E’ stata feroce l’Unità con Calderoli per la maglietta su cui avrebbe fatto stampare le note vignette (dico “avrebbe” perché quella maglietta nessuno l’ha mai vista, è come il sarchiapone, si parla da giorni del nulla).

Domenica il giornale dei Ds lo definiva “il ministro indecente” e l’editoriale di Furio Colombo l’ha incenerito attribuendogli un “gesto volgare e irresponsabile” che – secondo Colombo – “ha provocato 11 morti (complice altrettanto irresponsabile un programma del Tg1 che ha trasmesso con allegria la vergognosa messa in scena)”.
Dunque non al dispotismo di Gheddafi e agli estremisti islamici vanno addebitati quei morti di Bengasi. No. Se ho ben capito l’articolo di Colombo sarebbero stati “provocati” dal gesto “volgare e irresponsabile” del ministro (la maglietta che non ha mostrato) “complice altrettanto irresponsabile il programma del Tg1” (che non ha mai mostrato le vignette).
Parole pesanti. Peccato che l’Unità e Furio Colombo dimentichino un particolare. Continua

Penso, come tanti, che le trovate e i modi del ministro Calderoli siano simpatici come una rettoscopia. Insomma il tipo non mi piace per niente. Ma ciò detto mi chiedo: che differenza c’è fra la sua vicenda e il “caso Rushdie”? La domanda potrà stupire, ma riflettiamoci con la mente libera.

Calderoli ha dichiarato di aver fatto fare una maglietta (ripeto: una banale maglietta), che nessuno ha ancora visto (ripeto: mai vista), dunque praticamente inesistente, dove ha fatto stampare alcune delle innocue vignette del giornale danese. E’ venuto giù il mondo: sia quello islamico, in Libia (con morti e feriti fatti dal regime), sia quello nostrano (intellettuali e politici in testa).
Il ministro, che ha già una fatwa pendente sulla sua testa, è stato “indicato” come “maiale” in un sito che si ritiene vicino ad Al Qaeda e tutti i giornali italiani, tutti i politici e gli intellettuali l’hanno moralmente e politicamente “linciato”. Continua

Mentre scoppia il “caso Calderoli”, loro in Iran (vedi foto) bruciano le croci…
La reazione violenta del mondo islamico alle vignette uscite sul noto giornale danese impazza da settimane e si allarga. Prima si è scatenata contro i loro autori che sono stati addirittura condannati a morte (ieri un religioso pakistano ha offerto 21 mila euro e un’automobile a chiunque li faccia secchi). Contemporaneamente si è scatenata contro tutta la Danimarca (con l’assalto alle ambasciate e il boicottaggio economico), contro vari altri paesi europei, contro Israele (che non c’entra niente), ma alla fine soprattutto contro i cristiani e la Chiesa cosicché un sacerdote cattolico romano, indifeso e innocente, don Andrea Santoro (uomo mite, di dialogo e di pace), è stato massacrato senza alcun motivo in Turchia, a Trebisonda, solo perché “cristiano”. E’ stato il capro espiatorio della rabbia islamica contro alcuni disegnatori satirici danesi. Continua

Il mondo islamico è in fiamme (e l’ Europa si bagna il pannolone facendosela sotto), l’ “Iran di Dio” si costruisce l’atomica per minacciare Israele e anche noi (tutto questo con il petrolio alle stelle), ma Prodi – con tuttociò – continua a parlare di mortadella.
L’ha fatto anche ieri.

Però la notizia di ieri è che il leader ulivista è stato, testualmente, accusato dagli allevatori di “aver offeso la bufala” (strano, ne ha allevate tante a cominciare da quella sulla famosa seduta spiritica).
L’altroieri ha pure bisticciato con Vespa su come si rigira la frittata. Fra un po’ si metterà la scodella in testa e litigherà col tiramisù.
Prima, da Casalecchio di Reno, aveva dato del nano al Cavaliere (come si sa Romano è un corazziere). La Sinistra ha un leader così.
A “Porta a porta” ha tenuto sulle spine per due ore gli spettatori facendo credere loro che stesse per addormentarsi da un momento all’altro.
Nel frattempo i suoi si azzuffano su tutto, dal nucleare ai Pacs, ai noglobal. Continua

Le vignette della discordia. Fra un fanatisnmo islamico violento e intollerante (innanzitutto con i cristiani) e una cultura europea cinica e ridanciana (anch’essa violenta con i cattolici), lo stupore per la tenerezza di Maria e l’irrompere del “miracolo”…. Continua

Giampaolo Pansa, spirito libero e leale, da sempre dichiaratamente di sinistra, sull’Espresso di questa settimana ha dato un prezioso suggerimento alla Quercia: “C’è un’arma” ha scritto “che può depotenziare l’offensiva del Cav sull’Unipol e dintorni.
Quest’arma ce l’hanno in mano i capi Ds, Piero Fassino e Massimo D’Alema per primi: dire tutta la verità sulla scalata alla Bnl e sui rapporti con i due manager che l’hanno ideata e attuata, Gianni Consorte e Ivano Sacchetti.
A tutt’oggi, nessuno del vertice diessino si è deciso a raccontarla per intero”.
Pansa non fa un appello generico, ma spiega: “prima di tutto è lampante che mancano molti tasselli… Infatti non conosciamo il testo di molte intercettazioni sul telefono di Consorte.
Per restare agli interlocutori diessini, i colloqui di Fassino con il capo dell’Unipol sarebbero ben diciassette: ne è stata pubblicata una e ne rimangono altre sedici.
Poi ci sono i colloqui tra Consorte e D’Alema: ce lo ha detto lo stesso presidente della Quercia.
Ci sono le telefonate di Nicola Latorre, collaboratore di D’Alema. I
nfine quelle di Ugo Sposetti, il tesoriere dei Ds: forse sono più dell’unica conosciuta”. Continua