È pressoché impossibile trovare qualche statista che abbia collezionato una serie di gaffe come l’attuale presidente americano Joe Biden.

Gli infortuni sono cominciati fin all’inizio del suo mandato e talvolta hanno avuto aspetti comici (e umanamente comprensibili) come la flatulenza sfuggita – secondo il Daily Mail – davanti al principe Carlo e a Camilla alla Cop26 di Glasgow (dove si discuteva di emissioni nocive nell’atmosfera).

O come quando – durante un discorso in cui fissava palesemente il gobbo– ha letto pure le parole tra parentesi che non doveva leggere. O quando ha detto che “Putin potrà anche circondare Kiev, ma non potrà mai conquistare i cuori e le anime del popolo iraniano”.

Ma con la guerra Russia/Ucraina la questione si è fatta drammatica. Ora ogni volta che Biden apre bocca ci avvicina alla terza guerra mondiale. Mentre tutti cercano di spegnere l’incendio, Biden, parlando a Varsavia, sabato, ha visto bene di alimentarlo con una cascata di benzinadefinendo Putin “un macellaio” (dopo averlo chiamato “assassino” e “criminale di guerra”).

Questo linguaggio incendiario, del tutto fuori dai canoni, rende molto arduo qualsiasi tentativo di dialogo e trattativa con Mosca. Ma come se non bastasse Biden ha pure aggiunto che Putin “non può rimanere al potere”.

Immediatamente è arrivata una correzione da un funzionario della Casa Bianca il quale ha precisato che il presidente “non stava parlando” di un “cambio di governo” in Russia. Una smentita clamorosa da cui si ricava la convinzione che a Washington non siano in grado di controllare la situazione, oltretutto in un momento così drammatico.

È la classica toppa peggiore del buco. Del resto Biden ha dichiarato apertis verbis quello che era già chiaro dai comportamenti, ovvero che gli americani non lavorano per la pace in Ucraina, ma soffiano sul fuoco e spediscono armi perché vogliono che la guerra prosegua e la Russia si impantani: cioè usano l’Ucraina per abbattere Putin (a spese degli ucraini e degli europei le cui economie saranno devastate).

L’autogol è doppio perché Biden ha apertamente confessato che vuole fare a Mosca esattamente quello che Putin voleva fare a Kiev: rovesciare il governo. E gli Stati Uniti hanno una certa esperienza nell’andare a rovesciare governi a loro sgraditi (come pure nel bombardare altri paesi).

La sortita di Biden – che voleva resuscitare il disastroso fantasma dello “scontro di civiltà” con cui gli americani hanno portato guerre e devastazioni in tante zone del mondo – ha sconcertato molte cancellerie e ha costretto un membro della Nato come la Turchia (importantissimo in quella regione) a prendere le distanze.

Il portavoce di Erdogan, Ibrahim Kalin, ha dichiarato ieri: “Se tutti bruciano i ponti con la Russia chi parlerà con loro alla fine della giornata?”. In pratica ha spiegato che con il metodo Biden si perde ogni speranza di negoziato che metta fine alla guerra.

Già prima era stato il presidente francese a prendere le distanze. Macron ha detto che non userebbe il linguaggio di Biden e ha aggiunto che, se si vuole raggiungere un cessate il fuoco, non si deve alimentareuna escalation né di parole né di azioni.

Che è esattamente quello che Biden sta facendo. Del resto – secondo il Wall Street Journal – fonti interne dell’amministrazione Usa sostengono che, nel contesto della guerra in Ucraina, la Casa Bianca adesso prevede addirittura il “first nuclear strike”, cioè “l’attacco nucleare preventivo” in “circostanze estreme”.

Una prospettiva agghiacciante che Biden, in campagna elettorale, aveva sempre rifiutato.

Peraltro questo atteggiamento incendiario contraddice le considerazioni del Pentagono sul conflitto in corso. Newsweek ha rivelato che, secondo gli analisti del governo Usa, in realtà Putin sta facendo una guerra a bassa intensità: “la quasi totalità dei missili lanciati dalla Russia hanno colpito obiettivi militari” scrive il generale Fabio Mini. Inoltre “nei primi 24 giorni di conflitto” aggiunge Mini “la Russia ha effettuato 1400 sortite di attacco aereo e lanciato quasi 1000 missili (meno di quanto gli Usa abbiano fatto in un solo giorno durante la guerra del 2003 in Iraq)”.

Dunque, per quanto crudele e orribile come ogni guerra, potrebbe essere molto peggiore. Si è capito che la Russia non punta alla distruzione dell’Ucraina. Questo dovrebbe indurre a ricercare spazi di negoziato. Ma Biden non l’ha mai fatto.

C’è chi ritiene che stia cavalcando questo conflitto a fini interni, in vista delle elezioni di metà mandato. Ma se è così il risultato è disastrosoperché da gennaio a marzo gli americani che lo approvano sono passati dal 43 al 40%, mentre quelli che lo bocciano dal 53 al 55%.

E soprattutto sette su dieci hanno scarsa fiducia sulla sua capacità di gestire la crisi ucraina e otto su dieci ritengono che questa guerra provocherà l’aumento della benzina e potrebbe portare a un conflitto nucleare.

D’altronde gli errori di Biden – finora subiti passivamente dalla Ue – rischiano di far nascere un asse Russia-Cina-India che a breve potrebbe pure diventare egemone nel mondo.

 

Antonio Socci

 

Da “Libero”, 28 marzo 2022