ROSSO

Comunisti italiani e comunisti russi hanno un terribile passato.
Ma la tragedia, diceva il vecchio Marx, si replica nella storia come farsa.
E cosa dicono le cronache odierne? I primi a Parma, al congresso del Pdci, hanno vivacemente protestato per la deplorevole epurazione del Lambrusco e “l’ordine del partito di non venderlo, forse per mantenere la sobrietà del dibattito pomeridiano” (Corriere della sera, 20/7).
I secondi da Pietroburgo pretendono “che la Chiesa russa canonizzi Stalin” e prevedono che presto “le icone con l’immagine del Santo Josif Stralin compariranno in ogni casa ortodossa” (la Repubblica, 20/7).
E’ una macabra stronzata, ma se non altro ora sappiamo dov’è finito il lambrusco. Continua

FEGATO

Ernesto Galli Della Loggia ha spiegato (Corriere della sera, 13/7) in quale crisi culturale della Sinistra va a inserirsi la satira ideologizzata di oggi. Vi fu anche una satira autoironica, quella del settimanale “Cuore” che divenne un fenomeno di massa, soprattutto in area comunista. Memorabile il titolo: “Scatta l’ora legale. Panico tra i socialisti”
Il suo storico inventore, Michele Serra, ricordando quella felice stagione sulla Repubblica (12/7) ha scritto: “Il piccolo giornale si ritrovò a essere il catalizzatore di parecchi dei più vivaci umori dell’epoca, e il suo direttore, poco più che trentenne, si ritrovò a essere un leader, tanto da meritare dal vecchio e combattivo dirigente comunista Maurizio Ferrara (papà di Giuliano) il titolo di ‘capo del partito trasversale delle teste di cazzo’. Del quale mi fregio ancora oggi, nei momenti di incertezza, con qualche nostalgia”.
In effetti c’è nostalgia di “Cuore”. Ma anche di dirigenti della Sinistra come Maurizio Ferrara che (al di là del linguaggio usato) avevano il “fegato” di non farsi dare la linea dai satirici. Continua

Lloret de Mar come metafora del nostro tempo…

I socialisti di Zapatero hanno annunciato di voler togliere i crocifissi dagli spazi pubblici. Il caso ha voluto che la notizia uscisse in contemporanea con l’assassinio di Federica, proprio in Spagna, a Llorett de Mar, in un divertimentificio che è il nuovo santuario dello sballo giovanile. Dove la discoteca è – come ha spiegato Vittorino Andreoli – la cattedrale pagana di “un grande rito di trasformazione collettiva” che fa dimenticare la vita e la realtà. Gli ingredienti (anche chimici) di questa “nuova religione” sono noti, con il solito comandamento: “vietato vietare”. La felicità si trova davvero lì? E perché Federica ci ha trovato la morte, macellata come un agnello? Continua

EFFETTO SERRA

Quante lettere arrivano ogni settimana al “Venerdì di Repubblica”? Di sicuro molte decine. Nella pagina finale, curata da Michele Serra, ne vengono pubblicate solo tre. Quindi è una dura selezione. Ebbene sul numero del 4 luglio una delle tre lettere selezionate recitava: “Possibile che tutti i valori siano sottomessi al denaro e alla popolarità? Possibile che la tv ci insegni ad essere Briatore e non Umberto Eco o Michele Serra?”.
Mi associo al lettore (tipico esponente dell’ “Italia migliore”, progressista e illuminata).
I valori di modestia, povertà ed eroismo testimoniati da Eco e Serra – grazie alla loro abnegazione, che li ha portati a donare i loro patrimoni ai poveri e a vivere ormai da decenni in un lebbrosario del Terzo Mondo, per servire i derelitti e fuggire salotti, ribalta mediatica, popolarità e ricchezza – sono quelli da indicare ai giovani.
E’ soprattutto l’umiltà, la mancanza di spocchia o vanità che commuove. Quella specialmente. Continua

LEONE D’ARGENTO

Ma dov’è finito il Sessantotto? A furia di metterci in guardia dal mare di rievocazioni, abbiamo finito col passare tutto sotto silenzio e soprattutto senza riflessione.
In televisione a parte “Dodicesimo Round” che – a notte fonda – ha dedicato una serie di puntate brillanti e intelligenti all’evento, non si è visto quasi niente.
Sui giornali ancora meno.
Eppure ce ne sarebbero di miti e riti da “rivisitare”.

Stiamo perdendo un’occasione? A volte qualche lampo di memoria brilla nei posti più impensati. Come un’intervista a Dario Argento sulla Repubblica (28/6).
Parlando di Sergio Leone si rievoca il film del ’68, “Giù la testa” e Argento dice: “E’ il suo film più insincero, gradasso, con quelle citazioni di Mao. Pomposo. E del ’68 non gliene fregava proprio niente”. Continua

BEATITUDINI

E’ memorabile la battuta di Angelo Cecchelin: “Beati gli assetati di giustizia, perché saranno giustiziati”. Ma si può fare di meglio. C’informa la Repubblica (23/6) che il vescovo di Salerno, nella sua omelia domenicale, ha affermato: “Beati i perseguitati dalla giustizia. E’ loro il regno dei cieli”. Se non è una gaffe, è una battuta da 10 e lode.

CACCIARI E “IL NEGRO”

Quando i giornali hanno cercato Massimo Cacciari per chiedergli perché neanche lui s’è fatto vedere all’assemblea del Pd, ha sbottato polemico: “Sono il sindaco di Venezia e ho da fare cose più serie della politica…” (Corriere della sera, 21/6). Continua

IN VITO

Vito Mancuso, definito “teologo cattolico”, è andato al programma di Lord Corrado Augias che era, come al solito, “perfetto nel suo vestito sartoriale”.
Sostiene Aldo Grasso (Corriere della sera, 8/6) che a un certo punto di quella puntata Umberto Galimberti ha sentenziato che “dentro di noi s’agita un ospite inquieto: il nichilismo” e Lord Augias ha fatto notare che Mancuso aveva “una giacca sbagliata” e “c’è un bottone che lo stringe”.
C’informa Grasso che allora Lord Augias ha fatto “sbottonare in diretta il teologo” che, timido e imbarazzato, alla fine di una così alta prestazione teologica si è fatto sfuggire “una frase elogiativa, tipo ‘complimenti per la trasmissione!’ ”.
Conclude Grasso: “studiare tutta la vita teologia per poi dire ‘complimenti per la trasmissione’ significa che qualcosa non quadra”. Ma c’è di peggio per i circoli che contano: andare ospite nella sartoria di Lord Augias con la giacca sbagliata. Un’eresia. Continua

Vorrei difendere la Rai, dove lavoro, su questo giornale che le è spesso ostile.
La Rai sarà più che mai una ricchezza per il Paese se saprà aprirsi e rinnovarsi come sta facendo la classe dirigente italiana (il Papa stesso ha riconosciuto l’inizio di tempi nuovi, dicendosene lieto). Ma come farlo?

Ieri, sulla Stampa, Paolo Martini, uno dei giornalisti più esperti di televisione, ha anticipato il prossimo palinsesto della Rai per l’informazione.
Lui, che certamente non è di centrodestra, ha tratto questa conclusione: “La tv di Stato, a sorpresa, si offre sul mercato con un volto così arroccato a sinistra, che nemmeno ai tempi del governo Prodi ha mai avuto”.
Il servizio pubblico è tenuto al massimo pluralismo e, in questo momento storico, l’area politico-culturale di sinistra è ai minimi storici nel Paese (così dicono le urne): possibile che invece in tv, come dice Martini, detenga l’esclusiva? Se così sarà, scoppieranno polemiche infuocate. Si possono evitare? E come? Continua

COGITO INTERRUPTUS

Il “tutto è politica” ha prodotto effetti incredibili. Ma a 40 anni dal ‘68 vengono ancora alla luce nuove modalità di invasione politica del “privato”.
Per esempio sulla pagina “Salute” del Corriere della sera (8/6) la lettrice Raffaella scrive: “quando faccio l’amore non riesco a pensare ad altro”, invece “il mio uomo ogni volta, nel bel mezzo dell’amplesso, ha la pretesa di intavolare discussioni” e “perfino accanite discussioni in tempo di elezioni o di accadimenti politici. Se gli chiedo di rimandare la discussione a più tardi lui protesta. Sbaglia lui o sbaglio io?”

La sessuologa Gianna Schelotto risponde: “Lei ha ragione: è piuttosto bizzarro che il suo uomo apra discussioni e addirittura impegnati dibattiti politici durante il rapporto sessuale. Ma questo strano comportamento potrebbe risultarle più comprensibile se lo si considerasse una delle tante possibili modalità per eccitarsi”. Continua