PALAZZO D’INFERNO

Nelle scorse settimane nell’ambiente novax e nopass è suonato l’allarme per l’inaugurazione – alle Scuderie del Quirinale – della mostra “Inferno” dove è esposta anche la celebre “Porta dell’Inferno” di Auguste Rodin: la coincidenza fra l’apertura della mostra e l’entrata in vigore del Green pass, il 15 ottobre, ha alimentato ancor più le dietrologie.

L’arcivescovo Viganò – in uno dei suoi comizi contro il vaccino e il Green pass – si è scagliato contro “i ricatti di un potere totalitario asservito all’élite. Un potere che si mostra come intrinsecamente malvagio, animato da un’ideologia infernale e mosso da scopi criminali… Questo potere” ha aggiunto “è così convinto di essere ormai riuscito nel suo silenzioso colpo di stato, da sbatterci in faccia con sfrontatezza non solo l’ideologia che lo muove, ma anche la religione a cui si ispira. Proprio oggi al Quirinale – il Palazzo che un tempo fu residenza dei Sommi Pontefici nella Città di Roma – viene inaugurata una mostra emblematicamente intitolata Inferno, celebrata con l’esposizione della Porta dell’Inferno” il cui “bozzetto fu presentato anche all’Esposizione Universale del 1900, a suggello dell’indole massonica e anticattolica di quell’evento”.

Dunque tale mostra celebrerebbe “l’ideologia infernale” del “potere totalitario” che esisterebbe in Italia?

In realtà è vero l’esatto contrario. Bastava andare nel sito delle Scuderie del Quirinale per apprendere che la mostra Inferno, a cura di Jean Clair, è realizzata “in occasione dei settecento anni dalla morte di Dante Alighieri” e racconta “la presenza nell’iconografia e nel pensiero del concetto di inferno e dannazione dal Medioevo ai nostri giorni. Accompagnati dalla parola dantesca, i visitatori attraverseranno i luoghi terrifici e le visioni laceranti dell’Inferno così come sono stati rappresentati dagli artisti di tutte le epoche”.

Poi “oltrepassato il culmine del Male, la mostra troverà la sua conclusione con l’evocazione dell’idea di salvezza, affidata da Dante all’ultimo verso della Cantica: e quindi uscimmo a riveder le stelle”.

MOSTRA CATTOLICA

Roberto De Mattei, storico cattolico, su “Corrispondenza romana”, ha scritto: “La Porta dell’Inferno di Auguste Rodin, che tanto fa scandalo, è stata posta all’inizio del percorso espositivo a immagine della porta evocata da Dante nel III canto dell’Inferno. Essa è stata scolpita sul modello della Porta del Paradiso di Lorenzo Ghiberti, ed esprime non la soddisfazione, ma ‘tutta la disperazione dei dannati, che invano cercano di scuoterne gli implacabili battenti, come scrivono Chloé Ariot e François Blanchetière, nel Catalogo della Mostra. Accanto alla Porta di Rodin campeggia il celebre Giudizio Finale (1425) del Beato Angelico, mentre nella stessa sala vengono esplicitamente evocati i Novissimi (Morte, Giudizio, Inferno e Paradiso), presentati dai curatori come elemento ‘fondativo della cultura europea”.

Dunque contenuti del tutto cattolici. “Uno dei più gravi problemi della nostra epoca” ha osservato la saggista Cristina Siccardi “è ignorare ciò di cui si parla e la cosa diventa ancora più allarmante quando si tranciano giudizi falsi, come è accaduto per la mostra Inferno delle Scuderie del Quirinale” la quale “è stata allestita con una filosofia artistica che rimanda non solo alla sana arte figurativa, ma anche, puntualmente, alla poetica e teologia di Dante Alighieri, senza stravolgere nulla dell’intentio del sommo Poeta”.

Ci sarà ora qualcuno che si scuserà?

 

Antonio Socci

 

Da “Libero”, 29 ottobre 2021

 

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