Nell’ultimo numero – appena uscito – di Limes, l’autorevole rivista di geopolitica dello stesso gruppo editoriale di Repubblica ed Espresso, viene pubblicato un saggio del professor Germano Dottori, che si occupa di Studi strategici presso la Luiss, è consigliere scientifico di Limes, membro di altri importanti centri studi ed è stato consulente presso commissioni della Camera e del Senato in materia di affari esteri e difesa.

Dunque il saggio di Dottori – intitolato “Perché ci serve il Vaticano” – ricostruisce lo stretto e decisivo legame fra la politica estera della Stato italiano e la presenza a Roma del papato che ha un’influenza planetaria. Un rapporto anche conflittuale. Continua

Alberto Melloni – che insieme a Stefania Falasca è uno degli intellettuali di riferimento del bergoglismo – sabato scorso ha vergato un articolo destinato a uscire l’indomani, domenica, su “Repubblica”, col titolo “Fatima secondo Francesco”.

Deve averlo inviato prima della serata di sabato perché è stato clamorosamente smentito da Bergoglio quella sera stessa, mentre veniva messo in (prima) pagina.

Infatti Melloni ha scritto: “sulle apparizioni di Medjugorje c’è chi vuole distinguere fra le prime apparizioni e la loro serialità, ma il papa sa bene che qualcuno spera in un suo ‘no’ per mettergli contro non più quattro cardinali pieni di ‘dubia’, ma un popolo”.

Sembrava volesse far capire che Bergoglio non sarebbe caduto in tale “trappola”. Detto fatto. Proprio sabato sera – tornando in aereo da Fatima – il papa argentino ha bombardato a tappeto Medjugorje (dopo aver bombardato Fatima).

SCIVOLONE

Nei mesi scorsi si percepiva la contrarietà del papa argentino alle apparizioni mariane in genere e a quelle di Medjugorje in particolare (non gli piace questa Madonna più popolare di lui), ma s’intuiva che – avendo di mira sempre e solo il consenso – egli mai si sarebbe inimicato il popolo di Medjugorje. Tattica politica. Scaltrezza machiavellica.

Questa era l’ipotesi degli osservatori più attenti. Ebbene Melloni l’ha confermata nel suo articolo: Bergoglio – avendo la bussola del consenso e del successo – non avrebbe reso nota la sua sprezzante contrarietà alle apparizioni della “Madonna postina” per non mettersi contro il numeroso “popolo di Medjugorje”.

Era una strategia ben ponderata. Sennonché in aereo è arrivata quella domanda. Non è chiaro se il papa argentino non ha saputo trattenersi o se (all’insaputa di Melloni) ha cambiato strategia: fatto sta che ha dato la stura a tutta la sua contrarietà alle apparizioni quotidiane e ai messaggi di Medjugorje.

Così ha spiattellato quello che finora era strettamente riservato e che doveva restare nella discrezione delle stanze vaticane, esponendosi in prima persona con una sonora bocciatura che a Medjugorje è deflagrata come una bomba. Continua

Siamo entrati nell’epoca della post-libertà. Forse non ce ne siamo davvero resi conto. E’ un tempo in cui le elezioni non sono più decisive per assegnare il potere, la sovranità popolare sta su “Scherzi a parte” e i parlamenti e i governi sono espropriati da cessioni di sovranità verso tecnocrazie non elette (nazionali e sovrannazionali).

Nel nostro Paese che si avvia alle elezioni sarebbe necessaria una riflessione seria su questi temi, non sulle quisquilie che spesso riempiono le cronache politiche.

Una riflessione anzitutto nel centrodestra dove si trovano le migliori intuizioni (per esempio su euro, Ue, emigrazione, sovranità nazionale, rapporti internazionali, valori tradizionali, tassazione, giustizia e sviluppo), ma spesso manca la riflessione strategica.

Le diverse componenti del centrodestra – che si stanno “annusando” per cercare un accordo elettorale – dovrebbero anzitutto meditare su quanto è accaduto in Italia nel 2011 e poi sulle vicende recenti: la Brexit, l’elezione di Donald Trump e le elezioni in Francia (e negli altri paesi europei). Continua

La clamorosa demolizione di Medjugorje fatta da papa Bergoglio, sul volo di ritorno da Fatima, è arrivata con gli effetti di una “bomba”.

Ma vediamo precisamente cos’ha detto perché già certi “pompieri” stanno cercando di minimizzare, sopire e troncare: sono quelli che finora hanno sostenuto che la “Madonna di Medjugorje” era entusiasta di Bergoglio e Bergoglio era entusiasta della “Madonna di Medjugorje”….

Dunque alla domanda sull’autenticità delle apparizioni nel villaggio bosniaco, Bergoglio ha risposto: Continua

A cento anni dalla prima apparizione di Fatima, tutti i media tornano a occuparsi di quella profezia sul XX secolo e dei misteri connessi.

Però qual è il punto oggi? Ho studiato per anni quella vicenda, soprattutto il giallo del “terzo segreto”, la sua pubblicazione del 2000 e le polemiche sulla sua completezza.

Credo che la svolta più clamorosa sia accaduta pochi mesi fa nella disattenzione generale e sia tuttora ignorata.

Ne ho scritto il 17 agosto 2014, sulle colonne di “Libero”, dando notizia di un libro uscito in Portogallo proprio a cura delle suore carmelitane del monastero di Coimbra dov’è vissuta e morta, nel 2005, suor Lucia dos Santos, l’ultima veggente.

Una pubblicazione ufficiale intitolata “Un caminho sob o olhar de Maria”, una biografia della religiosa che attingeva ai suoi scritti inediti fino ad allora segretati.

Il volume era passato pressoché inosservato. Ma io ricevetti una segnalazione (autorevole) secondo cui in quelle pagine era celata un’autentica bomba.

Verificai che era vero. Quella clamorosa rivelazione di fatto veniva a risolvere l’annosa polemica attorno al Terzo segreto di Fatima: il nuovo documento pubblicato dalle suore fa capire infatti che c’è qualcosa che manca alla pubblicazione del 2000 e anche cosa c’è scritto. Continua

Benedetto XVI, nel pellegrinaggio a Fatima del 13 maggio 2010, auspicò di vedere nel centenario delle apparizioni (il 2017), il trionfo del Cuore Immacolato di Maria profetizzato dal Messaggio della Madonna.

Ma il 12 maggio del 2017 papa Bergoglio ha sostanzialmente liquidato Fatima e il Messaggio della Madre di Dio.

Oggi nell’omelia, grazie al Cielo, ha letto una normale paginetta celebrativa, preparata dai teologi della Santa Sede per la canonizzazione dei pastorelli, e c’è perfino un (fugace) accenno all’inferno (la strategia bergogliana è sempre questa).

Ma ieri, quando ha pronunciato il suo vero discorso bergogliano, è successo qualcosa di clamoroso. E’ venuto a Fatima esattamente per pronunciare queste parole che sono in contrapposizione a tutte quelle pronunciate, in quel santuario, dagli altri papi che sono andati lì come pellegrini. Continua

Questa Unione europea non c’entra niente con l’Europa dei popoli. E’ solo una “Grande Germania” che domina a spese di tutti gli altri stati, ormai sudditi.

La Germania afferma il suo interesse geopolitico con l’unica “arma” che può usare – la moneta e la politica economica deflattiva – dopo che (con la sconfitta bellica del III Reich) ha rinunciato alla forza militare, a una politica estera e a un’identità nazionale. Proprio nella moneta ha posto la sua identità.

Macron propone alla Francia di fare la “spalla” di Berlino (di fatto è la strategia di Hollande), sperando così di poter lucrare rendite di posizione. L’Italia è il solito vaso di coccio, una terra di conquista di potenze straniere come accade dal XV secolo.

Abbiamo una classe dirigente che non ha idea dei progetti geopolitici in campo e non ha una strategia di difesa dell’interesse nazionale. E’ il modo migliore per venire spolpati. Ma se non si capisce il presente non si ha una chance di sopravvivenza.

La crisi in cui ci troviamo deriva da due fallimenti ideologici e imperiali (come fallì il sistema comunista e la sua ideologia). I due fallimenti suddetti rimandano al “partito di Davos” e al “partito della troika”, che rappresentano il tempio delle élite e delle tecnocrazie dominanti. Continua

Caro Padre Bergoglio (come a lei piace essere chiamato),
ogni giorno cerco ansiosamente – fra i suoi numerosi interventi – qualcosa di bello, chiaro, non ambiguo, non parziale, che possa essere valorizzato e rilanciato. E pressoché ogni giorno resto deluso.

Ho appena sentito il suo video mensile per la Rete mondiale di preghiera. E’ dedicato ai giovani. Mai, dico mai, neppure di sfuggita lei nomina Gesù. Mai, neppure per sbaglio, neppure come esempio di grande uomo.

Anzi, lei invita i giovani a “MOBILITARSI PER LE GRANDI CAUSE DEL MONDO”. Ma un Papa non dovrebbe chiamare i giovani a impegnarsi piuttosto per LA GRANDE CAUSA DI DIO e per la SALVEZZA DELLE ANIME, per LA SALVEZZA DELL’UMANITA’ ?

Non dovrebbe indicare in Cristo la “perla preziosa” da cercare e abbracciare per far fiorire la propria vita?
Non è forse la salvezza delle anime, la legge suprema della Chiesa? Gesù ha detto: che vale all’uomo conquistare il mondo intero se poi perde la sua anima? (Lc 9,25). Dunque non è per incontrare e conoscere Lui – nostra salvezza – che siamo nati? Non è Lui il senso della vita?

In questi anni di grande apostasia, quando sembra che il seme della fede cristiana venga spazzato via, su tutta la terra, si può assistere inerti, senza chiamare i giovani a seguire Cristo e a dare coraggiosamente testimonianza a Lui? 

A Lui, non alle cause del mondo. Infatti non era proprio Gesù a contrapporre Se stesso (la salvezza) al Mondo?

Gesù ha detto: “Vi ho detto queste cose perché abbiate pace in me. Voi avrete tribolazione nel mondo, ma abbiate fiducia; IO HO VINTO IL MONDO!” (Gv 16,33). Lei invece invita i giovani a “mobilitarsi per le grandi cause del mondo”. Continua

Il papato per secoli è stato una delle più alte autorità morali del mondo. Com’è possibile che oggi un papa possa dire che in Italia ci sono campi di concentramento dove sono rinchiusi i rifugiati, senza che nessun giornale abbia di che obiettare, senza che nessun ministro risponda e senza che nessuna autorità si assuma la responsabilità di accertare una così grave accusa?

E’ precipitata così in basso l’autorevolezza di un papa perché le sue parole passino in cavalleria, come fossero – che so – le bislacche sparate di un senatore Razzi? O forse è l’Italia ad essere caduta così in basso che ci si può accanire contro di essa con accuse orribili senza che nessuna autorità reagisca e difenda questo povero Paese? Continua

“La cartina parla da sola!”, scrive Gérard Couvert sul sito francese “Boulevard Voltaire”. In effetti è davvero eloquente.

I dati del primo turno delle elezioni presidenziali francesi sono stati commentati in lungo e in largo, ma nessuno aveva pensato di sovrapporre la mappa dei Dipartimenti – con i relativi vincitori – alla mappa delle moschee presenti sul territorio francese.

Forse per autocensura – insinua Couvert – infatti il risultato è impressionante ed “è istruttivo sia sulla sociologia del voto e la sua probabile evoluzione, sia sugli sviluppi di civiltà che vedremo nel prossimo decennio”.

Il simbolo della moschea, nella cartina, ha tre grandezze diverse: il più grande indica che in quella zona c’è una moschea per meno di 7.500 abitanti; il simbolo a grandezza media per una popolazione dai 7.500 ai 12.500; il simbolo più piccolo tra 12.500 e 15.000 abitanti.

Nelle zone dove manca il simbolo non significa che non ci sono moschee, ma che ce n’è una per una popolazione oltre i 15.000 abitanti.

In pratica questa cartina è una rappresentazione della densità di popolazione musulmana nei diversi dipartimenti.

Per esempio nel Dipartimento Seine-Saint-Denis c’è una moschea per 3.500 abitanti, “che è un po’ più di quello che troviamo a Damasco”, spiega Couvert. Invece in Vandea c’è una moschea per 114.000 abitanti.

Ovviamente non è una mappa esattissima, perché diversi luoghi di culto islamici non sono dichiarati pubblicamente.

In ogni caso basta il colpo d’occhio per capire che le zone dove ha vinto Marine Le Pen si sovrappongono quasi esattamente alle zone a più alta densità di popolazione islamica. Mentre nelle zone dove l’Islam è scarsamentre rappresentato ha vinto Macron. Continua