In estate la rana crocifissa (col bicchiere di birra e un uovo nelle mani) esposta al museo di Bolzano.
Ora la donna seminuda crocifissa del noto manifesto contro gli stupri, che ricorda la famosa copertina sull’aborto fatta dall’Espresso il 19 gennaio 1975 (rappresentava una donna nuda incinta e crocifissa).
Guai a chi tocca questi “capolavori” chiedendo rispetto per il simbolo cristiano della morte di Gesù (guai anche al Papa che aveva criticato la “scultura” di Bolzano).
Subito incorre negli anatemi dei salotti radical-chic, pronti a vedere in ogni critica un vile attacco alla “libertà di espressione” perché – signora mia – “l’arte deve essere sempre libera e l’artista mai deve avere limitazioni alla sua creatività”. Continua
IL 26 NOVEMBRE ARRIVA IN LIBRERIA “INDAGINE SU GESU’ ”. Vi confesso che…
Cari amici,
molti voi mi hanno scritto per saperne di più del mio libro “Indagine su Gesù” che la Rizzoli manderà in libreria dal 26 novembre. E’ un’impresa a cui lavoravo da anni così ho colto l’occasione anche per rispondere a tante corbellerie che in questi tempi sono state date alle stampe sull’argomento. Continua
Rubrica 54
Mistero buffo
Per l’esposizione a Milano della “Conversione di Saulo” del Caravaggio, il Corriere della sera (14/11) ha realizzato uno speciale che si apre con un surreale pezzo di Dario Fo.
L’attore, improvvisatosi storico del cristianesimo, afferma che Saulo (cioè san Paolo) “era presentato negli Atti degli Apostoli come agente della repressione romana”.
E dove? E’ uno scoop clamoroso o una corbelleria? Giudicate voi. Gli Atti recitano: “Saulo frattanto si presentò al sommo sacerdote e gli chiese lettere per le sinagoghe di Damasco al fine di essere autorizzato a condurre in catene…”. Continua
IL SENSO DELLA VITA NASCOSTO NELLA DEPRESSIONE…
A proposito di Buffon e delle suore…
Cosa dà senso alla vita? Cosa le dà valore e gusto? Il soldi? Il successo? La salute? Per cosa vale la pena vivere? Mi ha colpito, in questi giorni, il casuale intrecciarsi sui giornali di storie apparentemente lontanissime. Tre storie. Continua
Rubrica 53
NON C’E’ PIU’ IRRELIGIONE
“Dawkins: ho perso la battaglia per l’ateismo”. “Il sacerdote del’ateismo: ho fallito”.
Questi due titoli del Corriere della sera (7/11) rilanciavano le dichiarazioni al Guardian del famoso ateo militante Richard Dawkins.
Sebbene chi lo intervistava lo confortasse con notizie d’irreligione montante, il professore di Oxford, sconsolato, vede “una maggiore influenza della religione”.
Aveva scritto un libro, “L’illusione di Dio”, che ha venduto un mare di copie, con “lo scopo dichiarato di ‘convertire’ i lettori all’ ateismo”, e ora, a consuntivo, Dawkins “ammette di aver fallito”.
Qualcuno ritiene addirittura che abbia finito per portare acqua al mulino dei “nemici”. Continua
Obama Abbronzato? Sentite cosa dicevano Voltaire e Marx
“Ho detto a Medvedev che Obama ha tutto per andare d’accordo con lui: è giovane, bello e anche abbronzato”.
Bisogna essere molto faziosi e molto prevenuti per trasformare queste parole di Berlusconi in una gaffe.
Da due giorni si celebra l’elezione del primo presidente nero della storia americana e si esalta il suo fascino e la sua avvenenza. Ma se è Berlusconi a dirlo, allora ci si stracciano le vesti.
E’ evidente che il premier italiano – alla sua maniera affabile e scanzonata – elogia l’aspetto del neoeletto che egli palesemente trova invidiabile. Mi pare il contrario del razzismo. Continua
Rubrica 52
Martin peccatore
Andrea Galli sull’Avvenire (28/10) scrive: “E’ curioso a volte il destino. Uno aiuta gli ebrei a sfuggire alla persecuzione nazista e diventa ‘il Papa di Hitler’.
Un altro si propone come guida filosofico-spirituale del Terzo Reich, fa sfoggio di un radicale antisemitismo (…) e diventa il più grande filosofo del XX secolo”.
Questo duro attacco polemico prende spunto da un nuovo libro di Victor Farias, storico e filosofo cileno che già venti anni fa fece scalpore mettendo a tema i rapporti fra Martin Heidegger e il nazismo e che oggi torna a occuparsi del filosofo tedesco con “L’eredità di Heidegger, nel neonazismo, nel neofascismo e nel fondamentalismo islamico” (edizioni Medusa).
Libro che per tanti aspetti non convince. Continua
Se le BR sulla lapide di Moro non ci sono
Ma chi ha ucciso Aldo Moro?
Se gli studenti che in queste ore manifestano per le vie di Roma capitano a via Caetani, dove il 9 maggio 1978 fu ritrovato il corpo dello statista assassinato, e leggono la lapide che ricorda la tragedia, cosa apprendono?
Ieri “Avvenire” ha sollevato il problema di questa incredibile lapide che “Il Comune di Roma pose nel I anniversario della morte”.
Se la grande targa bronzea risale al primo anniversario, significa che fu realizzata nel maggio 1979, al tempo della prima amministrazione di sinistra, con un sindaco eletto nelle liste del Pci.
E’ sconcertante che sia rimasta fino ad oggi. C’è da sperare che il sindaco Alemanno la faccia picconare via e sostituire perché – come si sente ripetere sempre a Sinistra – “la memoria è importante” e non ha futuro un Paese che la cancella o la stravolge. Continua
Rubrica 51
Fanatismo
Ricordate Remo Cacitti che abbiamo citato nella precedente rubrica? Aveva espresso il suo “disgusto per l’oscena strumentalizzazione di certi passi del Corano, operata da truci cristiani, per i quali sarebbe quel testo sacro a fomentare la violenza e il terrorismo islamici”.
Sennonché il Corriere della sera (27/10) ha pubblicato un articolo di Abdel Wahab Meddeb che, fino a prova contraria, non è un “truce cristiano”. E’ anzi definito il “Voltaire musulmano”.
Ebbene il suo pezzo si intitola: “L’Islam oltre le parole del Corano. Così si cura il fondamentalismo”.
L’autore si riferisce specialmente al “famoso ‘verso della spada’ (Corano IX,5), che ordina di uccidere i pagani, e quello detto ‘della guerra’ (Corano IX, 29), che chiama a una lotta a morte contro ebrei e cristiani”.
E aggiunge: “sono questi versi a nutrire il fanatismo assassino degli integralisti islamici”. E auspica che l’Islam storicizzi il testo del Corano trovando “ i mezzi di neutralizzare le disposizioni che, nel testo coranico, invitano alla guerra”. Continua
Università. Chi cerca e chi trova
“Va bene, parlate di ricerca, dell’importanza della ricerca universitaria, dei ricercatori, ma, oltre a cercare, c’è qualcuno che trova?”. L’irriverente battuta di Vittorio Feltri a Matrix, venerdì sera, sarà stata urticante per tanti che lavorano nelle nostre università. E al momento ha lasciato interdetto anche me.
Però, riflettendoci, bisogna riconoscere che sarebbe una vera “rivoluzione” se chi ricerca trovasse. Pare l’uovo di Colombo. Ma sarebbe la “rivoluzione”: fare in modo che chi ha le qualità e l’intelligenza per “trovare”, abbia anche cittadinanza e fondi nella ricerca universitaria. A volte terreno di pascolo di baroni o di inconcludenti da accantonare. E’ vitale poter valorizzare la più importante delle nostre risorse, l’intelligenza. Farla tornare in Italia se è espatriata. Che a “trovare” non sia spesso chi ricerca nelle università è innanzitutto una verità storica. Molte delle più importanti scoperte moderne sono sbocciate fuori dalle università, spesso da outsider che hanno lavorato con pochissimi mezzi e che gli accademici parrucconi – quelli che disponevano di tanti mezzi – guardavano dall’alto in basso. Continua