A parte le questioni che ho sollevato col mio libro “Non è Francesco” e al di là delle domande che lì ho posto, anche relative al Conclave (a cui non ho ancora avuto risposta), vorrei ricordare una questione di principio valida sempre e per tutti i papi.
Molti continuano a evocare a sproposito il dogma dell’infallibilità papale per qualunque cosa dica o faccia il papa. Dovrebbero studiare meglio e di più per evitare di prendere abbagli.
La dottrina cattolica, mentre col Concilio Vaticano I proclama il dogma dell’infallibilità papale (nelle dovute forme e in certe ristrette circostanze, sottolineando che il papa deve custodire il depositum fidei a lui consegnato e non inventare nuove dottrine), non afferma affatto che un papa è sempre e comunque infallibile (tanto meno che è impeccabile).
Anzi, arriva perfino a riconoscere la possibilità di un papa eretico.
Fattispecie grazie al cielo teorica, per ora, ma non del tutto se si considera la storia della Chiesa.
Per esempio, è istruttivo il controverso caso di papa Onorio che fu condannato per eresia nel Concilio Costantinopolitano III (680-681), riconosciuto sesto concilio ecumenico da tutte le chiese cristiane, poi dal successore, papa Leone II (682-683) e nel settimo (787) e ottavo (869-870) Concilio Ecumenico, da papa Adriano II (867-872).
C’è una bussola certa e infallibile per non perdere la retta fede, anche nel caso in cui un papa sbagliasse, ed è quella di aderire alla fede cattolica che la Chiesa ha sempre e dovunque insegnato e tramandato.
Alla Tradizione e alla Legge di Dio infatti sono sottoposti anche i papi. Come si legge in un libro di Joseph Ratzinger: “Il papa non può dire: La Chiesa sono io, oppure: La tradizione sono io, ma al contrario ha precisi vincoli, incarna l’obbligo della Chiesa a conformarsi alla parola di Dio”.
Foto: INFALLIBILITA' </p>
<p>A parte le questioni che ho sollevato col mio libro "Non è Francesco" e al di là delle domande che lì ho posto, anche relative al Conclave (a cui non ho ancora avuto risposta), vorrei ricordare una questione di principio valida sempre e per tutti i papi.<br />
Molti continuano a evocare a sproposito il dogma dell'infallibilità papale per qualunque cosa dica o faccia il papa. Dovrebbero studiare meglio e di più per evitare di parlare a sproposito e di prendere abbagli.<br />
La dottrina cattolica, mentre col Concilio Vaticano I proclama il dogma dell'infallibilità papale (nelle dovute forme e in certe ristrette circostanze, sottolineando che il papa deve custodire il depositum fidei a lui consegnato e non inventare nuove dottrine), non afferma affatto che un papa è sempre e comunque infallibile (tanto meno che è impeccabile).<br />
Anzi, arriva perfino a riconoscere la possibilità di un papa eretico.<br />
Fattispecie grazie al cielo teorica, per ora, ma non del tutto se si considera la storia della Chiesa.<br />
Per esempio, è istruttivo il controverso caso di papa Onorio che fu condannato per eresia nel Concilio Costantinopolitano III (680-681), riconosciuto sesto concilio ecumenico da tutte le chiese cristiane, poi dal successore, papa Leone II (682-683) e nel settimo (787) e ottavo (869-870) Concilio Ecumenico, da papa Adriano II (867-872).<br />
C'è una bussola certa e infallibile per non perdere la retta fede, anche nel caso in cui un papa sbagliasse, ed è quella di aderire alla fede cattolica che la Chiesa ha sempre e dovunque insegnato e tramandato.<br />
Alla Tradizione e alla Legge di Dio infatti sono sottoposti anche i papi. Come si legge in un libro di Joseph Ratzinger: “Il papa non può dire: La Chiesa sono io, oppure: La tradizione sono io, ma al contrario ha precisi vincoli, incarna l’obbligo della Chiesa a conformarsi alla parola di Dio”.

 

ECCO PERCHE’ SE VUOI VEDERE LA CHIESA DI CRISTO DEVI GUARDARE AI PERSEGUITATI (COME ASIA BIBI O I FRANCESCANI DELL’IMMACOLATA) E NON A QUEGLI ECCLESIASTICI CHE SI INGINOCCHIANO ALLE IDEE MONDANE ANZICHE’ DAVANTI AL TABERNACOLO PER ESSERE ESALTATI DA TUTTI I MEDIA, APPLAUDITI E CIRCONDATI DI SERVILI ADULATORI

“Se io non fossi cattolico e volessi trovare quale sia oggi, nel mondo, la vera Chiesa, andrei in cerca dell’unica Chiesa che non va d’accordo con il mondo. Andrei in cerca della Chiesa che è odiata dal mondo. Infatti, se oggi nel mondo Cristo è in qualche Chiesa, Egli dev’essere tuttora odiato come quando viveva sulla terra. Se dunque oggi vuoi trovare Cristo, trova la Chiesa che non va d’accordo con il mondo… Cerca quella Chiesa che i mondani vogliono distruggere in nome di Dio come crocifissero Cristo. Cerca quella Chiesa che il mondo rifiuta, come gli uomini rifiutarono di accogliere Cristo”.

Mons. Fulton Sheen (1895-1979), arcivescovo cattolico

Il 28 giugno 2012 papa Benedetto XVI ha dichiarato le virtù eroiche di questo Servo di Dio attribuendogli così il titolo di Venerabile

Questa agghiacciante intervista su Asia Bibi (vedi il link in fondo) va letta tenendo ben presente alcune perle di papa Bergoglio:

«Condividere la nostra esperienza nel portare questa croce per strappare dai nostri cuori la malattia che avvelena la nostra vita: è importante che facciate questo nelle vostre riunioni. Coloro che sono cristiani lo facciano con la Bibbia e coloro che sono musulmani lo facciano con il Corano. La fede che i vostri genitori vi hanno inculcata vi aiuterà sempre ad andare avanti»
(agli immigrati nella parrocchia del Sacro Cuore di Gesù a Roma, 19 gennaio 2014)

«Vi porgo, infine, i miei migliori auguri e preghiere affinché le vostre vite possano glorificare l’Altissimo e arrecare gioia a coloro che vi circondano. Buona festa a tutti voi!»
(Messaggio ai musulmani per la fine del Ramadan, 10 luglio 2013)

«Un pensiero lo rivolgo ai cari immigrati musulmani che oggi, alla sera, stanno iniziando il digiuno di Ramadan, con l’augurio di abbondanti frutti spirituali. La Chiesa vi è vicina nella ricerca di una vita più dignitosa per voi e le vostre famiglie. A voi: o’scià!» (Omelia a Lampedusa, 8 luglio 2013)

«ed è ammirevole vedere come giovani e anziani, donne e uomini dell’Islam sono capaci di dedicare quotidianamente tempo alla preghiera e di partecipare fedelmente ai loro riti religiosi. Al tempo stesso, molti di loro sono profondamente convinti che la loro vita, nella sua totalità, è di Dio e per Lui. Riconoscono anche la necessità di rispondere a Dio con un impegno etico e con la misericordia verso i più poveri..»
(Evangelii Gaudium, § 252 )

http://www.tempi.it/asia-bibi-gli-sposi-arsi-nel-forno-e-la-storia-del-bicchiere-dacqua-la-legge-sulla-blasfemia-serve-a-perseguitarci#.VIGWFTGG-XU

 

 

 

 

«Lo spazio è più bello di come lo avevo sognato fin da bambina. Vedere la prima alba dall’Iss mi ha tolto il fiato: il colore del sole è meraviglioso», lo ha detto Samantha Cristoforetti alla mamma nel primo collegamento dalla stazione spaziale.
qui il servizio e la fotohttp://m.ilmattino.it/m/mattino/articolo/PRIMOPIANO/1029010
Ma quello che mi ha più colpito è questo fermo immagine da cui si vedono chiaramente le icone che gli astronauti russi hanno esposto nella stazione spaziale (probabilmente il comandante russo Samokutyaev e l’astronauta russa, Yelena Serova).
E’ un’immagine potente che mi ricorda il mio caro amico Andreaj Tarkovskij e il miracolo del ritorno alla fede cristiana della Russia…
Un grande miracolo di Maria, foriero di grandi cose…
Foto: QUELLE ICONE NEL CIELO...

«Lo spazio è più bello di come lo avevo sognato fin da bambina. Vedere la prima alba dall'Iss mi ha tolto il fiato: il colore del sole è meraviglioso», lo ha detto Samantha Cristoforetti alla mamma nel primo collegamento dalla stazione spaziale. 
Ma quello che mi ha più colpito è questo fermo immagine da cui si vedono chiaramente le icone che gli astronauti russi hanno esposto nella stazione spaziale (probabilmente il comandante russo Samokutyaev e l'astronauta russa, Yelena Serova).
E' un'immagine potente che mi ricorda il mio caro amico Andreaj Tarkovskij e il miracolo del ritorno alla fede cristiana della Russia...
Un grande miracolo di Maria, foriero di grandi cose...

 

E’ notizia di queste ore. In Nigeria (per fare un solo esempio) 11 mila cattolici uccisi e 1 milione e mezzo di persone sfollate per sfuggire a Boko Haram. Ma papa Bergoglio – che tace sull’islamismo – continua a bastonare i cristiani.

 

BOTTE SUI PARROCI

 

L’altroieri è toccato ai parroci che sarebbero attaccati al denaro come trafficanti del tempio (“Quante volte vediamo che entrando in una chiesa, ancora oggi, c’è lì la lista dei prezzi”).

Fango generico e generalizzato su tutti, ingiustamente, che stavolta ha provocato una sorda sollevazione (lo stesso cardinale Bagnasco ha risposto che in nessuna chiesa italiana i sacramenti vengono venduti).

Un lettore indignato mi ha scritto:

“al di là di quello che si voleva dare come messaggio, ciò che è passato ai più (ed è ciò che conta in questo contesto) è che i sacramenti si pagano, c’è persino un listino prezzi e se lo dice il Papa allora è vero, non è una diceria degli anticlericali! Quindi non era un pregiudizio che i preti si fan pagare. Ergo, il papa è buono e i preti sono tutti avidi di soldi”.

Un’altra lettrice mi ha scritto scrive:

“io mi sono sposata, ho avuto tre figli, mai chiesto soldi né per matrimonio, né per comunione e cresime. Chi poteva dava un’offerta, chi non poteva anzi veniva aiutato. Il parroco dava le vesti ai bambini affinché tutti fossero vestiti uguali”.

E aggiunge:

“mai visto in vita mia un listino dei prezzi e ho girato tante chiese e santuari. Mi addolora un attacco così forte alla chiesa e ai suoi ministri. Per mia esperienza in tanti anni ho visto molti sacerdoti generosi che aiutavano le famiglie più povere. La mia parrocchia per esempio sostiene  mensilmente con viveri 70 famiglie. Certo, se le mancassero la offerte (volontarie) come potrebbe un parroco con 700 euro mensili aiutare i bisognosi?”.

 

ITALIA, CHIESA DI POPOLO

 

In Italia la stima popolare verso la Chiesa è grande. Si sa che i parroci sono uomini che donano tutta la loro vita a Dio e agli altri, che vivono con quattro soldi e ci sono sempre, per tutti, e aiutano tutti.

Le offerte libere e volontarie esprimono la gratitudine dei fedeli per i beni soprannaturali e gratuiti che ricevono in Chiesa (la salvezza di Cristo), che non potrebbero essere ripagati nemmeno con tutto l’oro del mondo.

Ma anche per l’educazione cristiana dei figli. E sovvengono ai bisogni materiali delle parrocchie, per le necessità delle chiese e della liturgia.

Sono un ottimo “investimento” anzitutto per la propria salvezza (“la carità cancella una moltitudine di peccati”), ma anche per il bene di tanti.

Tutte le opere della Chiesa sono state costruite per il popolo e con il popolo. A partire dalle cattedrali.

Celebre è il caso del Duomo di Milano di cui è stato appena pubblicato qualche registro delle offerte a cui partecipavano tutti, dalla povera vecchietta che donava un uovo alle meretrici della città (molto generose).

E i beni alimentari che affluivano per la fabbrica del Duomo andavano in una mensa dei poveri che provvedeva ai più sfortunati: proprio dalla formula latina “ad usum fabricae” è venuta l’espressione “mangiare il pane a ufo”.

Con la Chiesa tutti abbiamo sempre mangiato “a ufo” e sempre sarà così. Anzitutto il “pane” della salvezza, totalmente gratuito: Dio che è morto per noi, per la nostra felicità.

Ma anche il pane necessario al bisogno umano che non è solo fame materiale, ma anche solitudine, disperazione, malattia o bisogno di educazione.

 

BASTA MALIGNITA’

 

Lo Stato con la Chiesa ci ha “mangiato” più di tutti: lo stesso “otto per mille” ha la sua origine negli immensi espropri dei beni della Chiesa, frutto di secoli di donazioni. Espropri fatti dal neonato Stato italiano dal 1860 circa. Quindi l’otto per mille è solo un parziale risarcimento.

Del resto, secondo uno studio recente, le molteplici attività della Chiesa fanno risparmiare allo Stato italiano circa 11 miliardi di euro l’anno.

E anche la sua semplice presenza ci arricchisce: per esempio nel 2014 il turismo religioso nella città di Roma e nei santuari è stato valutato in 5 miliardi di dollari, unica voce in crescita in questo tempo di crisi nera.

Per non parlare delle missioni e di quello che la Chiesa, anche quella italiana, fa per i più diseredati del pianeta.

La mia lettrice, sconcertata, prosegue: “mi chiedo quando avrò il piacere di sentire papa Francesco parlare bene dei cristiani e della Chiesa”.

 

BERGOGLIO E I SOLDI

 

Purtroppo il bombardamento di papa Bergoglio non ha risparmiato nessuno. Ha “scorticato” i suoi predecessori con una sentenza affidata a Scalfari: “I Capi della Chiesa spesso sono stati narcisi, lusingati e malamente eccitati dai loro cortigiani”.

Ha poi sistemato gli altri ecclesiastici con continue accuse di fariseismo, chiusura a Dio e ancora peggio. Ma il bersaglio preferito su cui papa Bergoglio ama picchiare duro sono i semplici cristiani. Dalle omelie di Santa Marta escono come il ricettacolo di ogni meschinità. E così pure religiosi e preti.

In particolare Bergoglio ama parlare dei soldi. Io penso che la sua preoccupazione maggiore dovrebbe essere per la perdita della fede di intere generazioni e di interi popoli, la perdita di Dio. Dovrebbe esortare i sacerdoti a farsi in quattro per “conquistare” le anime a Cristo.

Invece il papa argentino batte soprattutto sul tasto dei soldi. In queste ore, pure su internet, si coglie il dolore e anche l’arrabbiatura di molti parroci i quali già devono fare i conti con l’ostilità delle élite culturali e sociali.

Di fronte alla “demagogia peronista” ricordano che ogni anno, nelle parrocchie, si raccolgono i soldi per l’obolo di San Pietro (offerte che vanno proprio al Papa).

E ricordando che il Vaticano di Bergoglio ha recentemente dato la Cappella Sistina alla Porsche per un evento pubblicitario. Pure se i fondi ricavati andranno ai poveri, era proprio necessario affittare un luogo così sacro per una pubblicità?

Facile prendersela con soggetti deboli come i parroci. Molti di loro, amareggiati, si chiedono perché papa Bergoglio non se la prende piuttosto – e con ragione – con soggetti forti come i vescovi tedeschi.

 

PARLI DELLA GERMANIA

 

La Chiesa tedesca è una vera potenza economica: la sola Caritas tedesca impiega 500 mila persone a tempo pieno, quando il gruppo Volkswagen ne ha 389 mila.

Tutto questo grazie alla Kirchensteuer, la tassa ecclesiastica che dallo Stato nell’anno 2012 ha convogliato sulla Chiesa 5,9 miliardi di euro. Una cifra sei volte superiore all’otto per mille della Chiesa italiana che pure ha un numero di fedeli doppio di quella teutonica.

Dove sta il problema?

Mentre in Italia si decide liberamente se devolvere o no l’otto per mille, in Germania quella è una vera tassa imposta dallo Stato a chi all’anagrafe risulta cattolico.

E’ dunque obbligatoria. La si può evitare solo uscendo formalmente dalla Chiesa con una gravissima conseguenza: “Un decreto della Conferenza episcopale tedesca ha stabilito che il rifiuto del contributo implica il venir meno, per il fedele, dell’appartenenza alla Chiesa” (Massimo Borghesi).

La tassa è una specie di condizione “sine qua non” per accedere ai sacramenti. Questa decisione è stata contestata dalla Santa Sede al tempo di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. Ma da papa Francesco nulla si è sentito.

I “progressisti” vescovi tedeschi sono molto bergogliani, sono stati fra i suoi principali sostenitori nel Conclave, hanno spinto il recente Sinodo verso l’eucarestia ai divorziati risposati e finanziano il Vaticano e le chiese del Terzo Mondo (America Latina compresa).
Ma perché papa Francesco, invece di strapazzare i parroci per motivi infondati, non prende di petto loro per questi seri motivi?

Il filosofo Robert Spaemann, amico di Joseph Ratzinger, ha osservato che in Germania “uomini che negano la resurrezione di Cristo rimangono professori di teologia cattolica e possono predicare in quanto cattolici durante le Messe.
Fedeli invece che non vogliono pagare la tassa per il culto vengono cacciati dalla Chiesa. C’è qualcosa che non va”.

Che dice Bergoglio?

 

 

Antonio Socci

 

Da “Libero”, 23 novembre 2014

Facebook: “Antonio Socci pagina ufficiale”

 

 

“Oggi il difficile non è l’accettare che Cristo sia Dio; il difficile sarebbe accettare Dio se non fosse Cristo” (J. Malegue)

ECCO IL RE DELL’UNIVERSO

Il suo trono è la croce. La sua corona, una corona di spine. E’ il Re onnipotente che lava i piedi dei suoi servi inginocchiandosi davanti a loro perché si lascino salvare, riscattati dal Suo sacrificio, guariti attraverso le Sue piaghe…

Foto: "Oggi il difficile non è l’accettare che Cristo sia Dio; il difficile sarebbe accettare Dio se non fosse Cristo"  (J. Malegue)

ECCO IL RE DELL'UNIVERSO

Il suo trono è la croce. La sua corona, una corona di spine. E' il Re onnipotente che lava i piedi dei suoi servi inginocchiandosi davanti a loro perché si lascino salvare, riscattati dal Suo sacrificio, guariti attraverso le Sue piaghe...

Continua

Ha fatto clamore la denuncia di oggi di papa Bergoglio contro “lo scandalo del commercio” nel tempio:
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“Io penso allo scandalo che possiamo fare alla gente con il nostro atteggiamento – sottolinea Papa Francesco – con le nostre abitudini non sacerdotali nel Tempio: Quante volte vediamo che entrando in una chiesa, ancora oggi, c’è lì la lista dei prezzi” per il battesimo, la benedizione, le intenzioni per la Messa. “E il popolo si scandalizza”.
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Non so se ce ne sono in Argentina, ma io francamente in Italia non ho mai visto una chiesa con un listino dei prezzi.
E giustamente il cardinale Bagnasco nel pomeriggio ha dichiarato che i sacramenti non si vendono e che nelle chiese italiane non ci sono tariffari e che le offerte libere dei fedeli servono a sostenere materialmente la chiesa. Come è giusto che sia.
Certo, la denuncia del papa sottolinea una questione vera (la gratuita della grazia e quindi dei sacramenti), ma in quei termini rischia di suonare come una denigrazione dei poveri parroci…
Segnalerei invece a papa Bergoglio un caso molto più sconcertante di cattivo rapporto fra i sacramenti e i soldi che riguarda la Chiesa tedesca.
Al tempo di Benedetto XVI la Santa Sede contestò queste decisioni dei vescovi tedeschi. Sarebbe il caso che papa Bergoglio si occupasse di loro, invece di mettere in imbarazzo i parroci.
Oltretutto lui conosce bene l’episcopato tedesco, perché è proprio quello, molto progressista, che è stato il suo principale sostenitore nel Conclave ed è stato il maggior sostenitore delle tesi kasperiane al Sinodo.
Ecco, in una pagina tratta dal mio libro “NON E’ FRANCESCO”, cosa accade in Germania:
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Con buona pace della proclamata «Chiesa dei poveri», la Chiesa tedesca è una vera potenza economica perché usufruisce di colossali entrate statali, dovute alla Kirchensteuer, la tassa ecclesiastica che nell’anno 2012 ha convogliato 5,9 miliardi di euro nelle sue casse.
Per capirci, è una cifra sei volte superiore all’otto per mille
della Chiesa italiana, sebbene la Chiesa tedesca sia composta
solo da 24,3 milioni di cattolici (meno della metà rispetto
all’Italia).
Anche il meccanismo è diverso. In Germania – con buona
pace della separazione fra Chiesa e Stato tanto decantata
dai progressisti – è una vera e propria tassa che viene imposta
a chi all’anagrafe risulta cattolico (come accade anche
ai protestanti a vantaggio della Chiesa evangelica).
Giustizia e rispetto della libertà vorrebbero che si trattasse
di una tassa a cui liberamente ci si sottopone, invece
è diventata praticamente una sorta di «supersacramento»,
superiore al battesimo, perché la tassa e l’appartenenza alla
Chiesa coincidono e ci si può sottrarre alla tassa solo se si
esce dalla Chiesa con la gravissima conseguenza di essere
considerati apostati ed essere esclusi dai sacramenti (compreso
il funerale in chiesa).
«Un decreto della Conferenza episcopale tedesca ha stabilito
che il rifiuto del contributo implica il venir meno, per
il fedele, dell’appartenenza alla Chiesa.»
Questa posizione inaudita è contestata dalla Santa
Sede (almeno nell’epoca Ratzinger) ed è particolarmente
sconcertante perché «allo stesso tempo la maggioranza
dell’episcopato tedesco spinge per una Chiesa “misericordiosa”
e “vicina al mondo”, con la richiesta di comunione
ai divorziati risposati, superamento del celibato
sacerdotale, allentamento dei “vincoli” in materia di etica
sessuale ecc.».
Il filosofo Robert Spaemann, amico di Joseph Ratzinger,
ha osservato che in Germania «uomini che negano la resurrezione
di Cristo rimangono professori di teologia cattolica
e possono predicare in quanto cattolici durante le Messe.
Fedeli invece che non vogliono pagare la tassa per il culto
vengono cacciati dalla Chiesa. C’è qualcosa che non va».

Continua

Il 9 novembre c’è stato un messaggio straordinario dato a Vicka. Una persona mi scrive: “E’ la prima volta che la Madonna a Medjugorje in 33 anni dice di pregare per la Chiesa, fino ad ora aveva chiesto di pregare per i sacerdoti, ma mai direttamente di pregare per la Chiesa”.

Io non so se è davvero la prima volta (dal controllo che hanno fatto persone esperte sembra proprio che sia così).
Ma certamente la Madonna in questo messaggio (sobrio, realistico, ben concreto e materno) si mostra molto, molto preoccupata per la Chiesa.
Io credo che questo appello vada preso molto sul serio (anche se ovviamente va sempre ricordato che si tratta di rivelazioni private, quindi non vincolanti per i fedeli e su cui ancora non c’è l’approvazione della Chiesa).

Ecco il messaggio:

“Cari figli ho ancora da darvi tanti messaggi, ma intanto iniziate a vivere i messaggi che vi ho già dato!
Aprite i vostri cuori e PREGATE PER LA CHIESA. LA CHIESA E’ TANTO BISOGNOSA DELLE VOSTRE PREGHIERE.
Andate nella Pace del Signore cari figli miei”.

La situazione della Chiesa evidentemente allarma la Madonna.
C’è qualcuno che La ascolta veramente? In quanti preghiamo con questo Suo cuore?

Continua