Come ha scritto Tomaso Montanari, un intellettuale di sinistra, è tragicomico vedere “ex comunisti, operaisti, esponenti di Lotta Continua” che, per far dimenticare il loro passato, oggi sull’Ucraina sono “passati all’occidentalismo fanatico”. Sembrano Luttwak.

La devozione alla Casa Bianca, per alcuni ex, è granitica come ieri quella del Pci verso il Cremlino rosso.

Non pensano all’interesse degli europei (italiani compresi) i quali non vogliono sprofondare in un guerra duratura e nella catastrofe economica. Loro sognano di abbattere Putin (come vorrebbe Biden).

Un esempio? Il Corriere della sera. Da un po’ è diventato “l’Unità del terzo millennio”: vengono infatti dall’Unità sia il direttore, sia i principali editorialisti come Walter Veltroni e Antonio Polito (Paolo Mieli viene addirittura da “Potere operaio”…). Continua

Al tempo di Stalin, negli anni Trenta, il Terrore prese di mira anche interi gruppi etnici come i “tedeschi del Volga”. Quasi due milioni di loro furono deportati in Siberia.

Don Paolo Pezzi, nel suo  libro “La piccola Chiesa nella grande Russia” (Ares), racconta: “La maggior parte morì durante il viaggio, poiché questi spostamenti venivano effettuati in inverno e in alcuni casi i treni venivano aperti e i deportati fatti scendere nel nulla, con il villaggio più vicino magari ad alcune decine di chilometri”.

I pochi che sopravvissero costruirono baracche e villaggi che in certi casi divennero vere città. Questa popolazione in parte cattolica ha vissuto decenni senza vedere sacerdoti. Crollato il comunismo, nei primi anni Novanta, alcuni giovani della Fraternità sacerdotale San Carlo Borromeo, vicino a Comunione e Liberazione, partono per quelle terre dove, in inverno, la temperatura giunge anche a meno 35 sotto zero. Continua

Siamo sicuri di aver bisogno di un Nemico da odiare? È una pulsione profonda del nostro animo che è smarrito e ferito dal male. Non a caso la parola “diavolo” viene dal greco “dia-bàllein” che significa separare, contrapporre.

Infatti il diavolo vede tutti come nemici, mentre Cristo non considera nessuno come nemico, neanche chi lo sta uccidendo (ma questa “follia” è una cosa dell’altro mondo e ci tornerò dopo). Nell’incertezza della nostra solitudine (“chi sono io?”), il Nemico diventa la scorciatoia per darsi un surrogato di identità e uno scopo di vita.

Umberto Eco in “Costruire il nemico” scrive: “Pare che del nemico non si possa fare a meno. La figura del nemico non può essere abolita dai processi di civilizzazione. Il bisogno è connaturato anche all’uomo mite e amico della pace”. Continua

“Forse dovremmo smetterla di dire che la pace è tra i valori della sinistra italiana. Mi pare, al contrario, che la sinistra sia guerrafondaia”.

A emettere questa drastica sentenza è padre Alex Zanotelli, simbolo del pacifismo italiano, in una intervista al “Fatto quotidiano”. Ed ha ragione, perché stavolta più che mai a calzare l’elmetto e suonare la carica è stato proprio il Pd.

Un po’ perché certi post comunisti devono far dimenticare di essere stati comunisti al tempo dell’Urss e dunque si “arruolano” fra i più oltranzisti fanti della Nato (fanti da salotto, ovviamente, non da trincea).

Un po’ perché il segretario Letta punta visibilmente a farsi notare in ambienti Usa come un fidatissimo e acritico paladino e finisce per essere più estremista della leadership americana. Infatti lui per primo, alla Camera, il 25 febbraio, ha invocato l’invio di armi in Ucraina e il Pd, capeggiando il partito della guerra, ha “trascinato” tutti. Con la Ue che ha messo fine alla favola dell’Europa pacifica e pacifista. Continua

Queste brevi considerazioni sono soltanto appunti di viaggio, perché il tema è vasto ed esige molto più spazio e riflessione. Però cercare di capire come Benedetto XVI guarda Francesco a me insegna molto. Poi ci sono i drammatici temi di attualità come la guerra. A questo proposito suggerisco di leggere l’articolo di Gianni Valente QUI che fa comprendere bene la dolorosa delicatezza della situazione e l’inermità della Chiesa e del Papa nel conflitto dei poteri mondani.

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È importante capire quale sia lo sguardo del papa emerito sul pontificato del suo successore. Perché il suo giudizio è certamente molto più profondo rispetto a quello di noi osservatori.

Nel libro-intervista di Peter Seewald, “Ultime conversazioni”, Benedetto XVI fa diverse considerazioni su Francesco. C’è anzitutto un giudizio positivo sul pontificato in generale.

Significativi poi sono i passi in cui nota certi elementi della personaità del successore. Per esempio è colpito dalla “sua cordialità, la sua attenzione nei confronti degli altri”. Poi “c’è anche il coraggio con cui affronta i problemi e cerca le soluzioni”. Continua

Vedendo sui media tante lacrime di commozione per il patriottismo degli ucraini e folle di politici e commentatori esaltare la loro sovranità nazionale, i loro sacri confini e la loro indipendenza, domenica scorsa, ho manifestato, su Twitter, la mia sorpresa: Patria, sovranità nazionale, difesa dei confini, indipendenza… Da anni sentiamo che sono brutte parole e chi le pronuncia è sospetto… Ora di colpo diventano parole sacre per cui combattere. Ma tranquilli: vale solo se si parla di Ucraina”. Continua

A chi tira le fila del Grande Gioco, che sta oltreoceano e che usa i governanti europei come suoi soldatini, non importa un fico secco né degli ucraini né della pace.
Ha un solo obiettivo: scatenare il caos in Russia per abbattere Putin (lo stanno già confezionandolalla maniera di Saddam e Gheddafi) e può farlo sfruttanfo ora i gravissimi errori del leader russo.
Per arrivare a questo risultato ricorrono a mezzi mai usati prima: li chiamano sanzioni, ma è chiaro che, per la loro enormità non mirano semplicemente a indurre Putin a cessare l’invasione militare, ma puntano a creare il caos in Russia e abbattere Putin.
Però sono così gravi che possono destabilizzare gravemente non solo la Russia, ma tutte le economie dei paesi europei. A cominciare dall’Italia. Eppure nessuno ha la forza di sottrarsi a questa seconda guerra.
Non è lontano dal vero chi ha scritto che il governo italiano è pressoché commissariato. Oggi è addirittura entrato (di fatto) in guerra, come gli è stato imposto, senza che il paese, inconsapevole e incapace di reagire, se ne sia neanche reso conto.
Sulla scena c’è “la guerra in Ucraina”. Siamo tutti ubriacati di notizie sul fronte e ignoriamo quello che è accaduto nelle ultime ore ai piani alti delle cancellerie (per il governo italiano è stato un terremoto come si evince dalle decisioni caotiche, convulse e confuse delle ultime ore).
Il vero gioco americano, come ho detto, non punta alla pace, ma ha un bersaglio: Putin. Il quale potrebbe reagire in modo imprevedibile e pericolosissimo se messo con le spalle al muro.
In sintesi: c’è la la guerra in Ucraina iniziata da Putin ed è appena stata varata dagli Usa una “guerra mondiale economica” dalle conseguenze inimmaginabili.
Il “partito della guerra” che unisce Mosca e Washington (a cui sono accodati i governi europei) rischia di portarci in un baratro pazzesco. E’ quasi impossibile capire come uscire da queste due guerre.
Umanamente parlando ci si sente impotenti di fronte a questo scontro, per l’enormità delle forze in campo. Ma non bisogna mai dimenticare che c’è Qualcuno che è più grande e più forte di qualsiasi potenza terrena.
PERCIO’ A QUESTO PUNTO ALMENO UNA COSA POSSIAMO FARE TUTTI E SUBITO: PARTECIPARE ALLA GIORNATA DI PREGHIERA E DIGIUNO PER LA PACE A CUI IL PAPA CI HA CHIAMATO PER IL MERCOLEDI DELLE CENERI.
CHI HA LA GRAZIA DELLA FEDE SA CHE LA PREGHIERA PUO’ FARE MIRACOLI. LA MISERICORDIA DI DIO PUO’ “CREARE” SPIRAGLI DI SPERANZA INIMMAGINABILI PERFINO DOVE SEMBRA CHE NON CI SIA PIU’ NESSUNA SPERANZA.
Ecco le parole del Papa all’udienza del mercoledì: “Gesù ci ha insegnato che alla insensatezza diabolica della violenza si risponde con le armi di Dio, con la preghiera e il digiuno. La Regina della Pace preservi il mondo dalla follia della guerra”.
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Antonio Socci
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28 febbraio 2022

 

 

 

La voce della ragione e dell’umanità c’è: è quella del Papa. Ma resta inascoltata. Come cento anni fa accadde a Benedetto XV all’inizio della Prima guerra mondiale. Anche oggi si sente solo l’assordante “partito della guerra”.

Anzitutto a causa del leader russo Putin passato in poche ore dalle truppe al confine e dal riconoscimento delle province russofone, alla folle e tragica invasione dell’Ucraina, spingendosi poi addirittura all’apocalittica minaccia nucleare (“Chiunque tenti di crearci ostacoli o interferire sappia che la Russia risponderà con delle conseguenze mai viste prima. Siamo preparati a tutto”).

Ma il “partito della guerra” è sempre più forte anche qua. Le potenze occidentali, che hanno ignorato per otto anni il conflitto in Donbass – 14 mila morti fino ad oggi – scivolano ogni giorno di più nel bellicismo (che purtroppo hanno praticano per anni).

Nessuno lavora per il cessate il fuoco e la trattativa, ma anzi siamo passati velocemente dalle sanzioni alla Russia agli aiuti militari all’Ucraina, fomentando Kiev allo scontro (con dichiarazioni incendiarie) e, di fatto, inducendola a non negoziare. Si arriva fino a ipotizzare il coinvolgimento occidentale nella guerra che pure l’ex segretario alla Difesa Usa e Capo della Cia, Leon Panetta, ritiene possibile.

Il nostro generale Marco Bertolini dice: “I toni di Johnson sono duri, quasi vorrebbe entrare in guerra. Sono gli stessi toni di Biden. Non lo dicono apertamente, ma fosse per loro una guerra la affronterebbero volentieri”.  Continua

L’analisi più intelligente e realista, per capire la tragedia in corso fra Russia e Ucraina è uno straordinario articolo di Henry Kissinger, To settle the Ukraine crisis, start at the end, pubblicato sul Washington Post il 5 marzo del 2014 (eccolo QUI tradotto dal blog di Massimo Borghesi). Alla luce degli ultimi eventi questa analisi è ancora più attuale. E non a caso lo stesso Kissinger cita positivamente il pensiero di Solzenicyn, sulla vicenda Russia/Ucraina.

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Oggi tutti siamo sconcertati dalla drammatica scelta bellica della Russia e ci chiediamo cos’ha in mente Putin. Eppure, quando arrivò al potere, nel 1999, tese la mano all’Occidente, ipotizzando perfino l’adesione alla Nato. Ci fu l’accordo di Pratica di Mare con Bush, propiziato da Berlusconi, nel 2002, e l’ingresso della Russia nel G7.

Ma subito dopo gli Usa chiusero quella porta e capovolsero l’atteggiamento verso la Russia. Perché?

Anche una personalità di grande statura morale come il Premio Nobel Aleksandr Solzenicyn (1918-2008), provò a farci capire il tragico errore dell’Occidente. Basta leggere il suo libro “Ritorno in Russia. Discorsi e conversazioni 1994-2008” (Marsilio). Continua

PARLA FALCONE  

La separazione delle carriere di giudici e Pm, su cui è stato indetto un referendum approvato dalla Corte Costituzionale, rappresenta un attacco all’ordine giudiziario? O è una riforma salutare?

Cosa ne pensava – per esempio – Giovanni Falcone che della magistratura è un simbolo prezioso?

Si può leggere la sua opinione, al di sopra di ogni sospetto, nel volume “Interventi e proposte (1982-1992)”, pubblicato nel 1994 da Sansoni editore con la Fondazione Giovanni e Francesca Falcone. Continua