Il mondo islamico è in fiamme (e l’ Europa si bagna il pannolone facendosela sotto), l’ “Iran di Dio” si costruisce l’atomica per minacciare Israele e anche noi (tutto questo con il petrolio alle stelle), ma Prodi – con tuttociò – continua a parlare di mortadella.
L’ha fatto anche ieri.

Però la notizia di ieri è che il leader ulivista è stato, testualmente, accusato dagli allevatori di “aver offeso la bufala” (strano, ne ha allevate tante a cominciare da quella sulla famosa seduta spiritica).
L’altroieri ha pure bisticciato con Vespa su come si rigira la frittata. Fra un po’ si metterà la scodella in testa e litigherà col tiramisù.
Prima, da Casalecchio di Reno, aveva dato del nano al Cavaliere (come si sa Romano è un corazziere). La Sinistra ha un leader così.
A “Porta a porta” ha tenuto sulle spine per due ore gli spettatori facendo credere loro che stesse per addormentarsi da un momento all’altro.
Nel frattempo i suoi si azzuffano su tutto, dal nucleare ai Pacs, ai noglobal. Continua

Le vignette della discordia. Fra un fanatisnmo islamico violento e intollerante (innanzitutto con i cristiani) e una cultura europea cinica e ridanciana (anch’essa violenta con i cattolici), lo stupore per la tenerezza di Maria e l’irrompere del “miracolo”…. Continua

Giampaolo Pansa, spirito libero e leale, da sempre dichiaratamente di sinistra, sull’Espresso di questa settimana ha dato un prezioso suggerimento alla Quercia: “C’è un’arma” ha scritto “che può depotenziare l’offensiva del Cav sull’Unipol e dintorni.
Quest’arma ce l’hanno in mano i capi Ds, Piero Fassino e Massimo D’Alema per primi: dire tutta la verità sulla scalata alla Bnl e sui rapporti con i due manager che l’hanno ideata e attuata, Gianni Consorte e Ivano Sacchetti.
A tutt’oggi, nessuno del vertice diessino si è deciso a raccontarla per intero”.
Pansa non fa un appello generico, ma spiega: “prima di tutto è lampante che mancano molti tasselli… Infatti non conosciamo il testo di molte intercettazioni sul telefono di Consorte.
Per restare agli interlocutori diessini, i colloqui di Fassino con il capo dell’Unipol sarebbero ben diciassette: ne è stata pubblicata una e ne rimangono altre sedici.
Poi ci sono i colloqui tra Consorte e D’Alema: ce lo ha detto lo stesso presidente della Quercia.
Ci sono le telefonate di Nicola Latorre, collaboratore di D’Alema. I
nfine quelle di Ugo Sposetti, il tesoriere dei Ds: forse sono più dell’unica conosciuta”. Continua

Caro Direttore, sono stupito dal clamore che hanno avuto su Libero le mie considerazioni sul candidato migliore per la Cdl alle prossime elezioni. E vorrei chiarire la mia idea per spazzar via i veleni meschini di chi mi ha chiamato “voltagabbana”.

Ho detto no all’idea generosa e provocatoria di Giuliano Ferrara sulla “manifestazione pro Cavaliere” proprio perché lo stesso Giuliano, prima di me e con maggiore autorevolezza, due mesi fa, mise nero su bianco la sua idea sull’esaurimento della “spinta propulsiva” di “Berlusconi premier”.
Come si vede in ambiente “berlusconiano” (compreso il giornale di Dell’Utri) si parla liberamente, anche della candidatura del Cavaliere. Senza scandalo e – spero – senza scomuniche, senza “processo di Verona” e senza “processi di Mosca”.
Solo nelle tradizioni di fascisti e comunisti si considera disertore chi riconosce che le cose non vanno. Continua

Ecco due interviste al Corriere della sera e al Foglio in cui ho cercato di esprimere alcune idee sulle prossime elezioni…

Corriere della sera 20 gennaio 2006 Continua

“Lo spirito delle primarie se n’è andato” lamenta costernato Romano Prodi che di spiriti se ne intende. E poi intima: “o si corre sotto un’unica bandiera o è meglio che ciascuno corra con la sua”.

La lista unica – ormai un fantasma inarrivabile – servirebbe al professore bolognese per imporre la sua leadership sui singoli partiti e per fermare le spinte allo sfascio del centrosinistra che negli ultimi giorni si sono fatte più forti.
Non bastava il bailamme scoppiato sul programma (dopo aver lavorato per mesi a un librone dei sogni, Prodi se l’è visto bocciare da metà della sua coalizione), non bastava il ciclone Unipol sui Ds (margheriti e prodiani sono pur sempre sulla stessa barca, anche se non nella stessa banca), adesso c’è Pannella che – appena legittimato dallo stesso Prodi – provvede a bombardare il tentativo prodiano di ricucire con la Chiesa e col mondo cattolico.
Dalla padella alla brace e dalla brace a Pannella.
L’inizio della campagna elettorale di Prodi sembra più accidentato della sintassi di Di Pietro e della “r” di Bertinotti. Continua

La “questione morale” disse Enrico Berlinguer “è il centro del problema italiano”.
Aveva ragione.
Ieri sul Corriere della sera lo storico Giuseppe Vacca, presidente dell’Istituto Gramsci, ha rifiutato come “un abbaglio” questa evocazione a proposito della “vicenda Opa Unipol”.
Vacca afferma che il concetto di questione morale “non è ben definito né dal punto di vista giuridico né dal punto di vista etico”.
Ma la celebre intervista con cui Berlinguer il 28 luglio 1981 lanciò la crociata per la “questione morale” invece è molto precisa e attuale.
Come sanno i “fratelli-coltelli” di “Liberazione” (organo del partito di Bertinotti) che ieri l’hanno rilanciata contro la Quercia con questo provocatorio titolo virgolettato: “Attenti a quei partiti che scalano le banche”.
L’impostazione di Berlinguer potrebbe essere fatta propria da un centrodestra liberale. Perché non è affatto una posizione moralistica-giacobina come quella della stagione di “Mani pulite”.
Egli affermava: “La questione morale non si esaurisce nel fatto che, essendoci dei ladri, dei corrotti, dei concussori, bisogna scovarli e metterli in galera…”. Questo è ovvio.
Per lui la più grave questione morale è “l’occupazione dello stato da parte dei partiti”.
Spiegava: “i partiti hanno occupato lo Stato e tutte le sue istituzioni. Hanno occupato gli enti locali, gli enti di previdenza, le banche, le aziende pubbliche, gli istituti culturali, gli ospedali, le università, la RaiTV, alcuni grandi giornali”. E giustamente denunciava “il mercimonio che si fa dello Stato, le sopraffazioni, i favoritismi, le discriminazione”. Continua