme a centinaia di altri studiosi ha firmato l’appello di Clintel per chiedere un dibattito scientifico approfondito sulla teoria del “riscaldamento per cause umane”, rivolgendosi anche al presidente Mattarella. Risposte?

“Non siamo stati degnati neanche di un riscontro. Il nostro tentativo era quello di ribadire che nel campo scientifico non c’è assolutamente l’unanimità di vedute che si vuole raccontare”.

Fra l’altro, tempo fa, il professor Prodi, insieme agli altri studiosi che hanno sottoscritto l’appello di Clintel, avevano chiesto all’Accademia dei Lincei, un confronto scientifico su questi temi. Ma è stato negato.

Così Carlo Giovanardi, già parlamentare e ministro, ha chiesto al Presidente dell’Accademia dei Lincei, Roberto Antonelli, di rivedere quella decisione. Antonelli, sentiti gli organi dell’Accademia, ha ribadito il no al confronto ritenendo certa e indiscutibile la teoria propagandata in tutto il mondo da Greta.

Ma siccome nel suo Statuto si legge che l’Accademia ha “lo scopo di promuovere, coordinare, integrare e diffondere le conoscenze scientifiche nelle loro più elevate espressioni nel quadro dell’unità e universalità della cultura. Inoltre fornisce – su richiesta e anche di sua iniziativa – pareri ai pubblici poteri nei campi di propria competenza; eventualmente formula proposte”, Maurizio Gasparri, di Forza Italia, ha presentato un’interpellanza al Presidente del Consiglio e al ministro dell’Università per sapere come approfondire le diverse opinioni in modo che il Parlamento sia informato prima di decidere su cose fondamentali “per lo sviluppo economico del Paese e la qualità della vita delle famiglie italiane”.

È utile il Green Deal europeo? Secondo Prodi “la finanza globale ha bisogno di dare un profitto a una massa enorme di danaro e lo fa imponendo la Green economy. Non darà nessun effetto sulle emissioni, ma metterà in ginocchio intere economie reali”.

Così gli scienziati che, con Prodi, hanno firmato l’appello di Clintel, hanno rinnovato l’invito al confronto scientifico all’Accademia dei Lincei: “Plaudiamo all’iniziativa di chi ha promosso quella interrogazione, visto che l’Accademia riceve sovvenzioni di denaro pubblico e visto l’interesse pubblico del tema sul quale essa rifiuta il confronto”.

Galilei fu membro dell’Accademia dei Lincei e fu difeso da essa, sebbene fosse in minoranza. Speriamo che anche stavolta i Lincei non si arrendano alle tesi ufficiali sostenute dai poteri internazionali, che si presentano perfino come verità religiose, ma difendano la libertà del confronto scientifico.

 

Antonio Socci

 

Da “Libero”, 17 novembre 2023

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