Da tempo Maurizio Landini s’offre. Lui si vede come leader politico del “campo largo”. Ci provò con i referendum e fece naufragio. Per lanciarsi, in quella circostanza, aveva pure pubblicato un libro autobiografico, Un’altra storia(Piemme). Oggi, dopo quella disfatta, su Gaza insegue il sindacato di base Usb. Ma sempre per proporsi come capopopolo e guida della sinistra.
Certo, ci sono 56 guerre in corso nel mondo, ma quelle non interessano, non c’è per loro una Flotilla, non servono a lanciare proclami, scioperi e carriere politiche. Né a Landini va di organizzare scioperi contro la violazione dei diritti umani in Cina, Iran o Russia. Continua