Penso, come tanti, che le trovate e i modi del ministro Calderoli siano simpatici come una rettoscopia. Insomma il tipo non mi piace per niente. Ma ciò detto mi chiedo: che differenza c’è fra la sua vicenda e il “caso Rushdie”? La domanda potrà stupire, ma riflettiamoci con la mente libera.

Calderoli ha dichiarato di aver fatto fare una maglietta (ripeto: una banale maglietta), che nessuno ha ancora visto (ripeto: mai vista), dunque praticamente inesistente, dove ha fatto stampare alcune delle innocue vignette del giornale danese. E’ venuto giù il mondo: sia quello islamico, in Libia (con morti e feriti fatti dal regime), sia quello nostrano (intellettuali e politici in testa).
Il ministro, che ha già una fatwa pendente sulla sua testa, è stato “indicato” come “maiale” in un sito che si ritiene vicino ad Al Qaeda e tutti i giornali italiani, tutti i politici e gli intellettuali l’hanno moralmente e politicamente “linciato”. Continua

Mentre scoppia il “caso Calderoli”, loro in Iran (vedi foto) bruciano le croci…
La reazione violenta del mondo islamico alle vignette uscite sul noto giornale danese impazza da settimane e si allarga. Prima si è scatenata contro i loro autori che sono stati addirittura condannati a morte (ieri un religioso pakistano ha offerto 21 mila euro e un’automobile a chiunque li faccia secchi). Contemporaneamente si è scatenata contro tutta la Danimarca (con l’assalto alle ambasciate e il boicottaggio economico), contro vari altri paesi europei, contro Israele (che non c’entra niente), ma alla fine soprattutto contro i cristiani e la Chiesa cosicché un sacerdote cattolico romano, indifeso e innocente, don Andrea Santoro (uomo mite, di dialogo e di pace), è stato massacrato senza alcun motivo in Turchia, a Trebisonda, solo perché “cristiano”. E’ stato il capro espiatorio della rabbia islamica contro alcuni disegnatori satirici danesi. Continua

Il mondo islamico è in fiamme (e l’ Europa si bagna il pannolone facendosela sotto), l’ “Iran di Dio” si costruisce l’atomica per minacciare Israele e anche noi (tutto questo con il petrolio alle stelle), ma Prodi – con tuttociò – continua a parlare di mortadella.
L’ha fatto anche ieri.

Però la notizia di ieri è che il leader ulivista è stato, testualmente, accusato dagli allevatori di “aver offeso la bufala” (strano, ne ha allevate tante a cominciare da quella sulla famosa seduta spiritica).
L’altroieri ha pure bisticciato con Vespa su come si rigira la frittata. Fra un po’ si metterà la scodella in testa e litigherà col tiramisù.
Prima, da Casalecchio di Reno, aveva dato del nano al Cavaliere (come si sa Romano è un corazziere). La Sinistra ha un leader così.
A “Porta a porta” ha tenuto sulle spine per due ore gli spettatori facendo credere loro che stesse per addormentarsi da un momento all’altro.
Nel frattempo i suoi si azzuffano su tutto, dal nucleare ai Pacs, ai noglobal. Continua

Le vignette della discordia. Fra un fanatisnmo islamico violento e intollerante (innanzitutto con i cristiani) e una cultura europea cinica e ridanciana (anch’essa violenta con i cattolici), lo stupore per la tenerezza di Maria e l’irrompere del “miracolo”…. Continua

Giampaolo Pansa, spirito libero e leale, da sempre dichiaratamente di sinistra, sull’Espresso di questa settimana ha dato un prezioso suggerimento alla Quercia: “C’è un’arma” ha scritto “che può depotenziare l’offensiva del Cav sull’Unipol e dintorni.
Quest’arma ce l’hanno in mano i capi Ds, Piero Fassino e Massimo D’Alema per primi: dire tutta la verità sulla scalata alla Bnl e sui rapporti con i due manager che l’hanno ideata e attuata, Gianni Consorte e Ivano Sacchetti.
A tutt’oggi, nessuno del vertice diessino si è deciso a raccontarla per intero”.
Pansa non fa un appello generico, ma spiega: “prima di tutto è lampante che mancano molti tasselli… Infatti non conosciamo il testo di molte intercettazioni sul telefono di Consorte.
Per restare agli interlocutori diessini, i colloqui di Fassino con il capo dell’Unipol sarebbero ben diciassette: ne è stata pubblicata una e ne rimangono altre sedici.
Poi ci sono i colloqui tra Consorte e D’Alema: ce lo ha detto lo stesso presidente della Quercia.
Ci sono le telefonate di Nicola Latorre, collaboratore di D’Alema. I
nfine quelle di Ugo Sposetti, il tesoriere dei Ds: forse sono più dell’unica conosciuta”. Continua

Caro Direttore, sono stupito dal clamore che hanno avuto su Libero le mie considerazioni sul candidato migliore per la Cdl alle prossime elezioni. E vorrei chiarire la mia idea per spazzar via i veleni meschini di chi mi ha chiamato “voltagabbana”.

Ho detto no all’idea generosa e provocatoria di Giuliano Ferrara sulla “manifestazione pro Cavaliere” proprio perché lo stesso Giuliano, prima di me e con maggiore autorevolezza, due mesi fa, mise nero su bianco la sua idea sull’esaurimento della “spinta propulsiva” di “Berlusconi premier”.
Come si vede in ambiente “berlusconiano” (compreso il giornale di Dell’Utri) si parla liberamente, anche della candidatura del Cavaliere. Senza scandalo e – spero – senza scomuniche, senza “processo di Verona” e senza “processi di Mosca”.
Solo nelle tradizioni di fascisti e comunisti si considera disertore chi riconosce che le cose non vanno. Continua