I primi sei mesi di Leone XIV sono stati solennizzati dal Dicastero vaticano della comunicazione addirittura con un documentario apologetico: Leo from Chicago.

Negli ultimi anni è dilagata la papolatria. Ma oggi questo zelo celebrativo stupisce perché, fin dall’inizio, Leone, in contrasto con il febbrile protagonismo del predecessore, ha dichiarato il suo “impegno irrinunciabile” ovvero “sparire perché rimanga Cristo, farsi piccolo perché Lui sia conosciuto e glorificato”. Continua

Donald Trump riprende l’antica consuetudine delle proclamazioni presidenziali, che risale a George Washington, e lancia l’Anti Communism Week (la settimana dell’anticomunismo) come “solenne ricordo della devastazione causata da una delle ideologie più distruttive della storia… Il comunismo ha devastato nazioni e anime. Oltre 100 milioni di vite sono state spezzate da regimi che hanno cercato di cancellare la fede, sopprimere la libertà e distruggere la prosperità”.

Lo spunto è l’anniversario della caduta del Muro di Berlino (vedi foto), ma il Corriere della sera nota che il testo è stato pubblicato, “forse per coincidenza, forse no”, appena dopo la vittoria di Zohran Mamdani come sindaco di New York. In realtà il testo contiene una lettura degli ultimi 35 anni di storia ed è la visione geopolitica della presidenza Trump. Continua

È aperta fino al 6 gennaio a Palazzo Vecchio la bella mostra Boccaccio politico per la città di Firenze, nel 650° anniversario della morte del grande scrittore. Sono esposti i documenti della sua attività diplomatica: nulla a che fare con il Decameron. Ma in realtà il capolavoro politico di Giovanni Boccaccio è proprio la sua celebre opera letteraria. Vi sorprende? Continua

Bernard Henri-Lévy, nei giorni scorsi, ha scritto su X: “Sono cinque anni che documento i massacri dei cristiani da parte dei Fulani di Boko Haram! Cinque anni di avvertimenti sul Wall Street Journal e Paris Match sul rischio di un genocidio!… Gli Stati Uniti si svegliano. Finalmente… Grazie!”

È vero, Donald Trump, che è tornato alla Casa Bianca quest’anno, dimostra anche su questo una grande sensibilità che non c’era in epoca Dem. Ha tuonato: “Gli Stati Uniti non possono restare a guardare mentre tali atrocità accadono in Nigeria e in molti altri Paesi. Siamo pronti, disposti e in grado di salvare la nostra grande popolazione cristiana in tutto il mondo!”. Continua

«L’irruzione mezz’ora dopo l’inizio dell’incontro, urla e slogan e lo striscione: ‘Fuori i sionisti dalle università’ con la firma del Fronte della gioventù Comunista» (RaiNews).

Così, all’Università di Venezia, hanno impedito di parlare sul Medio Oriente a Emanuele Fiano, ex deputato del Pd, il quale dopo, fra l’altro, ha dichiarato: «Quello di chi ha contestato, è stato un atteggiamento fascista».

Il presidente del Senato Ignazio La Russa ha commentato: «A Emanuele Fiano a cui esprimo solidarietà e con cui ho sempre avuto un simpatico rapporto personale, mi permetto di segnalare che almeno in questo caso citare il fascismo come principio guida per i proPal è un po’ azzardato. Forse riservare al fascismo le indubbie colpe storiche verso gli ebrei italiani e chiamare invece col loro nome le idee che ispirano oggi i proPal sarebbe più onesto e opportuno». Continua

“Leone XIV contro Leone XIII”. Sul sito americano The Catholic Thing è apparso un autorevole commento con questo titolo. Sorprendente perché si tratta di un sito cattolico e perché l’autore è Michael Pakaluk, che insegna alla Pontificia Accademia San Tommaso d’Aquino di Roma ed è docente di Economia politica presso la Busch School of Businnes della Catholic University of America.

Va ricordato che fin dall’inizio papa Prevost ha affermato di aver scelto il nome “Leone” perché s’ispira a Leone XIII che fu il papa (dal 1878 al 1903) della questione sociale, colui che plasmò la dottrina sociale della Chiesa. Continua

La Cei di oggi, guidata dal card. Zuppi, è ormai l’orticello clericale del “campo largo”. Il Sinodo realizzato dalla Cei, su direttiva bergogliana, ha approvato un documento finale che ha fatto notizia per una cosa grottesca sintetizzata dal titolo dell’Ansa: “Documento Assemblea sinodale: ‘La Cei supporti i Gay Pride’”.

Ormai anche molti omosessuali – quelli non ideologizzati – guardano con noia e distacco, se non fastidio, ai Gay Pride. Il Sinodo della Cei, modello Pd, no. Ma è davvero questa la cosa più sensata e più urgente per la Chiesa?

Scorrendo tutte le 65 pagine del documento viene in mente l’aforisma di Stanislaw Lec: “In principio era il verbo, alla fine le chiacchiere”. E sono tutte chiacchiere politicamente corrette. Perfino nel lessico: pure loro scrivono “tutti e tutte”. Parlano di “Chiesa in ascolto”, ma ascoltano solo con l’orecchio sinistro. Continua

Il segretario della Cgil, Maurizio Landini, una settimana fa, parlando del Piano di pace di Trump per Gaza (che non si capisce come rientri nelle competenze della Cgil), ha detto che la Meloni “si è limitata a fare la cortigiana di Trump”.

È scoppiata una polemica sul termine “cortigiana” perché – ha rilevato la premier, dizionario alla mano – significa “Donna di facili costumi. Prostituta”. Meloni ha giustamente tuonato: ecco a voi un’altra splendida diapositiva della sinistra: quella che per decenni ci ha fatto la morale sul rispetto delle donne, ma che poi, per criticare una donna, in mancanza di argomenti, le dà della prostituta”. Continua

Giovannino Guareschi è ancora oggi un caso scottante, pure nella cosiddetta “cultura cattolica” (quella ufficiale) che sente lo scrittore emiliano come un corpo estraneo. A causa del suo anticomunismo? Il sospetto viene.

Consideriamo un episodio recente. È uscito un volume di 832  pagine intitolato La preghiera nella letteratura italiana (IPL) dedicato “all’arcivescovo Mario”(Mario Delpini, di Milano). È stato realizzato da più di settanta studiosi sotto la direzione di alcuni docenti dell’Università Cattolica di Milano e del prefetto emerito della Biblioteca Ambrosiana.

Spazia nella letteratura italiana dal XII al XX secolo. Nella parte del Novecentosi presentano autori noti e altri poco noti o quasi sconosciuti. Ma con assenze inspiegabili. La più clamorosa è appunto quella di Guareschi. Viste anche le dimensioni dell’opera, la sua esclusione non si spiega. Continua