Siamo entrati nell’epoca della post-libertà. Forse non ce ne siamo davvero resi conto. E’ un tempo in cui le elezioni non sono più decisive per assegnare il potere, la sovranità popolare sta su “Scherzi a parte” e i parlamenti e i governi sono espropriati da cessioni di sovranità verso tecnocrazie non elette (nazionali e sovrannazionali).

Nel nostro Paese che si avvia alle elezioni sarebbe necessaria una riflessione seria su questi temi, non sulle quisquilie che spesso riempiono le cronache politiche.

Una riflessione anzitutto nel centrodestra dove si trovano le migliori intuizioni (per esempio su euro, Ue, emigrazione, sovranità nazionale, rapporti internazionali, valori tradizionali, tassazione, giustizia e sviluppo), ma spesso manca la riflessione strategica.

Le diverse componenti del centrodestra – che si stanno “annusando” per cercare un accordo elettorale – dovrebbero anzitutto meditare su quanto è accaduto in Italia nel 2011 e poi sulle vicende recenti: la Brexit, l’elezione di Donald Trump e le elezioni in Francia (e negli altri paesi europei). Continua

Mentre tutta l’Italia si è dovuta sorbire per giorni lo psicodramma del Pd che – almeno nella contesa pubblica – appare come un mero scontro di potere sulla leadership di Renzi, il vero duello politico, sulle questioni di fondo per l’Italia, è esploso nel centrodestra senza che i media se ne accorgessero.

Per la verità nemmeno il vario mondo del centrodestra se n’è accorto, perché non è un confronto di idee alla luce del sole – come sarebbe auspicabile e sarebbe utile – ma un braccio di ferro sotterraneo tra i leader.

Nel centrodestra si oppongono due linee strategiche alternative che riguardano davvero il presente e il futuro dell’Italia. Continua

Sabato scorso “Repubblica” apriva la sua prima pagina con i dati di un clamoroso sondaggio Demos. Il titolo era questo: “Pd e M5S ai minimi. Il 70 per cento è contro il voto”. Poi il sottotitolo: “Sodaggio: Gentiloni batte l’ex premier, salgono le destre”.

Tutta questa titolazione del giornale – anche a pagina 2 e 3 – dava molte notizie di grande interesse, ma evitando di esplicitare quella che – a mio avviso – è la più sorprendente di tutte. Prima di spiegare qual è voglio sottolineare le notizie esplicite. Continua

Abbiamo, in Italia, un centrodestra bigotto e giornali di centrodestra baciapile? Lo ha scritto Filippo Facci nel suo corsivo di qualche giorno fa su Libero e siccome quelle di Filippo sono spesso provocazioni interessanti ci ho riflettuto.

Mi sembra che la risposta sia “no”. Quanto ai cosiddetti “giornali di centrodestra”, direi che Facci ha confuso il bigottismo con il pluralismo, nel quale – finché non saranno cacciati nelle catacombe – hanno diritto di cittadinanza pure i cattolici.

La caratteristica di questi giornali è proprio la polifonia, la convivenza di culture e opinioni diverse, anche molto anticonformiste.

Infatti trovi in prima pagina il laico Facci, ma anche il cattolico Farina. Sull’eutanasia, per esempio, Vittorio Feltri ha, notoriamente, un punto di vista favorevole e si confronta di solito con opinioni diverse.

Non mi pare che capiti abitualmente nei giornali “illuminati” dal sole del progresso.

Dare spazio a idee differenti – perfino a quelle dei cattolici – non credo che si possa giudicare un disvalore o un crimine di bigottismo. Almeno per ora. Continua