Cosa succede dentro al Pd? Enrico Letta è stato eletto segretario (in pratica all’unanimità) dicendo: Il Governo Draghi è il nostro Governo”.

Ieri lo stratega di Zingaretti, Gianfranco Bettini, gli ha risposto: “io sono contrario alla formula secondo cui ‘il governo Draghi è il mio governo’ e secondo cui il suo programma è il nostro programma”.

Ieri Letta ha dichiarato: “Per noi la priorità è che questo governo duri fino alla fine naturale della legislatura”. Negli stessi minuti Bettini tuonava contro l’idea di “un governo che arrivi fino alla fine della legislatura”.

La sua proposta è mandare Draghi al Quirinale e poi andare alle urnecon un’alleanza di ferro Pd-M5S-Leu. L’idea di Letta invece è la riconferma di Mattarella. Un bello scontro. Continua

Alle ultime elezioni politiche del 2018 il Centrodestra prese il 37 per cento dei voti. Fu la coalizione più votata, ma non ebbe la possibilità di provare a fare un governo.

Da allora i consensi del Centrodestra sono schizzati in alto e, ormai da tre anni, sono stabilmente vicini al 50 per cento che significa la (molto probabile) conquista della maggioranza assoluta dei seggi in Parlamento.

Anche l’ultimo sondaggio, uscito ieri su “Repubblica”, lo conferma, assegnando ai tre partiti di Centrodestra un consenso complessivo del 48,1 per cento, mentre il Pd è dato al 19,3 per cento e il M5S al 16,6. Due risultati che, sommati, raggiungono solo il 35,9 per cento, di gran lunga sotto lo schieramento di Centrodestra che sembra, attualmente, inarrivabile. Continua

Ieri il papa – all’udienza con i parlamentari cattolici – ha esordito così: “Vorrei chiedere scusa, per non parlare ancora in piedi, ma ancora sono nel periodo post-operatorio e devo farlo seduto. Scusatemi”.

Che il pontefice abbia un problema di salute è noto, ma non è chiaro qual è la situazione. Abbiamo visto lunedì scorso (su queste colonne) tutti i dubbi e le domande che sono state sollevate dalla comunicazione ufficiale vaticana sull’intervento chirurgico del 4 luglio. Da più parti si ripete ciò che l’agenzia “Infovaticana” ha scritto il 10 agosto: “La salud del Papa no es la quen dicen”. Continua

RADICALI LIBERI(STI)

È il paradosso dei Radicali, ma lo storico Giovanni De Luna non lo dice. Eppure sulla Stampa (26/8) lo coglie benissimo occupandosi del referendum sull’eutanasia. Nota infatti: “a uno Stato sollecitato ad abbandonare tutti gli spazi che si era conquistato intervenendo nel mercato” e in ogni campo del vivere sociale, a quello Stato “a cui si sono chiesti continui passi indietro, cercando di limitarne l’invasività e di ridimensionarne gli interventi, si affida oggi il potere di determinare la vita o la morte, rafforzandone e dilatandone proprio l’essenza biopolitica”. Continua

TANTO PE’ CANTA’  

I giovani cantanti di cui il sistema decreta il successo, oggi, fanno notizia soprattutto per le presunte “provocazioni” politiche e di costume, in realtà molto mainstream. O per le bizze o per le liti fra di loro, in cui si attribuiscono addirittura la qualifica di “artista” (anche in questi giorni se n’è vista una).

In tutti costoro – che sono molto social e si misurano a follower – domina ciò che è stato definito “il conformismo dell’anticonformismo”. Infatti sono molto coccolati dai media e si atteggiano a divi già alle prime canzoni.

Ma la musica? La qualità dei testi? Qualcuno ascolterà le loro canzoni di oggi fra 30 o 40 anni? La domanda è pertinente. Perché oggi si ascoltano ancora e si amano le canzoni degli anni Settanta o Ottanta: Battisti ma pure Al Bano o i Pooh o Morandi o Massimo Ranieri, e poi Lucio Dalla, Bennato, la Nannini, Vasco Rossi, Rino Gaetano e ancor più Branduardi, Battiato, De Gregori, Guccini, De André… Continua

In Vaticano sempre più insistentemente si parla di un nuovo Conclave. Papa Francesco avrebbe infatti manifestato l’intenzione di lasciare.

A dicembre prossimo, fra l’altro, compie 85 anni che è la stessa età di Benedetto XVI al momento della rinuncia. Ma il motivo della rinuncia di Bergoglio non sarebbe anzitutto l’età, ma lo stato di salute che è finito sotto i riflettori in modo improvviso ed imprevisto con l’intervento chirurgico del 4 luglio scorso al Policlinico Gemelli.

In realtà non si sarebbe trattato di un intervento programmato (si dice che perfino il Segretario di Stato, card. Parolin, non sapesse del ricovero). Inoltre pare che i medici del Gemelli avrebbero voluto trattenere il papa in ospedale più a lungo. Continua

Ieri papa Bergoglio ha fatto appello a tutti: “Vaccinarsi, con vaccini autorizzati dalle autorità competenti, è un atto di amore… è un modo semplice ma profondo di promuovere il bene comune e di prenderci cura gli uni degli altri, specialmente dei più vulnerabili… E contribuire a far sì che la maggior parte della gente si vaccini è un atto di amore. Amore per sé stessi, amore per familiari e amici, amore per tutti i popoli”.

Questo pronunciamento probabilmente è finalizzato a persuadere i fedeli ancora diffidenti. Ma difficilmente convincerà le opposizioni ideologicheal vaccino di alcune frange cattoliche. Anzi, potrebbe avere l’effetto opposto.

Perché la disastrosa caratteristica di molti cattolici novax è proprio quella di fare di tutta l’erba un fascio, mescolando questioni politiche, sanitarie e religiose in un confuso minestrone, paventando oscuri disegni di una planetaria dittatura biotecnocratica”, di cui tutti i poteri sarebbero in qualche modo complici e di cui i vaccini rappresenterebbero l’aspetto più minaccioso. Continua

Potrà stupire, ma dalla rivelazione di Giovanni Valentini sul “Fatto quotidiano” emerge che Matteo Salvini si sarebbe bruciato l’incarico (esplorativo) per formare un governo, dopo le elezioni del 2018, a causa delle sue dichiarazioni pacifiste sui bombardamenti in Siria, ritenute – dal Quirinale – delle critiche a Trump.

Sarebbe stato giudicato, al Quirinale, troppo “di sinistra” o troppo indipendente e pacifista rispetto alla politica estera trumpiana di quel momento.

E’ certamente una rivelazione sorprendente e clamorosa. Ma quanto è attendibile? Si può nutrire qualche dubbio? Arriveranno risposte ufficiose da “ambienti del Quirinale”? Continua

“Etere o catetere, questo è il problema”. L’irriverente calembour amletico di Roberto d’Agostino non sarà mai un titolo del sofisticato catalogo Adelphi. Nemmeno “Parmenide o Parmalat”. Eppure il pittoresco Dago c’entra (almeno a sentire lui) con il celebrato editore che è morto giovedì scorso.

E va bene, Roberto Calasso avrà pure “inseguito gli dèi” come scrive Antonio Gnoli. Avrà anche avuto col passato un rapporto “simile a quello di Hölderlincon la madre-Ellade”, come dice Massimo Cacciari, e avrà pure voluto “Heidegger, quello di Volpi…l’Heidegger dell’Aristotele riletto alla luce della fenomenologia”, ma come la mettiamo con D’Agostino e “Quelli della notte” di Renzo Arbore? Continua

AMARCORD

Sul Foglio (24/7) Claudio Giunta dedica due pagine celebrative ad Armando Petrucci (1932-2018), storico, letterato e accademico.

Però obietta: “Il volume degli ‘Scritti civili’ fa riflettere e non solo in positivo. Per più ragioni, avrei evitato di ristampare la lettera che qui invece secondo cronologia (è del 1972) apre il libro, una lettera di dimissioni dalla Mediaeval Academy of America scritta per protesta contro la guerra in Vietnam e in cui sciaguratamente si definiscono gli Stati Uniti come ‘la vivente reincarnazione’ della Germania nazista”. Continua