Caro Walter,
ho letto la tua bella commemorazione di Tiziano Terzani (pubblicata sull’Unità del 21 dicembre) per la dedica di un viale di Roma a questo famoso e celebrato giornalista. Ma ho una perplessità. Ed è giusto discuterne perché non è un particolare irrilevante nella vita di Terzani e soprattutto nella nostra storia, come Paese e pure come corporazione dei giornalisti. Tu hai affermato: “Il giornalismo divenne la sua professione, la sua vita. Guardò subito ad Oriente. Inviato di ‘Der Spiegel’, descrisse la Cina comunista, raccontò gli orrori della guerra del Vietnam, le atrocità dei massacri cambogiani. Con la capacità di narrazione e di scrittura del grande giornalista”. Continua