NEUROPA

L’Occidentale del 20 maggio lancia questa notizia: “In Olanda la polizia ha fatto irruzione nella casa del disegnatore Gregorius Nekchot e lo ha trascinato in galera per alcune vignette ritenute offensive dell’Islam…
La denuncia era partita da un olandese convertito alla religione musulmana. Né in Olanda né nel resto d’Europa si è sollevata una sola critica a questo provvedimento”.
Strano che l’Italia, sempre zelante nel difendere il diritto di satira, se ne infischi altamente. E’ strano che l’Europa, sempre pronta a sollevare scandali contro l’Italia per presunte lesioni ai diritti umani, non abbia ritenuto di convocare il suo Parlamento per discutere dell’accaduto.
Ma forse è meglio. Se l’avesse fatto probabilmente sarebbe stato il disegnatore a essere condannato.

L’Occidentale pubblica anche la foto di una sfilata di moda in Austria dove “un noto produttore di lingerie inglese” ha fatto sfilare “due modelle in guèpiere che trascinano in catene un finto cardinale”.
Il giornale osserva che “nessuno si sarebbe azzardato a mettere in passerella, non dico un finto profeta ma neppure un imam o un ayatollah”. Continua

Ormai ogni sortita dell’ex arcivescovo di Milano è sempre più desolante. Come una deriva solitaria, sempre più triste e incomprensibile… In questa esternazione, di cui parlo qua sotto, ce ne sono di cose incredibili (per esempio quanto dice sul Corano: ne ha scritto Camillo Langone sul Foglio del 21 maggio), ma io ho dovuto concentrarmi su ciò che dice a proposito di Lutero e della Chiesa…. Continua

QUANT’E’ BELLA GIOVINEZZA…

Il ’68, fra l’altro, svuotò le chiese. Eppure chi ne ha nostalgia?
Il Segretario di Stato vaticano Bertone: “Il ’68 ? In quell’anno c’era, sì, tanta voglia di ribellione: ma c’erano anche ideali. Oggi c’è solo vuoto”. Dunque una stagione da rimpiangere.

Pensa l’opposto un poeta come Francesco de Gregori che sta per lanciare “Celebrazione”, canzone definita dalla Repubblica un “atto d’accusa” contro il ‘68.
Il cantautore la spiega così: “Racconta di un posto in cui sono stato e che non mi è piaciuto. Un posto nel quale non voglio tornare. Sono contrario alla sua celebrazione e a chi, come Capanna, si sente un suo orfano (…) Noi, purtroppo, abbiamo avuto la scalinata di Valle Giulia. E’ quello il nostro ’68? E allora io sto con Pasolini che simpatizzava per i poliziotti perché erano figli dei poveri”. Continua

Al “Sunday Times”, Gianni Alemanno, nuovo sindaco di Roma, ha dichiarato: “Non sono fascista, né ex fascista, né postfascista”. E il domenicale britannico ha titolato: “L’Italia aveva bisogno del fascismo, dice il nuovo Duce”. Quando si dice l’obiettività della stampa inglese. Continua

VATTIMO O PERA E FERRARA ?
“Più volte mi sono chiesto: se tornasse Kierkegaard risparmierebbe a Vattimo l’epiteto di ‘canaglia’?”.
Questo simpatico e affabile interrogativo è stato posto dal filosofo cattolico Dario Antiseri con un saggio anticipato dal quotidiano della Cei “Avvenire” (11/5), appena uscito nel volume “Ragione filosofica e fede religiosa nell’era postmoderna”.
Ci sono molte probabilità che l’interessato, cioè il filosofo Vattimo, consideri queste parole uno squisito complimento, trattandosi di far parte di un’autorevolissima famiglia di “canaglie” filosofiche.
Spiega Antiseri: “Una delle ragioni per cui Kierkegaard si scaglia contro Hegel è che Hegel piegava il cristianesimo alla cultura del suo tempo, alla sua cultura, alla sua filosofia – un po’ come fanno oggi, stabilite le debite proporzioni, i cosiddetti ‘atei devoti’, i quali piegano la fede degli altri ai loro interessi di potere politico.
‘Rifiuto la fede per quello che è, la uso per quello che mi serve’: questa in sintesi la posizione dell’ateo devoto.
Ma torniamo ad Hegel. Continua

DA CHE GUEVARA A CHE LENTANO

Lo smarrimento è totale anche nella Sinistra canzonettara. Paolo Martini (La Stampa 4/5) riferisce quel che è successo al concertone del Primo Maggio, liturgia di massa del sinistrismo.
Il “pezzo forte” dall’estero è stato l’anteprima del nuovo brano di Bruce Springsteen “Long Walk Home” che esalta – udite udite – la bandiera yankee, sì, proprio quella che nei cortei rossi capita da anni di veder bruciare.
Bruce cantava “la bandiera che ci dice che cosa dobbiamo fare” e al concertone prendeva applausi a scena aperta.
Del resto il festeggiato del concertone sindacale (per i 70 anni del cantante) è stato quell’Adriano Celentano che – nota Martini – all’edizione 1970 di Sanremo, subito dopo l’autunno caldo, portò nientemeno “Chi non lavora non fa l’amore”.
Clamoroso sberleffo alla Triplice. Aggiungerei che poi – in tempi di referendum sul divorzio – lanciò “La coppia più bella del mondo” e con ciò il ritratto democristiano del Molleggiato è completo.
Ora la Sinistra ne fa una sua icona. Da “Che Guevava” a “Che Lentano”.
Resta ancora veltroniano Jovanotti che però esordì in un modo che oggi diremmo “berlusconiano”, tale che gli valse i fulmini di Michele Serra.
Il quale Serra, riabilitandolo dopo vari anni, scrisse: “Jovanotti nacque al successo proprio in mezzo a quella deriva etica e politica che chiamammo ‘riflusso’, nei primi anni Ottanta, e ne fu uno degli espliciti cantori. Continua

La scoperta del vero volto del Padre…

Due preziosi inediti, uno di padre Pio, l’altro su di lui, con notizie nuove sul frate di Pietrelcina, emergono dagli archivi proprio in queste ore nelle quali – per l’esposizione del corpo – i media di tutto il mondo parlano del santo. Ma – prima di vedere i due documenti – devo fare una premessa. Per sottolinearne l’importanza. Continua

Il 25 aprile ho trovato mio figlio che leggeva un’intervista ad Armando Cossutta.
Nessun problema, se non fosse che mio figlio ha 10 anni, frequenta la V elementare e quell’intervista è contenuta in un giornale dell’Anpi intitolato “Patria indipendente” (un numero dedicato al 25 aprile) che è stato consegnato ai bambini della sua classe dalla maestra (peraltro un’ottima maestra). Nella scuola pubblica.

Con tutto il rispetto per l’on. Cossutta, che ha il diritto di restare orgogliosamente comunista, mi riesce difficile considerarlo il simbolo della libertà e della democrazia occidentale (ricorda semmai l’Urss di Breznev).
E’ come chiamare un vegetariano a fare il testimonial della bistecca alla fiorentina.
Perché circola nella scuola elementare una rivista simile? Continua

VIRGOLETTE

Pietro Citati aveva lanciato un appello sulla Repubblica (7/4): “Non uccidete l’eleganza del punto e virgola”. Una dotta polemica. Peccato che poi abbia fatto più scalpore quella sulle virgolette, lanciata da altri.
Il povero Umberto Galimberti – anche lui grande firma di Repubblica – ha passato una settimana d’inferno perché vari giornali hanno rilevato “le accidentali somiglianze tra alcuni passi dei suoi libri e quelli di Giulia Sissa, Salvatore Natoli e Alida Cresti” (Il Sole 24 ore, 27/4).

Ma sono davvero così importanti le virgolette? Sergio Givone, che insegna Filosofia a Firenze e anche lui scrive per Repubblica, ha spiegato al Giornale (25/4): “La filosofia è confronto di idee e quelle idee che riconosco come giuste diventano mie…
Questo non toglie che le fonti siano fonti e vanno citate…Però ho l’impressione che in questo caso si rischi di fare una demonizzazione inutile… Continua