In Vaticano sempre più insistentemente si parla di un nuovo Conclave. Papa Francesco avrebbe infatti manifestato l’intenzione di lasciare.

A dicembre prossimo, fra l’altro, compie 85 anni che è la stessa età di Benedetto XVI al momento della rinuncia. Ma il motivo della rinuncia di Bergoglio non sarebbe anzitutto l’età, ma lo stato di salute che è finito sotto i riflettori in modo improvviso ed imprevisto con l’intervento chirurgico del 4 luglio scorso al Policlinico Gemelli.

In realtà non si sarebbe trattato di un intervento programmato (si dice che perfino il Segretario di Stato, card. Parolin, non sapesse del ricovero). Inoltre pare che i medici del Gemelli avrebbero voluto trattenere il papa in ospedale più a lungo. Continua

Ieri papa Bergoglio ha fatto appello a tutti: “Vaccinarsi, con vaccini autorizzati dalle autorità competenti, è un atto di amore… è un modo semplice ma profondo di promuovere il bene comune e di prenderci cura gli uni degli altri, specialmente dei più vulnerabili… E contribuire a far sì che la maggior parte della gente si vaccini è un atto di amore. Amore per sé stessi, amore per familiari e amici, amore per tutti i popoli”.

Questo pronunciamento probabilmente è finalizzato a persuadere i fedeli ancora diffidenti. Ma difficilmente convincerà le opposizioni ideologicheal vaccino di alcune frange cattoliche. Anzi, potrebbe avere l’effetto opposto.

Perché la disastrosa caratteristica di molti cattolici novax è proprio quella di fare di tutta l’erba un fascio, mescolando questioni politiche, sanitarie e religiose in un confuso minestrone, paventando oscuri disegni di una planetaria dittatura biotecnocratica”, di cui tutti i poteri sarebbero in qualche modo complici e di cui i vaccini rappresenterebbero l’aspetto più minaccioso. Continua

Potrà stupire, ma dalla rivelazione di Giovanni Valentini sul “Fatto quotidiano” emerge che Matteo Salvini si sarebbe bruciato l’incarico (esplorativo) per formare un governo, dopo le elezioni del 2018, a causa delle sue dichiarazioni pacifiste sui bombardamenti in Siria, ritenute – dal Quirinale – delle critiche a Trump.

Sarebbe stato giudicato, al Quirinale, troppo “di sinistra” o troppo indipendente e pacifista rispetto alla politica estera trumpiana di quel momento.

E’ certamente una rivelazione sorprendente e clamorosa. Ma quanto è attendibile? Si può nutrire qualche dubbio? Arriveranno risposte ufficiose da “ambienti del Quirinale”? Continua

“Etere o catetere, questo è il problema”. L’irriverente calembour amletico di Roberto d’Agostino non sarà mai un titolo del sofisticato catalogo Adelphi. Nemmeno “Parmenide o Parmalat”. Eppure il pittoresco Dago c’entra (almeno a sentire lui) con il celebrato editore che è morto giovedì scorso.

E va bene, Roberto Calasso avrà pure “inseguito gli dèi” come scrive Antonio Gnoli. Avrà anche avuto col passato un rapporto “simile a quello di Hölderlincon la madre-Ellade”, come dice Massimo Cacciari, e avrà pure voluto “Heidegger, quello di Volpi…l’Heidegger dell’Aristotele riletto alla luce della fenomenologia”, ma come la mettiamo con D’Agostino e “Quelli della notte” di Renzo Arbore? Continua

AMARCORD

Sul Foglio (24/7) Claudio Giunta dedica due pagine celebrative ad Armando Petrucci (1932-2018), storico, letterato e accademico.

Però obietta: “Il volume degli ‘Scritti civili’ fa riflettere e non solo in positivo. Per più ragioni, avrei evitato di ristampare la lettera che qui invece secondo cronologia (è del 1972) apre il libro, una lettera di dimissioni dalla Mediaeval Academy of America scritta per protesta contro la guerra in Vietnam e in cui sciaguratamente si definiscono gli Stati Uniti come ‘la vivente reincarnazione’ della Germania nazista”. Continua

Il 30 luglio 2008 moriva improvvisamente d’infarto, a Lima, dove viveva, Andrea Aziani, a soli 55 anni. Apparteneva al movimento ecclesiale di don Luigi Giussani che ha cambito la mia vita per sempre. E’ impressionante per me pensare che di un mio così caro amico (è stato fra l’altro il padrino di battesimo di Caterina) sia in corso il processo di beatificazione. Ma anche quando era fra noi capivamo che era speciale. Da Abbiategrasso al Perù, passando per Siena, Firenze e mille altri posti ha sempre lasciato una traccia potente. E’ stato un uomo che ha fatto innamorare di Cristo centinaia di giovani. Donando tutto se stesso. Oggi, nell’anniversario del suo dies natalis, lo voglio ricordare ripubblicando un mio articolo.

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 Carmen, che lo incontrò ai tempi di Gs (erano entrambi di Abbiategrasso, in provincia di Milano), fra le tante cose che la colpirono, ne ricorda una che sembra piccola e buffa: mentre tornava dalla caritativa, in bicicletta, Andrea cantava a voce alta per le strade nebbiose del paese. È un piccolo flash, su un Andrea Aziani diciottenne, dove però si capisce il tipo. C’è la sua giovinezza tutta innamorata di Gesù, c’è quella sua allegra baldanza («perché Gesù ha già vinto!!!», ti diceva ridendo e dandoti pacche sulle spalle) e poi c’è il suo cuore che scoppia di contentezza e di passione per la voglia di far sapere a tutti la grande notizia. Fino agli estremi confini della terra.
Non solo fino a Siena, dove don Giussani lo mandò nel 1976, ma fino quel lembo di terra sull’Oceano Pacifico, dall’altra parte del mondo, dove a 55 anni ha terminato la sua instancabile corsa terrena (e dove ora ha lasciato il suo corpo, che per Gesù si è letteralmente consumato), per cominciare la sua trionfale passeggiata in Cielo. Continua

Sta passando stranamente sotto silenzio sui media un decreto della Chiesache avrà grosse conseguenze sui movimenti ecclesiali come Comunione e Liberazione, Cammino neocatecumenale, Movimento dei Focolari, Rinnovamento nello Spirito e altri.

Ma in questo caso bisogna riconoscere che papa Bergoglio ha preso davvero una decisione saggia e ispirata a vera paternità.

Il decreto, firmato l’11 giugno dal card. Kevin Farrell, prefetto del Dicastero per i Laici, con l’approvazione del papa, ricordando che “il governo, Continua

(PRE)GIUDIZIO UNIVERSALE

Pochi giorni dopo aver vinto il Premio Strega (8 luglio) Emanuele Trevi ha fatto una clamorosa scoperta e il “Corriere della sera” (16/7) ha dedicato un’intera pagina al suo epocale scoop.

Lo scrittore anzitutto confida ai lettori: “io, come tutte le persone di buona volontà… mi ero fatto un’idea abbastanza coerente e rassicurante del no vax: un cretino tendenzialmente fascista, che nutre sentimenti ingiustificati di rancore verso il sapere autentico, sostituito da notiziole senza capo né coda ricavate dal telefonino”, quindi gente strana, “qualcosa di remoto”, infatti – aggiunge – “credevo di non conoscere personalmente un no vax”.

Si noti: lo scrittore fa un accurato identikit del no vax (anche più dettagliato delle poche righe citate) però avverte candidamente il lettore che lui non ne conosce neanche uno. Cionondimeno è convinto che si tratti di “un cretino tendenzialmente fascista”. Continua

Era il 29 giugno quando Beppe Grillo pronunciò il suo durissimo giudizio su Giuseppe Conte: “non può risolvere i problemi perché non ha né visione politica, né capacità manageriali. Non ha esperienza di organizzazioni, né capacità di innovazione”.

Due settimane dopo è arrivato il “patto della spigola” che però non ha cancellato quelle parole, le ha solo messe nel congelatore.

Al momento, Conte – per prendere il controllo completo del M5S – non può permettersi di mostrarsi risentito con Grillo, perché domina un altro e più importante risentimento: quello verso Draghi (reo di aver preso il suo posto a Palazzo Chigi) e verso Renzi (reo di averlo sfiduciato).

Del resto pochi credono alla “pace di Bibbona”. Come riferisce Emilio Pucci sul “Messaggero”, un big grillino dice: “Il fondatore M5s non si farà mettere all’angolo, è evidente che lo sta mandando avanti per poi farlo bruciare”. Continua

Con il Motu proprio “Traditionis custodes”, papa Bergoglio ha spazzato via la liberalizzazione della messa in rito antico di Benedetto XVI che, nel 2007, aveva voluto rispondere alla richiesta di tanti, anche giovani, attirati dall’antica liturgia la quale era stata proibita dopo il Concilio.

Joseph Ratzinger, che pure era un uomo del Concilio Vaticano II, aveva raccontato: “rimasi sbigottito per il divieto del messale antico, dal momento che una cosa simile non si era mai verificata in tutta la storia della liturgia. Si diede l’impressione che questo fosse del tutto normale”. Continua