RED PASS

Per gli Europei di calcio l’Italia di colpo si è riempita di 60 milioni di commissari tecnici della Nazionale.

Ma intanto la penisola era stata invasa improvvisamente da folle di epidemiologi e virologi, laureati all’università di Twitter, che imperversano sui social se necessario bacchettando scienziati e medici, spesso considerati sospetti complici di Big Pharma.

Negli stessi mesi però sull’Italia si è abbattuta un’altra sciagura: il 700° anniversario della morte di Dante. Cosicché il Belpaese ora pullula di dantisti. Ne spuntano dappertutto.

Il fenomeno è particolarmente significativo perché dal poeta in questione – Dante – per decenni, dopo il ’68, tutti sono stati alla larga come se fosse stato appestato (e senza Green pass o meglio senza Red pass).

Era pressoché sparito dalla scuola. Al bando. Chiunque abbia frequentato un liceo dagli anni Settanta in poi lo ha sentito liquidare frettolosamente come reazionario, bigotto e poi omofobo, islamofobo e peggio ancora. Continua

ROSSOBRUNO

Il libro di Claudia Weber, “Il patto (Stalin, Hitler e la storia di un’alleanza mortale)”, pubblicato da Einaudi, indaga su uno degli eventi più imbarazzanti per l’ideologia dominante in Italia.

Il trattato fra Germania nazista e Unione Sovietica dell’agosto 1939 dette il via libera alla mattanza della Seconda guerra mondiale.

“Il patto” scrive Mirella Serri (La Stampa 4/9) “prevedeva anche un ‘protocollo segreto’ rimasto tale fino al termine degli anni Novanta, in cui venivano definiti i territori che i due tiranni si sarebbero spartiti”. Continua

IRRIVERENTE

Nel coro unanime di lodi che si sono levate per Roberto Calasso, in occasione della sua scomparsa, l’unica voce dissonante che ho letto è stata quella del matematico Piergiorio Odifreddi che sulla Stampa (1/8) ha scritto fra l’altro: “L’astuzia editoriale di Calasso, che ‘infiniti addusse danni’ alla cultura italiana, è stata di andare a cercare con il lanternino opere scientifiche borderline, che ben si sposassero con quelle dei filosofi e dei pensatori esoterici o new age che invece costituiscono il nocciolo duro delle pubblicazioni adelphiane”. Continua

Il “selfie dei Promessi sposi” (evocazione letteraria della leader di FdI) che, nei giorni scorsi, a Cernobbio, sul lago di Como, ha immortalato la rinnovata armonia fra Matteo Salvini e Giorgia Meloni, è stato ritenuto da tutti un “serrate i ranghi” in vista delle elezioni amministrative di ottobre. Ma anche in vista di possibili elezioni anticipate a febbraio, nel caso in cui dovesse essere eletto Mario Draghi alla presidenza della Repubblica.

Infatti, se ciò accadesse, nel centrodestra si è sicuri che seguirebbe lo scioglimento delle Camere e il voto anticipato. Ma è proprio così? Sarà davvero possibile votare un anno prima della scadenza? Continua

Il caso fu sollevato da un docente di un istituto professionale che a lezione non voleva il crocifisso sul muro dell’aula. Gli studenti decisero invece a maggioranza di tenerlo.

Ieri la Corte di Cassazione ha dato il suo responso: il Crocifisso in aula “non costituisce un atto di discriminazione del docente dissenziente per causa di religione” in quanto “ad esso si legano, in un Paese come l’Italia, l’esperienza vissuta di una comunità e la tradizione culturale di un popolo”.

Il Centro Livatino rileva l’importanza del pronunciamento: significa che “non esiste un divieto di affissione costituzionalmente fondato”. Tuttavia c’è un “ma”. Continua

Cosa succede dentro al Pd? Enrico Letta è stato eletto segretario (in pratica all’unanimità) dicendo: Il Governo Draghi è il nostro Governo”.

Ieri lo stratega di Zingaretti, Gianfranco Bettini, gli ha risposto: “io sono contrario alla formula secondo cui ‘il governo Draghi è il mio governo’ e secondo cui il suo programma è il nostro programma”.

Ieri Letta ha dichiarato: “Per noi la priorità è che questo governo duri fino alla fine naturale della legislatura”. Negli stessi minuti Bettini tuonava contro l’idea di “un governo che arrivi fino alla fine della legislatura”.

La sua proposta è mandare Draghi al Quirinale e poi andare alle urnecon un’alleanza di ferro Pd-M5S-Leu. L’idea di Letta invece è la riconferma di Mattarella. Un bello scontro. Continua

Alle ultime elezioni politiche del 2018 il Centrodestra prese il 37 per cento dei voti. Fu la coalizione più votata, ma non ebbe la possibilità di provare a fare un governo.

Da allora i consensi del Centrodestra sono schizzati in alto e, ormai da tre anni, sono stabilmente vicini al 50 per cento che significa la (molto probabile) conquista della maggioranza assoluta dei seggi in Parlamento.

Anche l’ultimo sondaggio, uscito ieri su “Repubblica”, lo conferma, assegnando ai tre partiti di Centrodestra un consenso complessivo del 48,1 per cento, mentre il Pd è dato al 19,3 per cento e il M5S al 16,6. Due risultati che, sommati, raggiungono solo il 35,9 per cento, di gran lunga sotto lo schieramento di Centrodestra che sembra, attualmente, inarrivabile. Continua

Ieri il papa – all’udienza con i parlamentari cattolici – ha esordito così: “Vorrei chiedere scusa, per non parlare ancora in piedi, ma ancora sono nel periodo post-operatorio e devo farlo seduto. Scusatemi”.

Che il pontefice abbia un problema di salute è noto, ma non è chiaro qual è la situazione. Abbiamo visto lunedì scorso (su queste colonne) tutti i dubbi e le domande che sono state sollevate dalla comunicazione ufficiale vaticana sull’intervento chirurgico del 4 luglio. Da più parti si ripete ciò che l’agenzia “Infovaticana” ha scritto il 10 agosto: “La salud del Papa no es la quen dicen”. Continua

RADICALI LIBERI(STI)

È il paradosso dei Radicali, ma lo storico Giovanni De Luna non lo dice. Eppure sulla Stampa (26/8) lo coglie benissimo occupandosi del referendum sull’eutanasia. Nota infatti: “a uno Stato sollecitato ad abbandonare tutti gli spazi che si era conquistato intervenendo nel mercato” e in ogni campo del vivere sociale, a quello Stato “a cui si sono chiesti continui passi indietro, cercando di limitarne l’invasività e di ridimensionarne gli interventi, si affida oggi il potere di determinare la vita o la morte, rafforzandone e dilatandone proprio l’essenza biopolitica”. Continua

TANTO PE’ CANTA’  

I giovani cantanti di cui il sistema decreta il successo, oggi, fanno notizia soprattutto per le presunte “provocazioni” politiche e di costume, in realtà molto mainstream. O per le bizze o per le liti fra di loro, in cui si attribuiscono addirittura la qualifica di “artista” (anche in questi giorni se n’è vista una).

In tutti costoro – che sono molto social e si misurano a follower – domina ciò che è stato definito “il conformismo dell’anticonformismo”. Infatti sono molto coccolati dai media e si atteggiano a divi già alle prime canzoni.

Ma la musica? La qualità dei testi? Qualcuno ascolterà le loro canzoni di oggi fra 30 o 40 anni? La domanda è pertinente. Perché oggi si ascoltano ancora e si amano le canzoni degli anni Settanta o Ottanta: Battisti ma pure Al Bano o i Pooh o Morandi o Massimo Ranieri, e poi Lucio Dalla, Bennato, la Nannini, Vasco Rossi, Rino Gaetano e ancor più Branduardi, Battiato, De Gregori, Guccini, De André… Continua