I media che hanno celebrato, con centinaia di articoli, Carola Rackete come grande filantropa e benemerita dell’umanità, arrivando addirittura a proporla per il premio Nobel, neanche si sono accorti dell’improvvisa scomparsa, in queste ore, di Paola Bonzi. Perlopiù non sanno nemmeno chi era.

E’ ovvio, perché questa donna umile e cordiale, che aveva perso la vista all’età di venti anni, in 35 anni ha salvato migliaia di vite umane, quelle dei bambini non ancora nati (e le loro mamme), e non faceva le battaglia politiche che piacciono ai padroni del vapore.

Paola Bonzi ha donato tutta la sua vita ai più dimenticati. Instancabilmente, dal 1984 a ieri, ha aiutato 22.702 mamme in difficoltà, in procinto di abortire (o tentate dall’aborto), a superare i problemi e a far nascere i loro bimbi. Così, grazie all’aiuto del suo Centro di aiuto alla vita della Clinica Mangiagalli di Milano, sono nati 22.702 bambini, alcuni dei quali oggi sono trentenni. Continua

D’improvviso l’Italia radical-chic e post-comunista dell’estate 2019 si risvegliò filo democristiana.Tutti pazzi per la vecchia Dc. Tutti deliziati e incantati davanti alle foto di Alcide De Gasperi in vacanza in Valsugana eAldo Moro in giacca e cravatta sulla spiaggia di Terracina.

Che stile, che senso delle istituzioni, che sobrietà, che dignità, che “gravitas”. Elogi sperticati. Sono passati da “non vogliamo morire democristiani” a “che statisti quei democristiani”.

La “miracolosa” conversione è dovuta – come al solito – a Matteo Salvini, o meglio alle immagini di Salvini al mare a torso nudo.

Poco importa se da decenni tutti i politici vanno sulla spiaggia in costume come lui: ieri lo ha mostrato la galleria fotografica di “Libero” e perfino “Il Fatto quotidiano” ha ripubblicato foto di politici progressisti in costume (da Napolitano a Rutelli a Fassino) irridendo il “Corriere della sera” per il quale “Salvini è il primo politico a torso nudo al mare”. Continua

Come si accende la Tv e ci si sintonizza su un talk show il menù è sempre uno e solo quello: Matteo Salvini. Da mesi. Non si parla d’altro.

In molti casi sembra di assistere a “processi in contumacia” dove commentatori e conduttori in gran parte sono schierati, come un tribunale, tutti contro uno, Salvini. Poi apri i giornali ed è, più o meno, la stessa solfa.Una fissazione generale.

Ci sono illustri colleghi – che un tempo abbiamo apprezzato come sagaci e brillanti analisti – i quali ormai non scrivono che di lui. Ne sono così ossessionati – e tanto è il loro livore – che viene da credere che ne siano innamorati pazzi (politicamente parlando), essendo questo tipo di odio una maschera dell’infatuazione, come insegna René Girard. Continua

Qualche giorno fa, Sandro Magister, nel suo seguitissimo blog “Settimo cielo”  (sul sito dell’Espresso), ha così titolato un suo articolo: “Attacco globale contro il segreto della confessione. O carcere o scomunica”.

Si riferiva al pilastro della dottrina cattolica sulla confessione sacramentale, quello per cui ciò che viene detto dal penitente nel confessionale – anche sulla sua vita – resterà sempre segreto perché il sacerdote lì rappresenta Cristo e non può rivelare nulla, pena la scomunica. Ma la questione riguarda anche le altre confessioni religiose.

Magister ha elencato una serie di fatti. Il 13 luglio scorso in California “è stato sventato l’ultimo attacco”al segreto confessionale : una proposta di legge già approvata al Senato è stata fatta ritirare dal comitato statale per la sicurezza pubblica (dopo le proteste di 140 mila lettere, 17 mila email e centinaia di telefonate).

In precedenza la corte penale internazionale aveva respinto le richieste di Francia e Canada che andavano nella stessa direzione. Continua

La malattia è sempre un brusco risveglio dal sonno delle illusioni mondane in cui tutti viviamo. Ci mette davanti la nostra finitezza di uomini, la miseria della nostra condizione mortale. A volte ci precipita nella disperazione.

Ma spesso la nostra gente, ancora intrisa di sensibilità cristiana, in queste circostanze sfugge alla disperazione guardando in alto e ricordandosi di avere una Madre premurosa e buona.

A Bologna guardando in alto si vede il Santuario della Madonna di san Luca che è da sempre meta di una grande devozione popolare. Si dice scherzosamente – alla Guareschi – che anche i bolognesi atei credono alla Madonna di san Luca.

Così alcuni tifosi del “Bologna calcio”, saputo della malattia del loro popolare allenatore, Sinisa Mihajlovic, hanno lanciato un’iniziativa: “Amici e tifosi rossoblu, dobbiamo aiutare il nostro comandante Sinisa Mihajlovic e tutti i sofferenti a guarire dalla malattia… Non bastano – pur importantissimi – i nostri ‘Forza Sinisa’ o ‘Vincerai anche questa battaglia’. Per chi crede, la vittoria viene da Dio. Domenica 21 luglio faremo un pellegrinaggio al Santuario della Madonna di San Luca, Madre dei bolognesi e Madre del Bologna.Reciteremo il rosario e, per chi può, parteciperemo alla S. Messa che sarà celebrata per Sinisa e per quanti – familiari e amici – sono nella prova. Siete tutti invitati. Forza Sinisa e forza Bologna”. Continua

Prima la vicenda di Carola Rackete e della Sea Watch, per cui – oltretutto – l’Italia ha dovuto subire pure la tirata d’orecchie del presidente della repubblica tedesco Frank-Walter Steinmeier (immaginiamo cosa accadrebbe a parti invertite…).

Poi la nuova presidente della Commissione europea, la tedesca Ursula von der Leyen che minacciosamente avverte: “sui conti monitorerò l’Italia da vicino”. Chissà se monitorerà i conti della Francia (peggiori dei nostri) o il surplus commerciale della Germania. L’avvertimento  al nostro Paese svela la volontà di tenerlo sempresottomesso perché un’economia italiana libera dalle gabbie dell’euro sarebbe troppo competitiva (inoltre vogliono “punire” gli italiani che hanno votato come volevano). Continua

“L’Espresso”, il magazine di De Benedetti, distribuito con “La Repubblica”, ha avuto un’ideona. Una pensata così geniale e risolutiva che ci si chiede perché mai – nella storia dell’umanità – non si sia escogitata prima.

Sta nella copertina dell’ultimo numero: “Le frontiere uccidono… l’unica speranza è un mondo libero dai confini”.

Non è meraviglioso? Non vi pare la pensata del secolo o addirittura del millennio? A ispirare questa geniale copertina è l’antropologo Michel Agier, intervistato dal settimanale (il titolo della conversazione è: “L’unica speranza per il mondo è liberare i confini”). Continua

Una delle poche cose che sappiamo di Benjamin Tammuz è questa: nacque esattamente cento anni fa, l’11 luglio, in Unione Sovietica, arrivò nella terra d’Israele con la famiglia all’età di cinque anni ed è morto proprio trent’anni fa, il 19 luglio 1989, a Gerusalemme. Quindi il suo è un doppio anniversario.

L’altra cosa certa è che ha pubblicato alcuni romanzi, uno dei quali, “Il Minotauro”, è un autentico capolavoro e – quando uscì, nel 1980, in Israele (l’anno dopo tradotto in inglese) – fu definito da Graham Greene “il miglior romanzo dell’anno”. Continua

Diceva Totò che ci sono le cose vere e quelle supposte. Spesso i media dimenticano le cose vere per usare le seconde – le (cose) supposte – contro i propri avversari politici.

E’ il caso dei “muri” , ovvero le barriere (rafforzate) di confine fra gli stati. I media sono interessati solo a due muri, quello che Donald Trump  vuole costruire sul confine messicano e quello che Matteo Salvini ha ipotizzato per la frontiera con la Slovenia.

Sono due muri che non esistono al momento, eppure sono al centro delle polemiche. Poi ci sono i muri veri, ma quelli non attirano l’attenzione dei media. Perché non si possono usare per propaganda.

Per esempio, si polemizza contro il muro che Trump vorrebbe costruire, tuttavia non si considera il muro, fra Usa e Messico, che è già stato costruito dai predecessori di Trump.

Forse perché fra loro c’è il democratico Bill Clinton ? O dispiace ricordare che fra i senatori che nel 2006 votarono per il rafforzamento di quel muro c’erano anche Hillary Clinton  e Barack Obama?

Elisabeth Vallet, docente di Geografia all’Università del Québec, a Montreal, ha fatto uno studio sui muri: sono circa settanta, più altri sette in preparazione. La prima sorpresa è questa: non si tratta perlopiù di muri dell’egoista Occidente ricco  per lasciare fuori i poveri, come Bergoglio va dicendo. Continua

La Sinistra di (sa)lotto e di governo celebra se stessa, anche al Premio Strega. E infatti – annuncia “Repubblica” – il vincitore Antonio Scurati “esulta col pugno chiuso”.

Oggi quelli che alzano orgogliosamente il pugno chiuso non li trovi più nelle fabbriche metalmeccaniche (dove magari votano Lega), nelle fonderie o fra i braccianti del Sud. Ma c’è chi alza il pugno chiuso al Ninfeo di Villa Giulia, nel “salotto” del Premio Strega. Fra bella gente borghese e illuminata che di lì a poco, signora mia, si destreggia fra tartine e brindisi.

Poi, naturalmente, siccome non siamo più negli anni Settanta e Scurati è un bravo scrittore di ampie vedute, che scrive cose interessanti, ci ha tenuto a precisare che era un gesto sentimental-generazionale, che non richiama il comunismo, ma casomai il mainstream radical-chic.

Perciò a “Repubblica” ha spiegato: “Non era un messaggio politico. Semmai un gesto ereditato dai padri, un gesto che viene dalla mia formazione giovanile. Ho cinquant’anni e anche se sono figlio del riflusso degli anni Ottanta appartengo all’ultima generazione formata sugli ideali dell’antifascismo”.

A dire la verità il pugno chiuso come simbolo politico precede la nascita del fascismo e poi c’è l’antifascismo che non sta a sinistra e non si riconosce nel pugno chiuso. In ogni caso si comprende che Scurati si sente non solo autore di un libro, ma paladino della civiltà. Continua