Il giallo dell’enigmatica “rinuncia” di Benedetto XVI, con il tempo, si ingigantisce. Lo conferma il clamore suscitato, nella rete, dall’esplosiva intervista dell’arcivescovo di Ferrara, Monsignor Luigi Negri.

Le sue parole sulle “pressioni enormi” a cui fu sottoposto il papa, fino alla sua “rinuncia”, hanno suscitato un tale interesse oltreoceano da essere ampiamente riprese, commentate e rilanciate dal famoso sito “Breitbart”, vicino a Steve Bannon e al neopresidente Trump.

MISTERO GRAVISSIMO

Ma cos’ha detto precisamente l’arcivescovo? Alla vigilia della pensione, tracciando un quadro della situazione della Chiesa, Mons. Negri, al periodico online “Rimini2.0”, ha ricordato il suo rapporto di “forte amicizia” con Joseph Ratzinger e – dopo varie considerazioni – ha testualmente dichiarato sulla “rinuncia” di papa Benedetto:

Si è trattato di un gesto inaudito. Negli ultimi incontri l’ho visto infragilito fisicamente, ma lucidissimo nel pensiero. Ho poca conoscenza – per fortuna – dei fatti della Curia romana, ma sono certo che un giorno emergeranno gravi responsabilità dentro e fuori il Vaticano. Benedetto XVI ha subito pressioni enormi. Non è un caso che in America, anche sulla base di ciò che è stato pubblicato da Wikileaks, alcuni gruppi di cattolici abbiano chiesto al presidente Trump di aprire una commissione d’inchiesta per indagare se l’amministrazione di Barack Obama abbia esercitato pressioni su Benedetto. Resta per ora un mistero gravissimo, ma sono certo che le responsabilità verranno fuori”. Continua

Matteo Renzi all’assemblea del Lingotto passa dal sogno del partito della nazione all’incubo del partito della fazione e non sarà certo la valorizzazione del ministro Martina (non proprio una personalità smagliante) ad evitarlo, né la “vaga e ambigua rincorsa populista” dell’ex premier “fondata sull’imitazione di temi e suggestioni ‘grilline’ ”, come scrive Stefano Folli, perché è del tutto incoerente con la natura del Pd (percepito da tutti come pilastro dell’establishment) e perché alle (improbabili) imitazioni gli elettori preferiscono sempre l’originale.

Al Lingotto il politico toscano cerca un difficilissimo rilancio perché la sua stella politica è obiettivamente molto ammaccata (al di là del problema delle inchieste, che però pesa), dopo la sconfitta al referendum, la perdita di Palazzo Chigi, la dolorosa “scissione” nel Pd e la contesa sulla segreteria con antagonisti veri come Orlando ed Emiliano.

Bisognerebbe aggiungere a questo quadro pure la sconfitta in America dell’establishment Obama/Clinton che era il vero punto di forza internazionale dell’ex premier.

Di sicuro è finita la stagione dell’unanimismo renziano e il suo potere incontrastato. Matteo sembra essersi bruciato in pochi mesi la grande chance che aveva avuto.

La sua irruzione sulla scena aveva suscitato notevoli speranze, anche nell’elettorato moderato, ma – dopo tre anni di potere quasi assoluto, gestito con abilità comunicativa, ma pure con arroganza – il suo bilancio è fallimentare.

Infatti non è riuscito a intaccare l’elettorato del M5S né quello di centrodestra e ha perso la Sinistra. Ha visto crollare tutte le sue tentate riforme (peraltro discutibili) al punto da poter rivendicare come grande (e unico) merito del governo la legge sulle “unioni civili”.

Cosicché oggi abbiamo la nostra economia in fondo alla classifica Ue, le banche nel caos, l’industria che è un terreno di conquista degli stranieri, la disoccupazione giovanile al 40 per cento, la povertà che avanza, ma in compenso le coppie omosessuali possono celebrare in Comune un simil-matrimonio. Non sembrerebbe un bilancio trionfale… Continua

Cara Caterina,

ieri hai voluto che sulla tua pagina facebook – sotto la tua foto sorridente – fosse scritto: “La vita è sempre bellissima”. E poi le parole del salmo 138: “Ti lodo perché mi hai fatto come un prodigio…”.

So che sei addolorata per Fabiano, questo nostro fratello per cui preghiamo e di cui oggi tutti parlano. Pregare per lui è il modo per volergli ancora bene, ma nessuno invita a pregare perché pensano che sia tutto finito e che si tratti solo di invocare leggi che permettano in Italia ciò che fanno altrove.

“Repubblica” titola: “L’addio di Dj Fabo, ora la legge”Ma c’è qualcuno che invece chiede leggi e interventi pubblici a favore di chi vuole vivere e guarire?

“La Stampa” titola: “Il suicidio di Fabo scuote l’Italia”. Purtroppo la vita di tanti che lottano, come te, Caterina, per vivere e per guarire non scuote l’Italia.

Eppure la tua grinta, la tua fede e il tuo coraggio sono una luce che illumina tutti quelli che ti conoscono. E quanti altri giovani come te abbiamo conosciuto durante questa nostra avventura.

Chi chiede leggi per sostenere la loro lotta? E chi difende i più piccoli e indifesi che non hanno voce? Continua

Giorni fa “Der Spiegel” ha riferito le parole di papa Bergoglio ad alcuni fedelissimi: “Non è escluso che io passerò alla storia come colui che ha diviso la Chiesa Cattolica”. E’ per questo che il suo amico Eugenio Scalfari lo considera il più grande “rivoluzionario”.

Tempo fa una copertina di “Newsweek” si chiedeva se il papa è cattolico (“Is the pope catholic?”). E un’altra dello “Spectator” lo rappresentava su una ruspa demolitrice col titolo: “Pope vs Church” (il Papa contro la Chiesa). Coglievano un sentire diffuso.

In effetti a quattro anni esatti dalla “rinuncia” di Benedetto XVI e dall’irrompere di Bergoglio, la situazione della Chiesa cattolica si è fatta esplosiva, forse davvero al limite di uno scisma, più catastrofico di quello del tempo di Lutero (che peraltro oggi viene riabilitato nella chiesa bergogliana). Continua

Mentre tutta l’Italia si è dovuta sorbire per giorni lo psicodramma del Pd che – almeno nella contesa pubblica – appare come un mero scontro di potere sulla leadership di Renzi, il vero duello politico, sulle questioni di fondo per l’Italia, è esploso nel centrodestra senza che i media se ne accorgessero.

Per la verità nemmeno il vario mondo del centrodestra se n’è accorto, perché non è un confronto di idee alla luce del sole – come sarebbe auspicabile e sarebbe utile – ma un braccio di ferro sotterraneo tra i leader.

Nel centrodestra si oppongono due linee strategiche alternative che riguardano davvero il presente e il futuro dell’Italia. Continua

Questo articolo di Sandro Magister (vedi QUI ) spiega benissimo l’atteggiamento dell’allora cardinale Bergoglio (nel 2004) che – ovviamente – non avrebbe mai potuto aspirare al papato, verso cui era lanciato, se, da cardinale, avesse pubblicamente contestato la “Veritatis splendor”.

Una volta diventato papa sappiamo invece cosa è successo e Magister, ancora una volta, lo spiega benissimo.

Del resto si può vedere questo stesso atteggiamento anche oggi nell’abitudine di papa Bergoglio di mandare avanti qualcuno (per esempio il card. Kasper) per lanciare la sua “rivoluzione”, senza esporsi direttamente. E poi far passare le sue tesi “rivoluzionarie” nell’Amoris laetitia, senza però assumersene chiaramente la responsabilità (ed è per questo che non risponde ai Dubia dei cardinali).

Allo stesso modo lascia che i “suoi” si lancino in affermazioni inaudite su Lutero, sull’intercomunione con i protestanti o – come nel caso del nuovo Generale dei Gesuiti – addirittura sull’attendibilità dei Vangeli (vedi QUI ) e perfino nell’esaltazione di Marco Pannella, come ha fatto il nuovo Presidente della Pontificia Accademia per la vita da lui stesso nominato (vedi QUI).

Lui, papa Bergoglio, si guarda bene dal richiamarli, dal destituirli o dal prendere le distanze da loro. Chi tace acconsente. Tutte queste loro dichiarazioni fanno il suo gioco senza esporlo direttamente.

Così va avanti la demolizione che caratterizza questo pontificato (vedi la storica copertina dello “Spectator”) che ha effetti devastanti sulla Chiesa, specialmente se si aggiunge all’ostilità sempre più forte dell’ideologia dominante verso i cattolici e alle persecuzioni che colpiscono i cristiani in tante parti del mondo. Continua

Due episodi di questi giorni fanno – amaramente – capire il pauroso sbandamento che il “partito bergogliano”, che oggi ha preso il potere, sta facendo fare alla Chiesa.

QUI potete leggere ciò che ha dichiarato il nuovo Generale dei gesuiti voluto da papa Bergoglio: siamo alla sostituzione di Gesù con Bergoglio stesso. E siamo addirittura alla delegittimazione del Vangelo e di Cristo. Qua è la fede stessa che scompare.

Poi c’è il caso emblematico di mons. Vincenzo Paglia, dirigente della Comunità di S. Egidio. Questo vescovo è uno stretto collaboratore di papa Bergoglio. Da lui è stato voluto a capo della Pontificia Accademia per la vita.

Il presidente della “nuova” e “bergogliana” Accademia per la vita – che un tempo nacque per sostenere la battaglia della Chiesa per i principi non negoziabili – esalta Marco Pannella e, in sostanza, lo indica come esempio da seguire.

PRECISAMENTE PAGLIA ESALTA MARCO PANNELLA DICENDO: “LO SPIRITO DI MARCO CI AIUTI A VIVERE IN QUELLA STESSA DIREZIONE”.
Avete letto bene.    Ma potete ascoltarlo con le vostre orecchie.

Da questo video segnalo queste “perle” di Paglia:
“Pannella, uomo di grande spiritualità” (minuto 3,20), “(la sua è ) una grande perdita per questo nostro Paese” (6,30), “ha speso la vita per gli ultimi” (minuto 9), “in difesa della dignità di tutti, particolarmente dei più emarginati… Pannella è veramente un uomo spirituale” (10,53), è “un uomo che sa aiutarci a sperare nonostante le notizie, la quotidianità ci metta a dura prova” (18,25), “il Marco pieno di spirito continua a soffiare” (18,40), “Marco ispiratore di una vita più bella non solo per l’Italia, ma per questo nostro mondo, che ha bisogno più che mai di uomini che sappiano parlare come luiio mi auguro che lo spirito di Marco ci aiuti a vivere in quella stessa direzione” (19,20).

Tutto questo mentre in Francia è stata approvata una legge LIBERTICIDA (vedi QUI ), voluta dai socialisti, che proibisce su internet i siti “pro life” e punisce con multe salatissime e pure con il carcere chi, in rete, si oppone all’aborto, NEL SILENZIO TOTALE DELLA SANTA SEDE E DI PAPA BERGOGLIO (CHE GIA’ AVEVA INDICATO EMMA BONINO E GIORGIO NAPOLITANO COME ITALIANI ESEMPLARI).

ORMAI NON SEMBRA ESSERCI PIU’ LIMITE…

Continua

Nel 2008 a Benedetto XVI, invitato dal Rettore, fu impedito di parlare all’Università di Roma. Invece venerdì scorso papa Bergoglio è stato accolto a braccia spalancate.

Il “pensiero unico” dominante vedeva Benedetto XVI come il fumo negli occhi (specie per il discorso di Ratisbona), mentre riconosce papa Bergoglio come un suo simbolo.

In effetti in quella sede Bergoglio non ha mai parlato da papa: nel suo discorso, durato ben 45 minuti, non è mai stata usata la parola “Dio”, né è stato menzionato il nome di Gesù Cristo (c’era nel discorso scritto che gli avevano preparato, ma lui non lo ha letto).

Bergoglio non si è occupato di temi spirituali o culturali, né ha fatto riferimenti alle scottanti notizie d’attualità, come l’assurda legge francese, voluta dai socialisti, che proibisce la difesa della vita nascente sulla rete (chi si esprime contro l’aborto su internet rischia multe salatissime e pure il carcere).

Siamo ad una preoccupante svolta illiberale in Europa che va a colpire i cristiani, ma riguarda la libertà di pensiero e di parola di tutti. E la democrazia. Un tema che in una università sarebbe stato perfetto. Ma Bergoglio lo ha ignorato.

Il papa non si è mostrato interessato al tema della libertà di coscienza, né alla tragedia dell’aborto che fa 50 milioni di piccole vittime all’anno. Tanto meno, parlando di violenza, ha parlato dei cristiani perseguitati e massacrati.

Anzi, sempre venerdì, in un altro messaggio ai “Movimenti popolari” (di cui fa parte anche il Leoncavallo) Bergoglio ha affermato che “non esiste il terrorismo islamico”.

Quindi – siccome “non esiste” – il papa può infischiarsene delle sue vittime cristiane.

OSSESSIONE?

Bergoglio parla sempre di un argomento: l’immigrazione. A Pasqua e a Natale, a Santa Marta e nei discorsi che tiene per il mondo. Anche all’Università si sono sorbiti l’ennesimo discorso sull’emigrazione. Continua

Giulio Andreotti – a ridosso dell’unificazione tedesca – coniò una battuta memorabile: “Amo talmente la Germania che ne preferivo due”.

Oltre al passato gli ha dato ragione il futuro. In effetti la tentazione “imperiale” tedesca sull’Europa è tornata fuori e stavolta si è realizzata (pagata da noi) tramite l’euro e la Ue.

Molti italiani pensano del Pd la stessa cosa che Andreotti pensava sulla Germania e – se ci sarà – brinderanno alla scissione.

Il Pd – fra l’altro – è stato in Italia il vero punto di riferimento del “partito tedesco”. E’ stato, già con l’Ulivo, il “partito dell’Euro” e della Ue, che sono all’origine di gran parte dei nostri guai.

Il Pd e il suo governo continuano ad essere allineati alla Germania, come dimostra anche una notizia recente sulla Grecia e il Fmi. Continua

Il mio post dell’8 febbraio ha provocato confusione in alcuni di voi. Molti hanno frainteso. Sicuramente perché io non sono stato chiaro, ma forse anche perché c’è una forma mentis sbagliata che alcuni di voi fanno fatica a superare.

Lasciatemi dire: come tanti di voi ci hanno messo del tempo a capire la gravità del “caso Bergoglio” e – all’inizio – mi hanno preso a male parole, così oggi tanti di voi fanno fatica a capire la nuova situazione che si è creata e la responsabilità che ci è chiesta, in questo grave momento storico, come cattolici.

Cercherò allora di dirvi alcune cose che mi hanno indotto a scrivere quel post. Sono le riflessioni che vado facendo in questi giorni. Prendetele come appunti provvisori di viaggio. Pronti ad essere approfonditi o corretti. Continua