Nei giorni scorsi è scoppiata una guerra sul Natale nelle scuole. Ma il problema non è il presepe, è l’ignoranza e il dominio del “secondo me”.

Carlo Giovanardi ha giustamente ricordato un fatto dimenticato da tutti: “Il 25 dicembre, Natale, è una festività cattolica di precetto come tale riconosciuta dallo Stato anche agli effetti civili sin dal tempo dell’Unità d’Italia (decreto 17 ottobre 1860, n. 5342)”.

Faccio presente che il governo del Regno d’Italia a quel tempo era fatto di politici che erano in guerra con la Chiesa e una guerra molto dura, dopo le leggi Siccardi e quelle sulla soppressione degli ordini religiosi: uno scontro che portò anche alle scomuniche.

Eppure quella legge riconosceva la festa del Natale, la nascita dell’Uomo-Dio, come festa dello stato laico risorgimentale. Continua

Il processo iniziato in Vaticano contro i giornalisti Gianluigi Nuzzi ed Emiliano Fittipaldi, a quanto pare, lascia indifferenti i (solitamente fervorosi) paladini della libertà di stampa, i cantori dello stato di diritto e soprattutto i tanti vati della laicità.

Intellettuali, giornalisti e politici appaiono perlopiù distratti e muti: niente obiezioni, tanto meno appelli e proteste. Evidentemente trovano che sia tutto normale. Ma siamo proprio sicuri che lo sia?

Nei confronti di Nuzzi e Fittipaldi ognuno può nutrire simpatia o antipatia, ciascuno può avere il giudizio che crede sui loro libri relativi alle finanze vaticane. Ma è davvero normale che due giornalisti italiani vengano processati, in uno Stato straniero (qual è il Vaticano), per aver fatto, in Italia, il loro lavoro, in osservanza alle leggi italiane? Continua

C’è una “macchina del fango” in azione contro la Chiesa. E paradossalmente sta in Vaticano.

Ecco come titolava stamani “Vatican Insider”, il sito ultrabergogliano: “Francesco: La Chiesa non adori la ‘santa tangente’ ”.

E il sottotitolo: “Il Pontefice a Santa Marta: preti, vescovi e cardinali ‘non siano attaccati a soldi e potere’, stiano lontani dal degrado della ‘corruzione’ “.

Ci rendiamo conto della pesantezza di queste parole e del grave sospetto generalizzato che spargono?

Questo bombardamento bergogliano è ormai sistematico da tempo. Quale ne è il motivo? Sicuramente non quello di far pulizia.

Infatti Bergoglio ha un potere assoluto, immediato e universale su tutta la Chiesa: se dunque è a conoscenza di tangenti di ecclesiastici o altri abusi di questo genere, ha tutti i modi e i poteri per intervenire.

Oltretutto – a differenza di quello che accade nello Stato e nella Pubblica Amministrazione – il tipo di potere di cui lui dispone gli consente pure di allontanare (e subito) eventuali ecclesiastici scorretti o corrotti senza dover dare ragioni, anche solo per dei sospetti o delle voci, quindi può veramente fare quello che vuole.

Ma Bergoglio non fa questo.

Lui sembra preferire invece lo sputtanamento pubblico e generalizzato di tutti. Continua

Aspettavamo una parola, da papa Bergoglio, che sapesse andare oltre i balbettii dell’intervista a Tv2000 sulla strage di Parigi e oggi un suo discorso c’è stato.

Ma ancora una volta ci ritroviamo delusi dalla superficialità e dall’ambiguità delle cose che dice, che non comunicano uno sguardo veramente cattolico sul mondo.

E così, in questi momenti drammatici che viviamo, viene a mancare l’unica luce che potrebbe rischiarare l’orizzonte di tutti: la voce vera e profonda della Chiesa.

Nel discorso di oggi il solo concetto che ha espresso è stato questo: maledetto chi fa la guerra, la colpa è di chi vende le armi.

Se questo fosse vero basterebbe chiudere le industrie di armi e il mondo diventerebbe un paradiso terrestre. Come se il primo omicidio della storia non fosse stato consumato da Caino ben prima che fossero costruite le fabbriche di armi. Come se il problema fosse la ferraglia, anziché il cuore umano che usa tale ferraglia, così come usa bastoni, machete e pure le mani per fare il male. Continua

Il discorso bergogliano di Firenze ha d’un solo colpo cancellato il pontificato di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI riprecipitando la Chiesa italiana nel devastante marasma clericoprogressista degli anni Settanta, proprio gli anni in cui Paolo VI – isolato e inascoltato – denunciava il “fumo di Satana” entrato nel tempio di Dio e la furia autodemolitrice scatenatasi nella Chiesa. Quelli furono gli anni più cupi della storia della Chiesa italiana e ci stiamo tornando.

Bergoglio peraltro è così a digiuno di riferimenti culturali e privo di solide basi teologiche che in quel discorso fiorentino ha preso abbagli incredibili. Ho già segnalato quello sul don Camillo di Guareschi, un goffo autogol.

Il professor Pietro De Marco (QUI pubblicato da Sandro Magister con una breve introduzione) mostra pure come siano del tutto sbagliati e rovesciati anche i suoi riferimenti polemici a gnosi e pelagianismo.

Passano pochi giorni e arriva l’eccidio di Parigi… Continua

L’ennesima minaccia contro Roma, da parte dell’Isis, è nella rivendicazione della strage di Parigi. L’ultima di una serie. Sono minacce che sembrano prospettare quasi un colpo di mano su Roma, con stragi e distruzioni, più devastanti che a Parigi.

Si trova curiosamente uno scenario simile a quello minacciato dall’Isis, in diverse “rivelazioni profetiche” di mistici e apparizioni mariane. E si tratta di “profezie” scritte e pubblicate assai prima della nascita dell’Isis. Continua

Sulla strage di Parigi, Bergoglio è apparso timidissimo e fioco. Dov’è finita l’indignazione? E quel “vergogna! vergogna!” sfoderato contro gli europei colpevoli di non abbattere le frontiere? Dov’è la verve polemica con cui ogni mattina, da Santa Marta, bastona i cattolici accusandoli di fondamentalismo?

Nulla di nulla. Sulla strage di Parigi Bergoglio è riuscito solo a dire due parole di circostanza. Fra cui:
“Non capisco, ma queste cose sono difficili da capire”.

DIFFICILI DA CAPIRE? … E STUDIARE UN PO’ LA STORIA DELL’ISLAM PER CAPIRE COSA E’ L’ISLAMISMO O COSA E’ IL JIHADISMO ISLAMICO, NO? 
NON E’ DIFFICILE CAPIRE “QUESTE COSE” … MAGARI BERGOGLIO POTREBBE ANCHE LEGGERSI IL DISCORSO DI RATISBONA DI BENEDETTO XVI E IMPARARE… Continua

Chissà perché, per i fatti di Parigi, nessuno parla di ideologia islamista.
Chissà perché nessuno ricorda gli insegnamenti profetici di Oriana Fallaci, di Benedetto XVI e del cardinale Biffi che furono moralmente linciati per aver detto la verità.
Chissà perché nessuno evidenzia il fallimento autodistruttivo del buonismo ecumenista bergogliano che spalanca le frontiere e così porta al suicidio d’Europa.
Chissà perché nessuno parla dell’impotenza e della viltà di questa Europa di burocrati “politically correct” e di tecnocrazie anticristiane.
Chissà perché nessuno parla della vergognosa serie di errori di Obama che hanno provocato disastri fra Mediterraneo e Medio Oriente.
Chissà perché nessuno nota l’ammutolita subalternità delle stesse élite laiciste europee che non perdono occasione per denigrare e attaccare la Chiesa, ma che non osano proferire parola quando si parla di mondo islamico.

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Antonio Socci Continua

Non c’è da stupirsi che Bergoglio, a Firenze, abbia manipolato e strumentalizzato anche il don Camillo di Guareschi, dal momento che lo fa pure col Vangelo, facendogli dire l’opposto di quello che c’è scritto (per esempio su Gesù, i farisei e i temi morali).

Ma è comico che Bergoglio, per intimare alla Chiesa italiana di stare alla larga dalla politica (cioè per intimarle di inchinarsi al Potere e non disturbare il manovratore), indichi come esempio don Camillo che faceva l’esatto opposto.

Don Camillo infatti è il simbolo di quelle migliaia di coraggiosi preti italiani che, anche rischiando la vita, prima e dopo il 1948, insieme a Pio XII, nella battaglia epocale contro il comunismo del dopoguerra, hanno letteralmente salvato l’Italia, guidando la propria gente fin dentro la cabina elettorale, per consegnare il Paese alla libertà e all’Occidente. Salvando la cristianità e scongiurando l’arrivo al potere del Pci di Togliatti e di Stalin. Continua