C’è un rischio serio in Italia: il clericalismo.
Bisogna lanciare l’allarme proprio noi cattolici perché a uscirne con gravi danni sarà soprattutto la Chiesa.
Nel mio piccolo mi batto da tempo contro l’anticlericalismo, contro l’intolleranza laicista che vorrebbe imbavagliare la Chiesa e contro il tentativo di sradicare il cristianesimo dalla storia del nostro popolo. Ma penso che ora la Chiesa debba temere anche il fenomeno opposto, il tracimare della gerarchia – a cui competono compiti diversi – in campi che sono prerogativa dei laici cattolici, come Benedetto XVI ha ripetuto anche sabato scorso, come ha affermato il Concilio e come ha definito la stessa dottrina cattolica. Continua

“Come un aereo in picchiata”. Così, da alcuni mesi, va il consenso degli italiani al governo secondo il Corriere della sera che ieri pubblicava gli ultimi rilevamenti.
In tre mesi il gradimento per il governo è crollato dal 50,8 per cento al 37,7 con l’opposizione in sorpasso, dal 43,1 al 45 per cento. Se a settembre la previsione degli elettori sul vincitore delle prossime elezioni dava il centrodestra al 36,5 e il centrosinistra al 35,5, oggi la differenza si è fatta abissale: il 57 per cento dà la vittoria al centrodestra e solo il 21,7 ritiene ancora possibile la vittoria del centrosinistra.
Ancora un dato che coglie questa stessa tendenza: le intenzioni di voto nel maggioritario a settembre vedevano le due coalizioni quasi alla pari con una leggera prevalenza della Casa delle libertà (50,1 per cento contro 49,6), mentre oggi il centrodestra è schizzato al 55,1 per cento e invece il governo è crollato al 44,9. Continua

Forse, oltre ad astenersi dal matrimonio, gli ecclesiastici dovrebbero astenersi anche dalle interviste. Per non confondere il Verbo con le chiacchiere.
L’altroieri per esempio il cardinale Claudio Hummes ha rilasciato dichiarazioni che sono parse esplosive sul tema del matrimonio dei preti. Non potevano passare inosservate perché Hummes in queste ore sta arrivando a Roma chiamato dal Papa proprio come “ministro” per il clero.
Ecco cos’ha detto il cardinale: “Anche se i celibi fanno parte della storia e della cultura cattoliche, la Chiesa può riflettere sulla questione del celibato perché non è un dogma, ma una norma disciplinare”.
Di per sé ha ragione chi ha notato che non c’è niente di nuovo, perché di certo il celibato ecclesiastico non è un dogma di fede. Ma è evidente che annunciare oggi una possibile revisione, mentre Hummes si appresta a guidare la Congregazione del clero e mentre si intensificano gli attacchi a questo istituto, significa indurre i giornali a titolare: “Il Vaticano apre sui preti sposati”. Continua

Scrivi Deaglio e il programma di videoscrittura del computer ti consiglia di correggere con “Deraglio”.
Forse è un presagio informatico che merita attenzione, perché il treno di dinamite che Enrico Deaglio ha fatto partire col film-inchiesta dal sobrio titolo “Uccidete la democrazia” (allegato al suo settimanale, Diario), rischia ora di arrivare nella stazione sbagliata: non quella di Berlusconi, dove era destinato, ma quella non prevista del centrosinistra.
E’ proprio su un fantomatico software del resto che è fondato il teorema del film realizzato con Beppe Cremagnani.
Gli autori in sostanza ipotizzano che alle ultime elezioni politiche si sia complottato per manipolare il risultato delle urne installando, nella rete di trasmissione dati del Viminale, un programma informatico che automaticamente attribuiva una parte delle schede bianche a Forza Italia.
Questo “imbroglio” spiegherebbe il forte calo del numero di schede bianche. Il film ha fatto enorme clamore al punto che la magistratura ha aperto un’inchiesta in proposito e si sono riaccese le polemiche sui risultati elettorali.
Se provata l’accusa di Deaglio sarebbe addirittura devastante. Ma è credibile? Continua

Il sindaco di Venezia, Massimo Cacciari – che i suoi aversari più cattivi chiamano “il Banal Grande” per la perfetta comprensibilità dei suoi libri – deve avere un Ego umile e appartato.
“Macché narcisismo” sbottò un giorno Cacciari, “stia tranquillo che al ‘Costanzo Show’ lei non mi vedrà mai” (così dichiarava a Gian Antonio Stella su “Sette” del 19 maggio 1994). Il successivo 18 ottobre 1994 risulta sia stato avvistato al “Costanzo show” a pontificare così: “se mi consente una citazione: virtus ipsa praemium est”.
In effetti, il sindaco – la cui amministrazione viene chiamata “la lacuna veneta” – più che occuparsi di vaporetti, acqua alta o dell’illuminazione di calli, campielli e sestieri, sembra si senta chiamato a illuminare il mondo intero. Continua

Papi e comunismo. I Vicari di Cristo di fronte al più duraturo e criminale dei regimi, alla più diffusa delle ideologie del Male. Non potevano esserci ambiguità, né indulgenze, né complicità. Invece ci sono state. E il guaio ha un’origine: il pontificato di Giovanni XXIII.

Il cosiddetto “papa buono” fu un “buon papa”? Se si guarda alla voce “Comunismo” penso di no.
Ho provato a spiegarlo nell’articolo dell’11 ottobre intitolato “Quell’empio patto fra il Kgb e il papa buono”.
Dopo averlo letto, Lucio Di Nisio ha scritto al Corriere della sera chiedendo a Sergio Romano, che tiene la rubrica delle lettere, cosa ne pensa.
Romano ha risposto sul Corriere del 13 novembre premettendo di non aver il mio articolo e poi svolgendo un suo legittimo ragionamento storico. Continua

Per saperne di più sui cristiani nelle carceri di Castro:
http://aconservativemind.blogspot.com/2005/11/non-solo-guantanamo-lettera-di-un.html
http://aconservativemind.blogspot.com/2005/12/aiutiamo-un-prigioniero-cubano.html Continua