“E’ una spartizione indecente”. Così la nascita del governo Prodi viene descritta dal senatore Emanuele Macaluso, storico dirigente del Pci, già direttore dell’Unità, oggi direttore delle Ragioni del socialismo, nonché editorialista del Riformista.
Che aggiunge: “Capisco che c’era la necessità di sconfiggere Berlusconi. Se poi però si dovesse rivelare troppo presto che questo, assieme alle poltrone, è l’unico vero elemento che tiene unita l’alleanza, beh, allora sarebbe imbarazzante… E non mi chieda della qualità dei singoli…”.
L’intervistatore non fa in tempo a chiederglielo che il senatore già spara: “La media è di una qualità desolante”.
Testimone numero 2, Franco Bassanini, dirigente Ds e già ministro: “Abbiamo assistito a un imbarazzante revival del Manuale Cencelli e delle logiche spartitorie della prima Repubblica”. E poi bisognerebbe aggiungere le risse fra ministri (a cominciare da Di Pietro sulle opere pubbliche), quelle degli esclusi come la Sbarbati, l’inizio di guerra fra Fassino e Rutelli sul leader del prossimo partito democratico e via litigando. Continua

I giornali l’avevano annunciata come la grande novità delle elezioni 2006: è diventata la barzelletta di questa stagione politica. L’avevano chiamata la “Rosa nel pugno”. E’ diventata “Le mosche nel pugno”. I radicalsocialisti sono stati travolti da una tranvata elettorale scioccante (hanno preso percentuali da prefisso telefonico, meno della somma dei due partiti). Dal Senato li hanno fatti fuori (credo ingiustamente) i loro stessi alleati (Pannella è stato perfino cacciato fisicamente fuori dal Parlamento dal “suo” Scalfaro). Dal Ministero della Difesa sono stati esclusi per il veto “cubano” di Diliberto, perché nel centrosinistra comandano i comunisti. E alla fine la coppia di fatto Pannella-Boselli, che voleva portare la Bonino addirittura sulla poltrona più alta, alla presidenza della Repubblica, si contentata di uno strapuntino in periferia, un ministericchio senza portafoglio (Affari europei), tanto per piazzare Emma, di mestiere candidata (candidata a tutto). In pratica ha in dotazione solo l’auto blu. Tanto rumor per nulla. Continua

La barzelletta del giorno è l’ “intesa strategica sul governo del sistema” che Fassino ha consegnato al ritrovato “compagno” Giuliano Ferrara.
Non si possono coglionare milioni di italiani – la metà del Paese – che hanno votato contro la Sinistra, con queste frescacce.
Spero che Berlusconi non si faccia infinocchiare, che non si faccia convincere a suicidarsi votando D’Alema. Invece di proporgli la rosa di nomi, pretendono la resa.
E’ tutto da ridere. Innanzitutto l’esordio ammiccante. Ora e solo ora Fassino scopre che “il centrosinistra ha vinto sul filo di lana”. Ora e solo ora riconosce che “è innegabile che una metà del Paese sia rappresentata dalla CDL” e che “la guerra è finita”.
Come gli è venuta questa geniale illuminazione? Perché solo ora? Perché guarda caso solo ora gli servono i voti del centrodestra per dare una poltrona al “lìder Massimo” della Sinistra, cioè per portare D’Alema al Quirinale e chiudere tutti i giochi del potere per anni, liquidando per sempre il Berlusca e compagnia. Continua

“Il fumo di Satana è entrato nel Tempio di Dio”, disse drammaticamente Paolo VI. E anche Papa Ratzinger ci mette in guardia dagli Anticristi che sono fra noi, più insidiosi di certi attacchi calunniosi dei nemici esterni (come il romanzo di Dan Brown). Per esempio sulla Resurrezione… Continua

Il “partito cristiano” di cui ha scritto Vittorio Feltri potrebbe venire alla luce veramente o è un’ipotesi del tutto accademica?
Prima di dare una risposta bisogna capire come la Chiesa giudica la situazione italiana post-elettorale.
Cosa sta pensando il cardinal Ruini, guida dei cattolici italiani e straordinaria intelligenza politica?
Credo che il suo parere sia molto vicino all’ editoriale di ”Avvenire” di venerdì, dove si segnalava la “insufficientissima” vittoria del centrosinistra (l’aggettivo è di Sartori) e dove si sottolineava che portare “alle cariche apicali dello Stato”, presidenza della Camera e Quirinale, un comunista e un post comunista, Bertinotti e D’Alema, rappresenterebbe “un tale spostamento a Sinistra” da risultare dirompente. Continua

C’è chi li chiama “poteri forti” (perché si tratta del mondo finanziario) e chi li chiama “poteri morti” (alludendo alla debolezza e all’indebitamento dell’industria italiana). Si teme sempre che – avendo il controllo dei giornali – vogliano condizionare l’opinione pubblica e la politica. Ovviamente vorrebbero farlo, ma a considerare il clamoroso flop del referendum dell’anno scorso sulla legge 40 (sostenuto forsennatamente da Corriere della sera, la Stampa, Repubblica e tutto l’establishment) e considerando – per dire – il flop elettorale della Rosa nel pugno (o meglio Le Mosche nel pugno, lista pompatissima dal Corriere) viene da pensare che spostino meno voti della bocciofila di Battipaglia. Continua