Stando alle dichiarazioni di politici e mass media siamo tutti contro le violenze e gli abusi sulle donne. Siamo tutti contro le discriminazioni delle minoranze, contro il fanatismo fondamentalista e contro la pena di morte.
Infine siamo tutti dalla parte dei poveri e siamo tutti per accogliere i veri profughi vittime di crudeli persecuzioni.
Eppure da nove anni c’è una vicenda drammatica che riassume in sé questa dolorosa casistica – ha il nome della povera madre pakistana Asia Bibi, cattolica – e sui media italiani (come in Vaticano) non trova mai attenzione.
Lei è una madre poverissima, con tanti figli piccoli, ha subito atrocità e viene detenuta da nove anni in condizioni disumane, senza nessuna colpa se non quella di aver bevuto dove bevevano le sue compagne di lavoro islamiche e di aver risposto alle loro invettive “religiose” dicendo che lei crede in Gesù Cristo. Così è stata arrestata e condannata a morte con l’accusa di blasfemia. Continua