MENTRE GLI ADDETTI AI “LIVORI” SPARGONO ODIO SU TRUMP E PUTIN, I DUE, COL CINESE XI, STANNO CERCANDO DI PACIFICARE I TANTI CONFLITTI DEL GLOBO. CON TANTI SALUTI AL DEVASTANTE “PARTITO DELLA GUERRA” DELLA CLINTON E DEI NEOCON
Non dico che sia scoppiata la pace, ma quantomeno lo Stato islamico è sconfitto e sta ormai per essere sepolto fra Siria e Iraq.
Inoltre la Siria intravede all’orizzonte una possibile normalizzazione che mette fine a una guerra terrificante e ad essere sconfitta da questo esito è la passata amministrazione Usa, quella di Obama e della Clinton che avevano sostenuto la guerra ad Assad.
Sebbene non sia affatto finito il terrorismo islamico nel mondo, dell’eliminazione del Califfato, con i suoi crimini disumani, non si può che rallegrarsi (oltretutto questo dovrebbe anche ridurre i flussi migratori verso l’Europa).
Gli addetti ai “livori” dei giornali italiani sono troppo impegnati, da due anni, a spargere odio e veleni contro Trump e contro Putin per accorgersi che – nel frattempo – il presidente americano e quello russo, insieme con il leader cinese Xi, stanno cercando di dare una sistemata a un pianeta dissestato, allontanando e fermando altre guerre e conflitti. Continua
PRIMA HANNO INVENTATO INTERNET: IL GRANDE FRATELLO GLOBALE. DA LI’ HANNO RICAVATO MULTINAZIONALI RICCHISSIME. E ORA, DOPO TRUMP E LA BREXIT, DEMONIZZANO LA RETE PERCHE’ LA GENTE LA USA CONTRO LE ELITE
E’ cambiato il vento. D’improvviso la mano invisibile dei padroni del pensiero ha capovolto il pollice su internet e sui i social.
Lorsignori del mainstream hanno deciso che la Rete – fino a ieri simbolo delle magnifiche sorti e progressive dell’umanità – è diventata la terribile minaccia che incombe su di noi, “il lato oscuro della forza” che può distruggerci.
Addirittura Sean Parker, inventore di Napster, uno che fu tra i primi collaboratori di Mark Zuckerberg a Facebook, spara a zero sui social media: “approfittano delle vulnerabilità della psicologia umana” producendo dipendenza dalla rete e “Dio solo sa cosa sta facendo alla mente dei bimbi”.
Ci va pesante: “si sta sfruttando una vulnerabilità della psicologia umana. I creatori, gli inventori, come me, Mark, Kevin Systrom di Instagram, lo capivamo perfettamente. Ma l’abbiamo fatto lo stesso”.
Non è il primo. Da un anno a questa parte nei Palazzi del potere soffia quest’aria qua. E’ tutto un bau bau, tutto un puntare l’indice sulla rete, tutto un fare piani di guerra. Lo si vede sui media. D’improvviso sono apparsi nuovi bersagli polemici e vengono ripetute nuove parole d’ordine. Basta passare in rassegna i giornali. Continua
100 ANNI DALLA RIVOLUZIONE D’OTTOBRE. DOVE SONO I (POST EX) COMUNISTI? DAL PARTITO UNICO ALLA MONETA UNICA. DA LENIN E STALIN A CLINTON E OBAMA
Ma come, fanno tutti finta di niente? Cento anni dopo la rivoluzione russa ormai russa pure la sinistra. E quell’Italia “dell’Est” che ci credette e che per anni ha frantumato i cocomeri di tutti col verbo marxista, facendone l’unico pensiero ammesso, non ha nulla da dichiarare.
Dicono che la rivoluzione d’ottobre va lasciata agli storici. Pur continuando anche oggi a pontificare su tutto e a ritenersi la parte migliore del Paese, la Sinistra “illuminata” sul proprio passato ha spento la luce.
Ma quando si farà una riflessione su questi cento anni da incubo che il comunismo ha regalato al mondo? Siamo stati sommersi nell’orrore come nessun’altra epoca storica e dobbiamo far finta di essere stati su “Scherzi a parte”?
Non dico di rifare la contabilità dei morti come il “Libro nero del comunismo” che finì all’indice pur avendone calcolati “solo” 85 milioni.
Ma almeno ci spieghino come sia stato possibile che tanti pensosi intellettuali si siano fatti paladini del comunismo. Oltretutto senza attenuanti perché già negli anni Trenta era evidente che il regime sovietico era un incubo infernale e dovunque il comunismo replicava l’orrore.
Com’è che generazioni di giovani borghesi, ben scolarizzati e ben pasciuti, si misero a inneggiare a Mao, Stalin, Castro, Che Guevara, ai regimi di Pol Pot e Ho Chi Min? Continua
IL NAUFRAGIO DEL RENZISMO
“Io sono il più forte che tu hai conosciuto, sono il più forte di tutti. Anche se mi batti resto il più forte”. Con tale sicumera Eddie Felson (interpretato da Paul Newman) si rivolge a Minnesota Fats nel film “Lo spaccone”.
E questo – in sintesi – è il messaggio lanciato ieri da Matteo Renzi alla Conferenza del Pd a Portici. Solo che è rimasto quasi l’unico a pensarlo, specialmente dopo la batosta nel referendum del 4 dicembre, che gli è costata la guida del governo, dopo la bocciatura dell’Italicum da parte della Corte Costituzionale, dopo la sconfitta delle amministrative, dopo l’umiliazione del Pd (marginalizzato) nel referendum Lombardo-Veneto e dopo la sberla inflittagli dal governo Gentiloni sulla nomina di Visco a Bankitalia.
L’umore degli italiani gli è alquanto ostile a giudicare dai sondaggi che danno il Pd in picchiata e se alle prossime regionali siciliane il Pd affonderà – come pare probabile – per Renzi si mette malissimo. Si dice che già sia pronta la fronda.
Molti infatti nel suo partito pensano che la sua defenestrazione sarebbe l’unica strada per ricomporre una coalizione di centrosinistra da portare alle elezioni, perché oggi l’ostacolo, l’unico ostacolo, è proprio lui. Continua
RIVELAZIONI. LA CONVERSIONE DEL FILOSOFO MARXISTA GALVANO DELLA VOLPE: “ALLA FINE NON C’E’ PIU’ MARX NE’ ENGELS, MA SOLO GESU’ CRISTO”
“Il più grande pensatore marxista del secondo ‘900”. Così, dedicandogli un’intera pagina, “L’Unità”, il 13 luglio del 2008, commemorava Galvano Della Volpe nel quarantennale della morte.
La casa editrice di area Pci, Editori Riuniti, aveva pubblicato tutta la sua opera nel 1972, in un’elegante edizione in sei volumi. Secondo “L’Unità” egli fu addirittura “il maestro invisibile del Sessantotto”. Peraltro morì proprio in quell’anno fatale.
Oggi – dopo quasi 50 anni – si scopre qualcosa, di quei suoi ultimi giorni, che sorprenderà tutti: se non è una conversione le somiglia assai.
Ad alzare il velo su questo mistero intimo del grande pensatore marxista è la sua stessa nipote, suor Monica Della Volpe, con una toccante testimonianza appena pubblicata sul numero 679 di “Studi Cattolici”, il bel mensile diretto da Cesare Cavalleri.
Suor Monica, oggi Madre Badessa di un monastero trappista (di rigorosa clausura), con tenera ironia traccia una piccola storia familiare per incorniciare il suo prezioso incontro con lo zio filosofo. Continua
PER VEDERE IL “BUONGOVERNO” BISOGNA ANDARE AL MUSEO. IL CAPOLAVORO DI AMBROGIO LORENZETTI
“Tra il XII e il XV secolo la Toscana si è ritrovata a essere l’area a maggior intensità finanziaria del globo e, prima di cedere lo scettro a Firenze, la città di Siena, per oltre settantacinque anni, ha occupato il gradino più alto del podio dei principali centri bancari d’Europa”.
Così scrive Alessandro Marzo Magno nel suo “L’invenzione dei soldi. Quando la finanza parlava italiano” (Garzanti).
IERI E OGGI
L’epoca del primato finanziario senese nel mondo rimanda all’antico splendore della ”civitas christiana” medievale, quella che costruisce la Piazza del Campo, la bellissima cattedrale, lo straordinario Ospedale ai piedi del Duomo e che vede fiorire la grande pittura di Duccio e Simone Martini.
Se queste sono “le tenebre del medioevo” sono da preferire ai tempi moderni che si pretendono illuminati e progressivi e hanno prodotto i recentissimi baratri bancari della città toscana.
Nel Trecento avevano molto chiaro cosa significava il buon governo e il cattivo governo e sapevano quali ne sono le ragioni. Tanto che a Siena vollero far affrescare, nel Palazzo pubblico, da Ambrogio Lorenzetti, nel 1338, proprio l’“Allegoria degli effetti del buono e del cattivo governo”. Continua
ANTICIPAZIONE DEL MIO LIBRO. RILEGGERE LA DIVINA COMMEDIA COME UN ROMANZO. IL PIU’ GRANDE POEMA DI TUTTI I TEMPI E’ UNA LUMINOSA CATTEDRALE CATTOLICA
La condizione iniziale del protagonista della Commedia stupisce. È così moderna, così immediata per noi: l’angoscia, lo smarrimento, la solitudine, il sentirsi “gettati” nel mondo, il buio, la paura, la disperazione, il fallimento, il sentirsi braccati.
Ma sorprende ancor di più quella che Dante indica come la sua personale via di salvezza da questa disperazione, da questo fallimento, individuale e collettivo: un volto di ragazza. Beatrice. Il suo primo, grande amore giovanile.
Com’è possibile che un semplice incontro fra adolescenti sul Lungarno di Firenze, uno sguardo furtivo, uno struggersi del cuore, sia così importante e significativo? Continua
IL COMPAGNO GAD, IL COMPAGNO GENTILONI E LA BIOGRAFIA FARLOCCA. OBIETTIVO: AFFONDARE L’ITALIA.
A Gad Lerner piacciono le missioni impossibili. Basti dire che tempo fa ha accettato di dar consigli alla “presidenta” Boldrini su come diventar simpatica alla gente. I risultati sono noti.
Ora sembra si sia votato a un altro obiettivo sovrumano: trasformare Pisapia in un leader, in uno statista. Ma – trovandosi di nuovo ad arare il mare – sembra ripiegare su quello che gli riesce meglio: la parte “destruens”, demolire le altre candidature alla leadership nella grande rissa del centrosinistra.
Un’occasione d’oro gli si è presentata in questi giorni, quando Antonio Funiciello, Capo staff del presidente del consiglio Gentiloni, ha firmato sul “Foglio” un lungo articolo per dimostrare che l’unico possibile candidato premier del dopo elezioni è – guarda caso – proprio Gentiloni.
SCHIETTO
Per accreditarlo Funiciello ha usato tanti argomenti, ma ha avuto pure la pessima idea di ricorrere anch’egli alla scorciatoia ormai percorsa da tanti: quella di riscrivere la biografia, una tentazione che solitamente porta nel pantano del ridicolo.
Infatti ha affermato: “l’unico premier di centrosinistra di un paese rilevante è Paolo Gentiloni, un liberaldemocratico schietto che con la tradizione socialista ha qualche contatto, ma nessuna diretta o indiretta discendenza”. Continua
NON AVRANNO IL VOTO DEGLI ITALIANI, MA IL LORO DISPREZZO
Paralizzato da anni per un incidente e cieco, Loris Bertocco, dopo aver affrontato molte difficoltà, a 59 anni è arrivato a prendere la decisione più tragica: andare a morire in una clinica svizzera.
Non perché fosse un malato terminale (non lo era affatto), né perché lui desiderasse morire, tutt’altro (“amo la vita”, ha scritto), ma perché è stato lasciato solo: “se avessi potuto usufruire di assistenza adeguata” ha spiegato “avrei vissuto meglio la mia vita, soprattutto questi ultimi anni, e forse avrei magari rinviato di un po’ la scelta di mettere volontariamente fine alle mie sofferenze”.
Ha anche scritto: “il muro contro il quale ho continuato per anni a battermi è più alto che mai e continua a negarmi il diritto ad una assistenza adeguata… Perché è così difficile capire i bisogni di tante persone in situazioni di gravità?”.
Il fatto che Bertocco fosse una persona molto impegnata e conosciuta (fra i fondatori dei Verdi, candidato a varie elezioni, animatore di iniziative e programmi culturali) e che ciononostante non sia riuscito ad abbattere quel “muro” di sordità fa capire meglio qual è la situazione dei tantissimi disabili gravi meno noti di lui.
Il suo caso ha colpito. Ora è il momento delle geremiadi. Ieri su “Repubblica” si leggeva questo titolo: “Dopo il caso Bertocco. La vita a ostacoli dei 4 milioni di disabili gravi. Atto d’accusa: ‘Dallo Stato solo un’elemosina’. Per la loro assistenza ricevono appena 500 euro al mese”. Continua