Perché il Corriere della sera ha “censurato” Magdi Allam? Dico “censurato” con le virgolette perché si tratta “solo” di un taglio (circa un terzo) del suo articolo. Tuttavia stupisce scoprire che quella “lettera aperta al Direttore” sul suo battesimo amministrato dal Papa (un fatto che sta facendo il giro del mondo e sta suscitando un vespaio di polemiche), domenica scorsa non è stata pubblicata “nella sua versione integrale”, ma “solo parzialmente”, come lo stesso Allam segnala nel suo sito. Continua
Rubrica 24
SCUOLA DI VITO
Giuliano Ferrara è un amico che stimo e ammiro. Ma non so perché abbia “lanciato” Vito Mancuso come teologo di massa (seguito a ruota da Gad Lerner): farsi spiegare il cristianesimo da Mancuso è come farsi spiegare Milton Friedman da Bertinotti o i libri di Pansa da Giorgio Bocca.
E’ legittimo che Mancuso abbia cucinato una sua minestra riscaldata di vecchie idee trite e ritrite. Ma si tratta di “mancusese”, non di cristianesimo. Lo dimostra proprio il suo lungo minestrone servito sul Foglio di Pasqua.
VITO ALLE URNE
Sostiene Mancuso: “Nego che per essere salvi di fronte a Dio occorra credere che quell’evento (la Resurrezione, nda) sia avvenuto (…)
Se domani si ritrovasse un’urna con le ossa di Gesù di Nazaret, per i miei valori e la mia visione del mondo non cambierebbe molto”.
Ma per i cristiani cambierebbe tutto.
Non a caso san Paolo scrive: “Se Cristo non è risuscitato, vana è la nostra predicazione, vana la nostra fede” (1 Cor 15, 14).
VITO E I TRALCI
Aggiunge Mancuso: “Io sono discepolo di Gesù, non perché Gesù è risorto, ma perché credo che le sue parole conducono alla vita eterna”.
Tralasciando l’assenza del congiuntivo, qui a confutare Mancuso è addirittura sant’Agostino, padre e dottore della Chiesa, il quale, opponendosi ai pelagiani che esaurivano la missione di Gesù nelle sue parole e nel suo esempio, scrisse nel Contra Iulianum: “Questo è l’orrendo e occulto veleno del vostro errore: che pretendiate di far consistere la grazia di Cristo nel Suo esempio e non nel dono della Sua persona”.
Intendendo con ciò la sua incarnazione, la morte e la resurrezione a cui attingiamo oggi con i sacramenti.
VITO E LA VIA (DI DAMASCO)
Prosegue Mancuso: “Per quanto concerne le apparizioni (di Gesù risorto, nda) è decisivo notare che tutti i destinatari erano già credenti”.
Ma è davvero così? E Paolo di Tarso? Era così credente che perseguitava ferocemente i cristiani.
Gesù risorto, dopo essere apparso agli apostoli, appare anche a lui (1Cor 15, 3-7): la sua conversione deriva da questo fatto imprevisto.
Ne ha mai sentito parlare Mancuso? Non sembra, infatti aggiunge: “Ne viene che la fede si mostra come la condizione a priori dell’apparizione.
Senza fede, nessuna apparizione”. Inutile ogni commento…
VITO E LA VITA (ETERNA)
Conclude Mancuso: “Una cosa è sicura: nella dimensione senza tempo e senza spazio che è propria dell’eternità di Dio, non può sussistere nulla di materiale.
Il corpo in carne e ossa di Gesù ‘in cielo’ non esiste”.
Come fa Mancuso a definire questa baggianata: “cosa sicura”? C’è stato lui in cielo?
La Chiesa insegna che non solo Gesù è asceso al Cielo col suo corpo, ma anche Maria è stata assunta in cielo in corpo e anima (è un dogma di fede: è la prima degli eletti).
E in effetti così, tangibilmente concreta, si è mostrata a coloro che l’hanno vista a Rue du Bac, Lourdes, La Salette, Fatima, Medjugorje…
Il grande Romano Guardini ha scritto: “La Risurrezione e la trasfigurazione ci sono necessarie per comprendere veramente cos’è il corpo umano (…). In realtà, soltanto il cristianesimo ha osato porre il corpo nelle profondità più recondite di Dio”.
LA BELLA FANCIULLA
Guardini è citato da Paolo VI nel celebre discorso “La risurrezione fisica di Gesù Cristo”, pubblicato su “30 Giorni” (1/2008) con uno straordinario saggio del filosofo Massimo Borghesi che demolisce i moderni sofismi (a cui attinge Mancuso), che circolano anche in ambiente cattolico, sulla risurrezione di Gesù.
La copertina è dedicata al 150° anniversario delle apparizioni di Loudes. Titolo: “Una bella fanciulla, una povera bambina, i miracoli”.
Perché nel cristianesimo non si tratta di astrusi sistemi di pensiero, ma si tratta di guardare e toccare con mano i fatti. Quindi amare.
Fonte: © Libero – 25 marzo 2008
MA SE DAVVERO, IL 9 APRILE DELL’ANNO 30 GESU’ E’ RISORTO ALLORA TUTTO CAMBIA !!!
Oggi, in Gran Bretagna, la Bbc trasmetterà l’annunciatissimo film-inchiesta sulla Sindone intitolato “Shroud of Turin. A conflict of evidence” con cui si riaprirà tutto il dossier relativo all’analisi al C14 fatta nel 1988. Tali e tante sono le scoperte e gli studi che, grazie ai più elaborati mezzi tecnico-scientifici, hanno dimostrato la fallacia di quella datazione medievale e la provenienza del Lenzuolo, con certezza, dalla Giudea e dal I secolo d.C., che pure il professor Christopher Ramsey, direttore del laboratorio di Oxford che fece quelle analisi, dichiara: “i miei colleghi potrebbero essersi sbagliati”. Continua
Rubrica 23
MONTI E TREMONTI
I dogmi, spazzati via dalla religione, ritornano nel dibattito culturale. Specialmente in economia.
La fede (cieca) sugli effetti benefici della “mano invisibile del mercato”, ha rimpiazzato quella (avveduta) sulla mano invisibile della Provvidenza.
E’ evidente anche nel dibattito su protezionismo e liberismo provocato dall’uscita del libro di Giulio Tremonti, di cui parla un articolo di Filippo Andreatta sul Corriere della sera (17/3).
Si continua a fingere che esistano liberismo e protezionismo, come teorie economiche astratte dai tempi e dai luoghi. Invece esistono solo gli interessi delle nazioni e delle produzioni dominanti che impongono ora politiche protezioniste ora liberiste nei momenti e nei luoghi determinati dalla propria convenienza commerciale. Continua
Rubrica 22
MARTIN PECCATORE
A proposito di Martin Heidegger resta ancora aperta la discussione – per niente marginale – sul suo antico “filo-hitlerismo”. Ma il filosofo è stato sdoganato a sinistra e sembra sgarbato oggi entrare in argomento.
Lo fa coraggiosamente sull’Avvenire (8/3) Andrea Galli, ricordando che Benedetto Croce definì “indecente e servile” il discorso sull’ “Autoaffermazione dell’Università tedesca” pronunciato da Heidegger nel 1933.
Tuttavia da sinistra Gianni Vattimo, nel suo libro-intervista “Non essere Dio”, ha scritto: “Se Heidegger rimane sempre un po’ reazionario – mi verrebbe da dire provocatoriamente – più ancora che per la sua parentesi nazista è perché cerca l’evento originario di un’epoca nei poeti o nelle parole dei presocratici”. Continua
IO, LERNER, MIO PADRE MINATORE E I SESSANTOTTINI AL POTERE
Mentre assistiamo sbigottiti e disgustati alle candidature – ultimo segno di una totale decadenza e inaffidabilità della politica – sto seriamente maturando un’idea: non vedo l’ora di non votare. Per la prima volta in vita mia… Continua
Rubrica 21
LEI NON SA CHI SONO IO
In tanti hanno provato a demolire padre Pio (senza mai riuscirvi). Nell’autunno scorso Sergio Luzzatto ha dato alle stampe un libro dove modestamente parla di sé in terza persona come Cesare, definendosi “lo storico del ventunesimo secolo” (p. 131) e dove si leggono queste espressioni serene ed equilibrate sul povero frate: “santo da rotocalco” e “divo con le stigmate” (p. 16), “mistico da clinica psichiatrica” (p. 79), “piccolo chimico” (p. 126), “santo dei delatori” (p. 340), “uno pseudocristo” (p. 378).
Niente di nuovo, se non fosse per la curiosa pretesa dell’autore di aver scritto il primo libro di storia sul santo. Ecco una sua perla: “Di padre Pio esistono innumerevoli agiografie, totalmente prive di qualsivoglia requisito critico”.
Con questa umiltà e questo rispetto, Luzzatto liquida montagne di volumi. Continua
A proposito di elezioni…
1) Lettera aperta a Giuliano Ferrara: ora non presentare la lista
2) e la Bellezza dov’è ?
LETTERA APERTA A GIULIANO FERRARA
Caro Giuliano,
dopo averti dato il mio appoggio, dalle colonne del Corriere della sera, voglio darti ora un consiglio, anch’esso non richiesto: annuncia di non presentare più la tua lista perché hai già vinto la battaglia. Puoi cestinare questo invito all’istante. Ma ti prego almeno di ascoltare e rifletterci. Sai che ho applaudito con entusiasmo la tua (la nostra) bella battaglia culturale e morale contro il flagello del XX secolo, perché non è più possibile che la nostra generazione spazzi via un miliardo di vittime innocenti (50 milioni all’anno) facendo finta di nulla, volgendo la faccia dall’altra parte come se si trattasse di bazzecole (se non temiamo il giudizio di Dio, dovremmo almeno temere quello dei posteri, dei nostri pronipoti, che potranno avere vergogna o orrore di noi). Continua
Rubrica 20
CON LETIZIA CONTRO LA CASTA
Ma cos’ha fatto Fiorello? Orrore! Ha invitato i napoletani a disertare le urne se le loro strade non verranno finalmente liberate dalla monnezza. Grande scandalo. Il simpatico discolo, di colpo – per i politici di destra e di sinistra – è diventato un serio bersaglio polemico. Pure sui giornali.
Un intellettuale, di solito pacato e ironico come Edmondo Berselli, dalla prima pagina della Repubblica (19/2), ha tuonato che le proteste di Fiorello “hanno un immediato e deprimente sapore qualunquista. Un qualunquismo fuori moda e oltretutto promosso da uno studio della Rai, che è il luogo del servizio pubblico, sacrario della politica”. Ah, dunque etere o non etere, questo è il problema. Ma possibile che a Berselli non vengano in mente altre, precedenti “intromissioni” (comiche e giornalistiche) in televisione, addirittura a ridosso del voto? Possibile che non ricordi se – per caso – furono anche elogiate nei suoi ambienti intellettuali? Continua
Rubrica 19
L’OPERA DA TRE SOLDI
Negli anni ’60 e ’70, “è stato probabilmente lo scrittore più influente di tutto il mondo. Eppure Brecht era, e in parte rimane ancora, un personaggio misterioso, per sua precisa scelta e per volontà del Partito comunista, l’organizzazione che servì fedelmente”.
Paul Johnson scriveva queste cose nel 1988 e in effetti oggi un Brecht sorprendente emerge dai suoi diari inediti che stanno per essere pubblicati.
Li anticipa Der Spiegel, ripreso da Andrea Tarquini sulla Repubblica (12/2). Il celebre intellettuale comunista confessava a se stesso: “Nel mondo di cui auspico la nascita non mi trovo a mio agio”.
E nel ribollire delle grandi lotte sociali del 1928 annotava: “Non lo ammetto volentieri, ma disprezzo chi è infelice e in disgrazia”.
In compenso – ci fa sapere Tarquini – “Brecht amava l’edonismo borghese, quel bel vivere spesso rapace e insaziabile dei ricchi nella Berlino di Weimar che in pubblico egli additava al disprezzo morale”.
Andava pazzo addirittura per la cura del corpo! L’implacabile fustigatore dei costumi borghesi non ci fa una bella figura, ma Johnson non ebbe bisogno di queste rivelazioni per stroncare implacabilmente, già venti anni fa, lo scrittore “Premio Stalin 1955”. Continua