E’ sgradevole per noi toscani trovarci sulle prime pagine dei giornali solo per notizie catastrofiche come sta accadendo da qualche tempo.

Epidemie, fallimenti finanziari, ormai ci manca solo la pioggia di fuoco e l’invasione di cavallette (quella di cinghiali l’abbiamo già e per quella dei lupi, nelle campagne maremmane e sull’Appennino, ci stiamo attrezzando).

C’è un susseguirsi di sciagure diverse che vede il suo epicentro proprio in Toscana. E per chi – come me – ha sempre pensato di vivere nella terra più bella del mondo, è scioccante scoprire di essere nel cratere della sfiga nazionale. Continua

“Tenet”, due volte la parola latina “Tenet” a forma di croce palindromica, con la N al centro e il Tau ai quattro vertici. Così è scritto nel cosiddetto “quadrato magico” che – sconosciuto a tutti – sta da secoli inciso su un lato del Duomo di Siena.

“Tiene”. E’ la Cattedrale che “tiene”, perché è fondata sulla “pietra angolare” che è Cristo. Ricorda il motto dei certosini: “Stat crux dum volvitur orbis”, cioè fissa resta la croce, come asse dell’universo, mentre il mondo ruota e il tempo divora la vanità e la gloria mondana.

Dunque “tenet” la fede millenaria degli avi e dei santi di Siena, a cui si appoggia la povera fede dei senesi di oggi, ma anche il loro accanito amore alla tradizione.

Ed è stato emozionante, lunedì – per la solenne Messa della Madonna Assunta in cielo, a cui sono dedicati il Duomo e il Palio di agosto (e perfino il campanone sulla Torre del Mangia) – dopo la consacrazione, al momento in cui il vescovo ha elevato l’Ostia e il Calice, assistere all’irrompere del suono alto e limpidissimo delle chiarine (simbolo dell’antica repubblica di Siena) con tutte le bandiere delle contrade innalzate che si sono inchinate all’eucaristico re dell’universo.

In questa misteriosa città, di cui la Madonna è Regina, tutto grida la passione per la bellezza, cioè per la fede cattolica. “Tenet” questa fede millenaria. Sia pure come piccola luce, oggi, nei cuori.

IL TRACOLLO

Altro, a Siena, non tiene. Anzi, frana tutta una storia per il malgoverno, l’incultura e l’arrogante ideologia che da settant’anni soffocano questa antica città. Continua

Scivolare sulla finanza derivata. Tragicomico destino quello del Monte dei Paschi, l’unica banca – che io sappia – che sia stata celebrata in un’opera letteraria: i “Cantos” di Ezra Pound.

Celebrata dal poeta americano perché nei suoi Statuti seicenteschi scoprì una banca per il popolo che si fondava sulla fertilità della terra e sul lavoro, al contrario del modello della Banca d’Inghilterra. Continua