Ma chi ha ucciso Aldo Moro?
Se gli studenti che in queste ore manifestano per le vie di Roma capitano a via Caetani, dove il 9 maggio 1978 fu ritrovato il corpo dello statista assassinato, e leggono la lapide che ricorda la tragedia, cosa apprendono?
Ieri “Avvenire” ha sollevato il problema di questa incredibile lapide che “Il Comune di Roma pose nel I anniversario della morte”.

Se la grande targa bronzea risale al primo anniversario, significa che fu realizzata nel maggio 1979, al tempo della prima amministrazione di sinistra, con un sindaco eletto nelle liste del Pci.
E’ sconcertante che sia rimasta fino ad oggi. C’è da sperare che il sindaco Alemanno la faccia picconare via e sostituire perché – come si sente ripetere sempre a Sinistra – “la memoria è importante” e non ha futuro un Paese che la cancella o la stravolge. Continua

“Va bene, parlate di ricerca, dell’importanza della ricerca universitaria, dei ricercatori, ma, oltre a cercare, c’è qualcuno che trova?”. L’irriverente battuta di Vittorio Feltri a Matrix, venerdì sera, sarà stata urticante per tanti che lavorano nelle nostre università. E al momento ha lasciato interdetto anche me.

Però, riflettendoci, bisogna riconoscere che sarebbe una vera “rivoluzione” se chi ricerca trovasse. Pare l’uovo di Colombo. Ma sarebbe la “rivoluzione”: fare in modo che chi ha le qualità e l’intelligenza per “trovare”, abbia anche cittadinanza e fondi nella ricerca universitaria. A volte terreno di pascolo di baroni o di inconcludenti da accantonare. E’ vitale poter valorizzare la più importante delle nostre risorse, l’intelligenza. Farla tornare in Italia se è espatriata. Che a “trovare” non sia spesso chi ricerca nelle università è innanzitutto una verità storica. Molte delle più importanti scoperte moderne sono sbocciate fuori dalle università, spesso da outsider che hanno lavorato con pochissimi mezzi e che gli accademici parrucconi – quelli che disponevano di tanti mezzi – guardavano dall’alto in basso. Continua

Robert Hughes definì “cultura del piagnisteo” quella della sinistra politically correct. Ma anche la destra reazionaria vive di geremiadi. Il piagnone sommo, Oswald Spengler, le unisce. Da questi acquitrini di lacrime, nel XX secolo, sono nati frutti avvelenati. Oggi col crollo delle Borse tornano gli apocalittici. Stanno col culo al caldo, ma annunciano il tramonto dell’Occidente. Se si voltassero (“metanoia”, convertire lo sguardo) vedrebbero l’alba di un tempo nuovo. E gente non disperata: i cristiani. Continua

Quando i bambini si “mangiano” i (post) comunisti…

Nel “caso Cofferati” c’entra Dio. Dopo spiegherò il perché. Prima la notizia: il sindaco di Bologna non si ricandida perché sceglie di stare col figlio piccolo. In sostanza il bambino si è dolcemente “mangiato” il (post) comunista. Continua

Di fronte al bel discorso del Papa, quello del Presidente Napolitano ha deluso.
Benedetto XVI ha parlato davanti alla storia e al popolo italiano. Napolitano invece è sembrato prendere sul serio Gad Lerner. Peccato. Perché l’intervento aveva qualche spunto molto bello. Ora sarà sicuramente ridotto – dai media – all’accenno sul razzismo. E non sarà una “riduzione” imputabile ai soli giornalisti.
Forse lassù al Colle in questi giorni hanno guardato l’Infedele (e la sua appendice santoriana di giovedì) e hanno confuso lo spettacolo televisivo con la realtà. Continua

A proposito delle recenti polemiche sul 20 settembre e sulle multe alle prostitute….

Ieri Paolo Franchi, sul Corriere della sera, metteva in guardia dal tentare qualsiasi “revisionismo storico” sul Risorgimento per non cadere nel “ridicolo” e non mettere in pericolo lo stesso stato nazionale. In pratica Franchi scomunica il cosiddetto “uso pubblico della storia”. Continua

Una rivelazione su ciò che Gesù gli disse quel 20 settembre….

Il 20 settembre è il 90° anniversario della stimmatizzazione di padre Pio e il 23 settembre è il 40° della morte. Proprio alla vigilia di entrambi sta per uscire un libro di don Francesco Castelli che contiene documenti inediti, eccezionali, sull’episodio delle stimmate e sulla loro origine. In uno di essi “il cappuccino svela – non lo farà mai più durante la sua vita – il toccante dialogo fra lui e il misterioso personaggio, autore delle stimmate” e le parole che spiegano il motivo di quelle stimmate. Continua

Ma cos’è successo ad Adriano Sofri?
Come ha potuto fare un simile autogol?
Premetto che io sono fra gli innocentisti. Non ho mai creduto alla sua personale colpevolezza come mandante dell’omicidio Calabresi, per il quale è stato condannato dal tribunale insieme ad altri ex esponenti di Lotta Continua.
Mi sembra che i processi non abbiano fornito certezze sul suo conto, perciò penso che doveva essere assolto.

Tempo fa ho accettato un invito da Lerner e sono andato all’ “Infedele” proprio per una serata su Sofri, in sostegno di un uomo in galera (a mio avviso ingiustamente).
Vorrei tornarci oggi all’Infedele, per discutere con lui delle enormità che ha scritto ieri sul Foglio, ma non credo che Lerner abbia il coraggio di metterle a tema nel suo programma. E dubito che Sofri accetterebbe un confronto. Costoro non sono tipi da mettersi in discussione così. Continua

Gentile Concita De Gregorio,

seguo con curiosità e interesse il nuovo corso dell’Unità, da lei diretta.
Per questo le vorrei segnalare un infortunio strano accaduto ieri.
Dunque ieri tutti i quotidiani in prima pagina davano la notizia della feroce aggressione a quattro frati, perpetrata da una banda criminale entrata dentro al convento di san Colombano Belmonte, in provincia di Torino. Gli anziani religiosi sono stati picchiati ferocemente e rapinati: uno è ridotto in fin di vita. E’ stata una violenza selvaggia.
Tutti i quotidiani, dicevo, richiamavano questa notizia in prima pagina: tutti eccetto l’Unità.
Certo, la fondamentale rubrica di Maria Novella Oppo che deve strillare ogni giorno contro Gasparri è molto più importante, ci sarà la fila all’edicola per leggerla, ma almeno un minuscolo richiamo a quei poveri, vecchi frati non si poteva fare? Continua