SALVARE IL CETO MEDIO DAL BOMBARDAMENTO GLOBALISTA (E COMUNISTA) PER RICOSTRUIRE L’ITALIA
La cronaca di queste ore propone tre notizie: la stangata fiscale del governo (da qualcuno definita “tasse e manette”), la manifestazione del centrodestra a Roma (“Orgoglio italiano: una Patria da amare e difendere”) e la Leopolda di Matteo Renzi a Firenze che ha a tema Matteo Renzi.
Il protagonista vero – che permette di capire tutti e tre gli eventi – è però il ceto medio. È la spina dorsale del nostro Paese, anche economicamente, ed è attorno a questa Italia profonda che si combatte la vera battaglia.
Alcuni spunti di riflessione molto preziosi – per capire cosa è successo e cosa sta accadendo oggi – li fornisce Marco Gervasoni nel libro “La rivoluzione sovranista”. In breve. Il ceto medio nasce nel dopoguerra : “con il piano Marshall, il welfare state e la quasi piena occupazione, il gioco è fatto” (Gervasoni).
Si può aggiungere la riforma agraria che trasforma milioni di braccianti e mezzadri in piccoli proprietari e poi la valorizzazione della piccola impresa artigiana (soprattutto a partire dalla Brianza) che porta gli operai a diventare imprenditori. Poi la scuola per tutti rappresenta uno straordinario ascensore sociale per milioni di giovani figli del popolo. È l’unica, vera e grande rivoluzione. E tutta pacifica.
Così nasce una classe media che è la protagonista del miracolo economico italiano (un successo strepitoso a livello planetario) che porta in pochi anni una nazione sconfitta e distrutta dalla guerra a diventare una grande democrazia industriale, fra le prime nel mondo.
La classe media, di idee moderate e legata a valori italiani, è il pilastro del trentennio d’oro (1945-1975) e della Prima repubblica, sebbene costantemente guardata con disprezzo dall’élite intellettuale ovviamente di sinistra.
Con il crollo del Muro, con Mani pulite (che spazza via i tradizionali partiti moderati) e l’inizio della globalizzazione, quel ceto medio viene attaccato dai processi di mondializzazione dell’economia, che per l’Italia significa i disastrosi diktat di Maastricht e la moneta unica.
Negli anni Novanta la Sinistra per la prima volta va al potere in Italia. Ci viene traghettata dalla sinistra dc – che tradisce la storia democristiana – ed è legittimata dall’establishment della Ue (e da quello clintoniano) per applicare le dottrine germaniche.
Sono politiche punitive verso il ceto medio. Aumentano le tasse, viene distrutto il welfare, si blocca l’ascensore sociale, collassa la crescita economica e inizia il calvario della disoccupazione giovanile. Il potere d’acquisto del popolo italiano crolla di circa il 40 per cento dall’epoca della lira a quella dell’euro.
Per reazione il ceto medio punta su Berlusconi sperando di essere difeso. Di fatto però l’euro e le politiche tedesche non consentono margini di manovra e massacrano questa classe sociale (in tutte le società occidentali accade lo stesso con la globalizzazione) e anche i lavoratori.
Il ceto medio, spiega Gervasoni, si frantuma. Il Pd diventa il partito delle élite minoritarie (ma potenti soprattutto sui media) e il partito di fiducia delle cancellerie europee.
Avendo abbandonato la battaglia sui diritti sociali del popolo, adotta, dagli Usa e dall’Europa, la bandiera dei cosiddetti diritti civili e quella degliimmigrati come nuovo proletariato.
Soprattutto con la crisi del 2007-2008 e l’ondata migratoria iniziata nel 2013, la società italiana viene terremotata. La crisi è aggravata dalle disastrose politiche della Ue. Molte partite Iva dal ceto medio scivolano verso la povertà. La generazione dei figli si scopre senza prospettive e destinata a vivere peggio dei padri.
Così, dalla difesa del proprio reddito, il ceto medio – spiega Gervasoni – comincia a identificarsi con la battaglia dell’identità: perché sente aggredito il proprio status sociale, delegittimata la propria sovranità nazionale e messa in discussione l’identità stessa del proprio paese.
Gli italiani si sentono traditi, impoveriti, sottomessi e invasi. È il passaggio dalla sola questione economica alla battaglia per l’identità che spiega l’investimento degli italiani sulla Lega di Salvini e su Giorgia Meloni. E Berlusconi sembra che lo stia capendo (altri di Forza Italia no).
È sempre la stessa Italia profonda, disprezzata dalle élite e massacrata, ma maggioritaria, che chiede di essere difesa e rappresentata (una cosa analoga accade negli Usa con Trump).
I fatti di questi giorni ci dicono che – con la manovra economica – il Pd continua a fare il Pd e quindi a tartassare e punire il ceto medio che ha la colpa di rifiutarne le politiche anti-italiane (il Pd sembra fare la guerra agli italiani e infatti ne teme il voto).
Renzi (quello che ha portato il Pd al minimo storico) cerca di reinventarsi un partitino al centro, ma senza capire che non sono le manovre di palazzo che ti rendono rappresentativo se non hai un insediamento sociale nel ceto medio che è stato disastrato, se non capisci cosa è accaduto all’Italia profonda e se resti (come lui è) legato all’establishment e alle sue sciagurate politiche (oltretutto Renzi ha enormi problemi di credibilità politica per le sue spregiudicate e furbesche giravolte).
Il centrodestra si trova dunque investito di un compito storico enorme da questa Italia profonda, ancora maggioritaria. Ma la sua classe dirigente ne sarà all’altezza?
Spesso sembra muoversi alla giornata, senza la “gravitas” dei veri statisti, con tanta generosità e coraggio, ma faticando a capire davvero cosa è cambiato e ad avere consapevolezza dei processi sociali e culturali in atto.
Di sicuro però con Trump alla Casa Bianca, la Brexit e la crisi che sta investendo la Germania e la Ue, l’aria che tira nel mondo è quella di un ritorno degli Stati nazionali.
E’ la condizione necessaria per far ripartire politiche di crescita. L’Italia esce da questi 25 anni a pezzi come dopo la Seconda guerra mondiale. Ha perduto una guerra. Solo scommettendo sull’Italia profonda che allora fece il miracolo economico si può ricostruire questo Paese.
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Antonio Socci
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Da “Libero”, 20 ottobre 2019