Follia in Vaticano: Cacciari presenta il libro del Papa. Il filosofo, che da sempre pretende di insegnare la fede ai cattolici, parlerà del Gesù di Ratzinger.

[Da «Libero», 5 aprile 2007]

C’è un famoso detto attribuito a un Papa che recita: «Chi sa fa, chi non sa insegna, chi non sa insegnare dirige. Chi non sa neanche dirigere, fa il politico e governa». In effetti Massimo Cacciari non sa cosa sia il cristianesimo, non avendolo praticato e sperimentato, tuttavia da anni lo insegna sui giornali e cerca di dirigere il Papa e la Chiesa, facendo il politico. Ora il sindaco di Venezia ha un’occasione straordinaria per insegnare al Pontefice il suo mestiere: è stato chiamato a presentare il libro di Ratzinger, “Gesù di Nazaret”, il 13 aprile prossimo, nell’Aula del Sinodo, in Vaticano, insieme col cardinale di Vienna Schönborn e con il valdese professor Garrone. Il tutto coordinato dal direttore della Sala stampa vaticana, padre Lombardi. Cacciari potrà spiegare per esempio un fondamentale dogma della fede cattolica che Benedetto XVI ignora di sicuro. È vero che Ratzinger è un raffinatissimo teologo, è vero che è stato per venti anni il “custode” dell’ortodossia cattolica (all’ex S. Uffizio) ed è vero che è perfino Papa e quindi nessuno più di lui conosce le verità della dottrina cattolica, eppure il Santo Padre ignora che fra i “dogmi” della sua fede c’è quello della “reincarnazione”. A dire il vero lo ignorano tutti da duemila anni. Ma lo scoop si deve appunto a Cacciari che in una memorabile intervista alla Repubblica dell’11 settembre 2006 pare aver dichiarato: «Secondo la teologia islamica l’ateismo è insito nella rivelazione della cristianità. Dipende dal dogma della reincarnazione».

La “reincarnazione”

La reincarnazione? È l’opposto del cristianesimo, ma non è male come battuta di spirito. Sarà stato un lapsus o un errore del giornalista, ma è divertente che sia capitato a uno che si picca di impartire sempre lezioni a tutti. Innanzitutto al Papa. A bacchettare Ratzinger, come fosse uno scolaretto, il sindaco di Venezia cominciò già alla vigilia della sua elezione, quando bocciò l’espressione «dittatura del relativismo». Poi, subito dopo quella stessa elezione, protestò perché i cardinali non avevano seguito le sue tassative indicazioni di eleggere il cardinal Martini che era amico suo e nel quale egli avvertiva il travaglio di essere cattolico, mentre in Ratzinger – lamentava il barbuto pensatore – il dogma è certezza. Dopo il discorso di Ratisbona Cacciari ha di nuovo bacchettato il Pontefice: «Ratzinger è incorso in una gaffe», «è stata un’imprudenza, bene avrebbe fatto ad argomentare meglio le sue idee». Insomma bocciato. E bocciato pure Ruini e bocciata Oriana Fallaci che – a suo dire – avrebbe «parlato a vanvera, senza usare minimamente la ratio». Infatti la “ratio” è una esclusiva del sindaco di Venezia. Che la sfoggia sempre. Come quando insegna che la religione che «si è imposta agli altri con la violenza» è quella cristiana, mentre «l’islam al contrario, non ha mai usato il “modello assimilazionistico”». Fantastico. Questa fa il paio con la trovata della “reincarnazione”. Il mese scorso, quando il Papa tornò sul tema delle “radici cristiane” dell’Europa, Cacciari riprese a tuonare dalla Repubblica: «concezione reazionaria». Intimò poi al pontefice di non fare più «predicozze» e bocciò la critica all’intolleranza laicista: «un’accusa priva di fondatezza». Infine, quando Ruini – su indicazione del Papa – annunciò la Nota della Cei sui Dico, scagliò l’ennesimo anatema: «atteggiamento teocratico», «la Chiesa tradisce se stessa».

Lezioni alla Santa Sede

Ora va a discettare in Vaticano. Non sapendo risolvere da sindaco il problema dell’acqua alta, prova a risolvere da filosofo le domande sull’Altissimo. C’è stato un tempo in cui il pensatore della laguna aveva fatto innamorare vescovi e preti per aver scritto “L’Angelo necessario” (Adelphi). Molti, fermandosi al titolo, o leggendolo senza comprenderlo a fondo, lo considerarono un trattato di angelologia cattolica e videro Cacciari quasi come un convertito. Poi la New Age ha cominciato a diffondere una certa moda degli angeli in salsa gnostica, Cacciari è stato letto più attentamente e si è capito che il suo libro è tutt’altro che cattolico. La rivista dei gesuiti, Civiltà Cattolica, l’ha ironicamente definito «filosofo ombrosamente pensoso» e in ambiente cattolico sono cominciate a circolare addirittura “demonizzazioni” di Cacciari. Maurizio Blondet, all’epoca giornalista di Avvenire, iniziava un suo libro sul “potere iniziatico” (titolo: “Gli ’Adelphi’ della dissoluzione”) proprio riportando un’inquietante frase che Cacciari gli rivolse durante un’intervista: «Il Papa deve smettere di fare il katéchon!». E poi spiegò la “parolaccia”, si tratta di «ciò che trattiene l’Anticristo dal manifestarsi pienamente». Ne parla San Paolo nell’inquietante sua profezia sull’Anticristo. Blondet la prese male: «Come si può chiedere al Papa di non opporsi al Male? Mi domandai anche: perché Cacciari desidera accelerare l’avvento dell’Anticristo?». Chissà, forse non si capirono. Fatto sta che Cacciari ammalia alcuni cattolici e ne fa inorridire altri. Nel sito dell’Azione cattolica un lungo argomentato articolo del 2004 illustra i contenuti pericolosi del pensiero di Cacciari che cirolano acriticamente nelle sacrestie. Torna l’accento sullo “gnosticismo”, l’antico nemico della Chiesa, l’origine di tutte le eresie anticristiane, soprattutto per il suo dualismo che finisce per identificare il Bene e il Male, Dio e Satana, in un inaccettabile Uno. L’antropologa Cecilia Gatto Trocchi – studiosa del mondo occulto e magico – nel 1996 dedica “a Massimo” il suo libro “Il risorgimento esoterico”, scritto in risposta al volume di Cacciari “Dell’Inizio”. La Gatto Trocchi confronta “L’Angelo necessario” di Cacciari con un libro di Giovanni Papini che contiene questo capitolo: “Il Diavolo è necessario?”. Papini riprendeva antiche teorie gnostiche, condannate dalla Chiesa, secondo cui Satana svolgerebbe un ruolo affidatogli da Dio e alla fine anche lui sarebbe stato salvato.

Passione per la gnosi

«Massimo Cacciari aderisce appassionatamente alla tesi fondamentale del pensiero gnostico», afferma la studiosa. Secondo la quale infine il filosofo veneziano sarebbe molto vicino ai temi della New Age. Formulati però in modo colto. Egli arriverebbe a identificare «il nuovo Messia con il Filius perditionis…». Letture allarmate che si trovano riprese da un recente volume sui movimenti esoterici di Roberta Grillo, presidente del Gris della diocesi di Milano. Probabilmente è un eccesso di allarmismo e di complottismo. Bisogna capire che Cacciari usa le categorie teologiche e le dottrine antiche, ma se ne infischia dello “spirito”, è sempre di storia e di politica che parla: deve spiegare a se stesso com’è possibile che una persona intelligente sia stata comunista e come si “giustifica” l’orrore che è stato il comunismo. Affronta dunque da filosofo il problema del male e lo risolve all’opposto di Ratzinger che in “Fede, verità, tolleranza” demoliva proprio la tesi della “necessità” del Male. Ecco cosa scriveva il cardinale: «Il male non è affatto – come reputava Hegel, e Goethe vuole mostrarci nel Faust una parte del tutto di cui abbiamo bisogno, bensì la distruzione dell’Essere. Non lo si può rappresentare, come fa il Mefistofele del Faust, con le parole: “io sono una parte di quella forza che perennemente vuole il male e perennemente crea il bene”. Il bene avrebbe bisogno del male e il male non sarebbe affatto realmente male, bensì proprio una parte necessaria della dialettica del mondo. Con questa filosofia sono state giustificate le stragi del comunismo, che era edificato sulla dialettica di Hegel, vòlta in prassi politica da Marx. No, il male non appartiene alla “dialettica” dell’Essere, ma lo attacca alla radice». In pratica: il comunismo non è stato un «male necessario», ma solo un Male devastante.

Nei giorni scorsi Benedetto XVI è tornato ad auspicare il riconoscimento delle “radici cristiane” da parte di questa Europa laicista e ostile. Romano Prodi si è affrettato a dire che lui – da presidente della Commissione europea – fece di tutto per includere questa menzione nel testo della Costituzione. Continua

Caro presidente Casini, con la sincerità che si deve agli amici che si stimano devo dirti che la tua posizione sulla missione in Afghanistan mi sembra incomprensibile e nefasta (anche per te e il tuo partito).

Tu affermi che l’opposizione deve innanzitutto tener presente “l’interesse nazionale”. Ed hai ragione. Oggi l’interesse nazionale è liberare l’Italia da questo governo che – dice Antonio Martino – è certamente più dannoso per l’Italia dei Talebani. Del resto un governo fatto di ministri che passeggiano con un leader Hezbollah per le vie di Beirut, sottosegretari che telefonano amichevolmente al leader di Hamas e segretari Ds che riconosono politicamente i Talebani, come può partecipare davvero alla guerra al terrorismo? Solo una maggioranza diversa e seria potrà farlo e difendere il nostro interesse nazionale riguadagnandosi la stima degli alleati. Continua

L’inviato della Repubblica, Daniele Mastrogiacomo, finalmente è libero. Ne siamo tutti felici, brindiamo. Ma adesso è venuto il momento di porre una domanda scomoda: perché per salvare la vita a lui lo Stato ha trattato e per salvare quella di Aldo Moro no? E’ giusto così? La domanda va posta in maniera speciale a Eugenio Scalfari (fondatore della Repubblica), a Ezio Mauro (l’attuale direttore), a Piero Fassino, segretario del partito erede del Pci e a Massimo D’Alema, attuale ministro degli Esteri.
Perché proprio a loro? Perché la Repubblica di Scalfari e il Pci di D’Alema e Fassino furono – a quel tempo – i paladini della “fermezza” e scomunicarono tutti coloro che timidamente si azzardarono a chiedere di trattare per salvare la vita di Moro. Continua

La disobbedienza pubblica al Papa del cardinal Martini non è solo triste e inquietante. E’ ormai anche uno scandalo per noi semplici fedeli cristiani. L’effetto di questo suo controcanto al Vicario di Cristo l’ho colto in una mail che ho ricevuto ieri da un mio contestatore cattoprogressista.
Dimenticando che contrapporsi al Papa in nome di una “Vera Chiesa” è un pessimo argomento (perché usato nei secoli scorsi da eretici e scismatici) costui mi scriveva: “Caro Socci, per fortuna esiste la Vera Chiesa che non la pensa come lei o Ratzinger e Ruini. Il cardinale Martini, espressione della parte migliore della Chiesa uscita sconfitta nel conclave dalla parte più retriva e conservatrice, rappresentata da Ratzinger e Ruini, scende in campo contro la deriva reazionaria vaticana …”. Continua

Non è detto che il riavvicinamento fra Casini e Berlusconi – che Libero per primo ha colto e segnalato – sia momentaneo e tattico, finalizzato alle amministrative.
Potrebbe essere addirittura un evento storico. Potrebbe segnare la svolta tanto attesa per il centrodestra e per il Paese. Perché? Cosa è accaduto di nuovo?

Le novità vere, quelle che cambiano davvero le cose, non vanno cercate nella cronaca delle dichiarazioni e delle tattiche partitiche, ma nella storia. E oggi, negli eventi accaduti in Italia e nel mondo negli ultimi sei mesi, si trovano le condizioni che spingono alla riemersione della Dc (della sua funzione storica, quale che sia il suo nome) con la galassia di partiti laici che hanno fatto prosperare l’Italia per 40 anni. Si può aprire una nuova stagione per il Paese. Continua

…e anche i preti e i vescovi devono scegliere: o seguono il Vicario di Cristo o seguono la “Rosy nel pugno”. Sulla Stampa di martedì 13 marzo, Marco Tosatti dà un’anticipazione della nuova Esortazione Apostolica “Sacramentum Caritatis, che il Papa dedica sull’eucarestia (oltretutto questo documento è sgorgato dal Sinodo mondiale dei vescovi). Continua

Non è vero che sull’Afghanistan il centrodestra è incastrato. La soluzione invece è a portata di mano: è possibile rifinanziare la missione nel paese asiatico e al tempo stesso far cadere il governo Prodi che non ha una sua maggioranza neanche su questo aspetto della sua politica estera.
Vedremo come, ma prima ricostruiamo il “trappolone” organizzato dal governo.

Il centrosinistra sa di non avere i voti sufficienti al Senato, perché l’estrema Sinistra non potrà approvare ciò che ha sempre condannato (l’ex Pdci Rossi, per esempio, tuona: “non si capisce perché Berlusconi e Bush sono dei sanguinari e si parla di Prodi come se indossasse i guanti. Vorrei vedere una Sinistra che sta ai fatti”). Continua