Seguire le sue tracce nella storia e nella cronaca è sorprendente…

Vi parrà bizzarro, ma l’evento più interessante di questa campagna elettorale, per me, è accaduto domenica scorsa a Milano al Palasharp. Sebbene fossero presenti 25 mila persone nessuno ne ha dato notizia. In apparenza non c’entra con le elezioni, ma, come vedremo, non è così. Continua

FUORI I NOMI

Interessante editoriale di Ernesto Galli Della Loggia sul Corriere della sera (6/4). Le vergognose gazzarre inscenate per impedire a Giuliano Ferrara di parlare della sua lista contro l’aborto – dice Galli – non si possono liquidare “tirando in ballo le solite frange folli”. Perché c’è nelle loro azioni “l’eco del disprezzo e della manipolazione che in Italia viene regolarmente riservato a chi non la pensa come noi”.
Tale disprezzo e tale manipolazione – denuncia Galli – vengono “spessissimo dai più illustri commentatori, dai rappresentanti più accreditati della cultura”.
E cioè? Chi? Direbbe Pigi Battista: fuori i nomi.
Galli i nomi non li fa, ma rincara la dose. Spiega che alla demonizzazione dell’avversario, alla “costruzione della figura del nemico pubblico numero uno” in Italia si dedica “per lo più la crema intellettuale del Paese, uomini e donne assolutamente dabbene”.
Ma i nomi? Non ci sono. Peccato. Il coraggioso “j’accuse” si ammoscia un po’ quando è indirizzato verso anonimi. Continua

Dev’essere stato sgradevole, per Eugenio Scalfari, vedere la pagina che sabato scorso apriva il settore cultura del suo quotidiano a proposito dei Guf (Gruppi universitari fascisti) del Ventennio. E sarebbe molto interessante se oggi che è un monumento vivente del giornalismo e ama dedicarsi a grandi temi filosofici, Scalfari volesse darsi pure alla memorialistica, ricostruendo la sua esperienza di quegli anni (come fecero – per fare esempi a lui vicini, pur con storie diverse – Norberto Bobbio ed Enzo Forcella).

Con Scalfari discussi – forse troppo polemicamente – di quelle vicende nel 1993, dalle colonne dell’ “Indipendente” di Vittorio Feltri (lui rispose dalla sua Repubblica). Erano usciti due volumi (la quarta parte, “Mussolini l’alleato”) della grande opera di Renzo De Felice sul fascismo edita da Einaudi. A pagina 888 si narrava una vicenda sorprendente che riguardava proprio Scalfari. Cosa c’entrava lui, che nel ’43 aveva 19 anni, con la storia di Mussolini? Continua

MANZONI E LA CAMORRA

Roberto Saviano – intervistato da Fabio Fazio a “Che tempo che fa”, domenica sera – ha raccontato che gli hanno telefonato da un giornale della lontana Mongolia per sapere perché l’Europa è piena di immondizia.
In Italia si pensa che tutta Napoli sia sommersa. In Europa pensano che sia sommersa l’Italia. E dalla Mongolia vedono tutta l’Europa nella monnezza.
Lo strepitoso aneddoto dovrebbe far riflettere tutti.
Saviano è uno scrittore ottimo ed eroico (rischia veramente la vita).
Ha solo 29 anni, ma merita tutto il successo che ha raggiunto con il suo romanzo “Gomorra”: più di un milione di copie vendute in Italia, la copertina di Time, il New York Times che lo incorona fra i grandi scrittori del 2007.
A Fazio ha regalato una perla: “scrivo per difendere la mia anima”. Continua

Perché il Corriere della sera ha “censurato” Magdi Allam? Dico “censurato” con le virgolette perché si tratta “solo” di un taglio (circa un terzo) del suo articolo. Tuttavia stupisce scoprire che quella “lettera aperta al Direttore” sul suo battesimo amministrato dal Papa (un fatto che sta facendo il giro del mondo e sta suscitando un vespaio di polemiche), domenica scorsa non è stata pubblicata “nella sua versione integrale”, ma “solo parzialmente”, come lo stesso Allam segnala nel suo sito. Continua

SCUOLA DI VITO
Giuliano Ferrara è un amico che stimo e ammiro. Ma non so perché abbia “lanciato” Vito Mancuso come teologo di massa (seguito a ruota da Gad Lerner): farsi spiegare il cristianesimo da Mancuso è come farsi spiegare Milton Friedman da Bertinotti o i libri di Pansa da Giorgio Bocca.
E’ legittimo che Mancuso abbia cucinato una sua minestra riscaldata di vecchie idee trite e ritrite. Ma si tratta di “mancusese”, non di cristianesimo. Lo dimostra proprio il suo lungo minestrone servito sul Foglio di Pasqua.
VITO ALLE URNE
Sostiene Mancuso: “Nego che per essere salvi di fronte a Dio occorra credere che quell’evento (la Resurrezione, nda) sia avvenuto (…)
Se domani si ritrovasse un’urna con le ossa di Gesù di Nazaret, per i miei valori e la mia visione del mondo non cambierebbe molto”.
Ma per i cristiani cambierebbe tutto.
Non a caso san Paolo scrive: “Se Cristo non è risuscitato, vana è la nostra predicazione, vana la nostra fede” (1 Cor 15, 14).
VITO E I TRALCI
Aggiunge Mancuso: “Io sono discepolo di Gesù, non perché Gesù è risorto, ma perché credo che le sue parole conducono alla vita eterna”.
Tralasciando l’assenza del congiuntivo, qui a confutare Mancuso è addirittura sant’Agostino, padre e dottore della Chiesa, il quale, opponendosi ai pelagiani che esaurivano la missione di Gesù nelle sue parole e nel suo esempio, scrisse nel Contra Iulianum: “Questo è l’orrendo e occulto veleno del vostro errore: che pretendiate di far consistere la grazia di Cristo nel Suo esempio e non nel dono della Sua persona”.
Intendendo con ciò la sua incarnazione, la morte e la resurrezione a cui attingiamo oggi con i sacramenti.
VITO E LA VIA (DI DAMASCO)
Prosegue Mancuso: “Per quanto concerne le apparizioni (di Gesù risorto, nda) è decisivo notare che tutti i destinatari erano già credenti”.
Ma è davvero così? E Paolo di Tarso? Era così credente che perseguitava ferocemente i cristiani.
Gesù risorto, dopo essere apparso agli apostoli, appare anche a lui (1Cor 15, 3-7): la sua conversione deriva da questo fatto imprevisto.
Ne ha mai sentito parlare Mancuso? Non sembra, infatti aggiunge: “Ne viene che la fede si mostra come la condizione a priori dell’apparizione.
Senza fede, nessuna apparizione”. Inutile ogni commento…
VITO E LA VITA (ETERNA)
Conclude Mancuso: “Una cosa è sicura: nella dimensione senza tempo e senza spazio che è propria dell’eternità di Dio, non può sussistere nulla di materiale.
Il corpo in carne e ossa di Gesù ‘in cielo’ non esiste”.
Come fa Mancuso a definire questa baggianata: “cosa sicura”? C’è stato lui in cielo?
La Chiesa insegna che non solo Gesù è asceso al Cielo col suo corpo, ma anche Maria è stata assunta in cielo in corpo e anima (è un dogma di fede: è la prima degli eletti).
E in effetti così, tangibilmente concreta, si è mostrata a coloro che l’hanno vista a Rue du Bac, Lourdes, La Salette, Fatima, Medjugorje…
Il grande Romano Guardini ha scritto: “La Risurrezione e la trasfigurazione ci sono necessarie per comprendere veramente cos’è il corpo umano (…). In realtà, soltanto il cristianesimo ha osato porre il corpo nelle profondità più recondite di Dio”.
LA BELLA FANCIULLA
Guardini è citato da Paolo VI nel celebre discorso “La risurrezione fisica di Gesù Cristo”, pubblicato su “30 Giorni” (1/2008) con uno straordinario saggio del filosofo Massimo Borghesi che demolisce i moderni sofismi (a cui attinge Mancuso), che circolano anche in ambiente cattolico, sulla risurrezione di Gesù.
La copertina è dedicata al 150° anniversario delle apparizioni di Loudes. Titolo: “Una bella fanciulla, una povera bambina, i miracoli”.
Perché nel cristianesimo non si tratta di astrusi sistemi di pensiero, ma si tratta di guardare e toccare con mano i fatti. Quindi amare.

Fonte: © Libero – 25 marzo 2008

Oggi, in Gran Bretagna, la Bbc trasmetterà l’annunciatissimo film-inchiesta sulla Sindone intitolato “Shroud of Turin. A conflict of evidence” con cui si riaprirà tutto il dossier relativo all’analisi al C14 fatta nel 1988. Tali e tante sono le scoperte e gli studi che, grazie ai più elaborati mezzi tecnico-scientifici, hanno dimostrato la fallacia di quella datazione medievale e la provenienza del Lenzuolo, con certezza, dalla Giudea e dal I secolo d.C., che pure il professor Christopher Ramsey, direttore del laboratorio di Oxford che fece quelle analisi, dichiara: “i miei colleghi potrebbero essersi sbagliati”. Continua

MONTI E TREMONTI

I dogmi, spazzati via dalla religione, ritornano nel dibattito culturale. Specialmente in economia.
La fede (cieca) sugli effetti benefici della “mano invisibile del mercato”, ha rimpiazzato quella (avveduta) sulla mano invisibile della Provvidenza.
E’ evidente anche nel dibattito su protezionismo e liberismo provocato dall’uscita del libro di Giulio Tremonti, di cui parla un articolo di Filippo Andreatta sul Corriere della sera (17/3).
Si continua a fingere che esistano liberismo e protezionismo, come teorie economiche astratte dai tempi e dai luoghi. Invece esistono solo gli interessi delle nazioni e delle produzioni dominanti che impongono ora politiche protezioniste ora liberiste nei momenti e nei luoghi determinati dalla propria convenienza commerciale. Continua

MARTIN PECCATORE

A proposito di Martin Heidegger resta ancora aperta la discussione – per niente marginale – sul suo antico “filo-hitlerismo”. Ma il filosofo è stato sdoganato a sinistra e sembra sgarbato oggi entrare in argomento.
Lo fa coraggiosamente sull’Avvenire (8/3) Andrea Galli, ricordando che Benedetto Croce definì “indecente e servile” il discorso sull’ “Autoaffermazione dell’Università tedesca” pronunciato da Heidegger nel 1933.
Tuttavia da sinistra Gianni Vattimo, nel suo libro-intervista “Non essere Dio”, ha scritto: “Se Heidegger rimane sempre un po’ reazionario – mi verrebbe da dire provocatoriamente – più ancora che per la sua parentesi nazista è perché cerca l’evento originario di un’epoca nei poeti o nelle parole dei presocratici”. Continua