DISTRAZIONI Il 15 ottobre l’Unità dedica una pagina all’anniversario della Rivoluzione d’ottobre: “1917, cronaca del giorno in cui nacque il Novecento”. Ma – nota maliziosamente Gianni Gennari sull’Avvenire – “in 350 righe fervide di memorie, Stalin è nominato solo una volta, alla fine e di sfuggita! Che dire?”. Si può ricordare l’Unità del 6 marzo 1953 che titolava a tutta pagina: “Stalin è morto. Gloria eterna all’uomo che più di tutti ha fatto per la liberazione e per il progresso dell’umanità”. Non c’è gratitudine a questo mondo per un così stupendo benefattore e filantropo. Prima gli si promette “gloria eterna”, poi lo si dimentica come un Togliatti qualsiasi. Continua

DISTRAZIONI
Il 15 ottobre l’Unità dedica una pagina all’anniversario della Rivoluzione d’ottobre: “1917, cronaca del giorno in cui nacque il Novecento”. Ma – nota maliziosamente Gianni Gennari sull’Avvenire – “in 350 righe fervide di memorie, Stalin è nominato solo una volta, alla fine e di sfuggita! Che dire?”. Si può ricordare l’Unità del 6 marzo 1953 che titolava a tutta pagina: “Stalin è morto. Gloria eterna all’uomo che più di tutti ha fatto per la liberazione e per il progresso dell’umanità”. Non c’è gratitudine a questo mondo per un così stupendo benefattore e filantropo. Prima gli si promette “gloria eterna”, poi lo si dimentica come un Togliatti qualsiasi. Continua

…Ma potete star certi che in occasione della beatificazione di domenica prossima la Chiesa finirà di nuovo sul banco degli accusati… Continua

Giovedi 11 ottobre Michele Santoro fa appello a Prodi e D’Alema per il ritorno di Daniele Luttazzi sugli schermi Rai e lunedi 15 l’Unità stronca il comico.
Adele Cambria, firma storica del femminismo, evoca uno spettacolo luttazziano dei tardi anni ’70 che “già allora” le parve “fallocratico” in quanto “il discorso ossessivo sul pompino non lo si trovava rivoluzionario e nemmeno politico”.
Oggi la Cambria è tornata a vedere lo spettacolo “Barracuda 2007” e la bocciatura di Luttazzi è doppia.
Per le “avventate” battute sulla politica (“A Roma quest’estate ha fatto talmente caldo che si sono sciolti i Ds”), ma soprattutto perché da lì “il discorso precipita nel ginecologico, né manca di citazioni anali”. E perché poi “il comico impugna decisamente il celebrato pompino” e alla fine “non manca di deprecare le ‘resistenti’ ” . Resistere, resistere, resistere? Quando si dice la parabola di certe parole a Sinistra… Continua

BANDIERA ROTTA Nessuno è perfetto. André Glucksmann in una intervista ha dichiarato che con l’Urss il mondo era più sicuro: “La catastrofe più grande è stata la dissoluzione dell’Unione Sovietica” (1). Già sentita. All’intellettuale francese non farà piacere, ma Vladimir Putin nell’aprile 2005 aveva usato quasi le stesse parole: “La più grande catastrofe geopolitica del XX secolo”. E aveva suscitato un certo scandalo. Sta nascendo un nuovo revisionismo? Tutto sommato stava già dentro a una vecchia battuta di Altan: “Si stava meglio quando gli altri stavano peggio”. Continua

DA OMERO A DANTE, QUANTE GAFFE DOTTOR SCALFARI
C’era una volta la Sinistra dei migliori, quella antropologicamente “diversa” e culturalmente superiore… Continua

DE MEZZALUNA
Rivelazione clamorosa dello storico Giovanni De Luna (1). In una recensione al libro di Mark Kurlansky, “Un’idea pericolosa. Storia della non violenza” (Mondadori), scrive che, per quanto riguarda gli “ambiti religiosi, il concetto della non violenza fu elaborato (praticamente a partire dal VI secolo a.C., in una traiettoria che da Buddha arriva a Gesù e a Maometto)”. Perbacco! Maometto profeta della non violenza? Urge consigliare allo storico una biografia: Maxime Rodinson, “Maometto” (Einaudi). Continua

“A Roma spadroneggia un piccolo gruppo di padreterni, i quali si sono persuasi, insieme con qualche ministro, di avere la sapienza infusa nel vasto cervello”. Questa micidiale zampata (datata 1919) di Luigi Einaudi apriva l’editoriale di ieri del Corriere della sera, firmato da Gian Antonio Stella (uno dei due autori del meritorio best-seller “La casta”).
Una bella sberla sul Palazzo. Ma sentite il seguito di Einaudi servito dall’editoriale di Stella: “Bisogna licenziare questi padreterni orgogliosi… Troppo a lungo li abbiamo sopportati”. E ancora: “si sciolgano commissioni, si disfino commissariati e Ministeri” cosicché “un po’ alla volta tutta questa verminaia fastidiosa sia spazzata via. Coloro che lavorano sono stanchi di essere comandati dagli scribacchiatori di carte d’archivio” superiori alla società governata “soltanto per orgoglio e incompetenza”.
Qui la “sberla” del Corriere sembra diretta personalmente a Prodi, visto che il premier, giorni fa, si è avventurato a sentenziare che la società civile “non è migliore” di lorsignori politici. L’editoriale di Stella aveva questo titolo: “Einaudi, la casta e l’Italia del ’19”. Le ampie citazioni di Einaudi provengono dagli articoli che egli scriveva per il Corriere della sera di Albertini. Non è la prima volta che Paolo Mieli – direttore, ma anche storico – evoca il Corriere albertiniano. Continua

E’ dal 15 marzo 2006 che Paolo Pillitteri ripete nei suoi articoli la stessa battuta: Forza Italia voleva essere un partito liberale “di massa” ed è diventato un partito liberale “di messa”. Forse non ha ancora trovato qualcuno che si sia accorto del suo strepitoso umorismo, perciò continua a ridirla.
E’ il momento – perché Pillitteri è intelligente e lo merita, e anche per evitare il protrarsi della gag – di prenderlo sul serio. E di consigliargli un libro appena uscito: “Dialogo su Dio”, il carteggio (1941-1952) fra Benedetto Croce e Maria Curtopassi, curato da Giovanni Russo per le edizioni Archinto. Non solo per constatare quanto si avvicinò a Dio il “papa” della cultura laica nazionale. Ma anche per riflettere sulla vera cultura laica. Continua