C’è l’inquinamento dell’aria, quello dell’acqua, ma può esserci anche l’inquinamento del dibattito pubblico per eccesso di faziosità. Alla lunga può svuotare la democrazia.

Chi ha frequentato il liceo o l’università negli anni Settanta ricorderà che, nelle assemblee studentesche, bastava esprimere idee anticonformiste, cioè non comuniste, per essere bollati come “fascisti”, per venire delegittimati e silenziati. Era ammessa una sola voce: quella di sinistra.

Sarà perché oggi nei giornali e in certi partiti si ritrovano – invecchiati – molti di coloro che a quel tempo applicavano tale “vigilanza democratica”, ma in Italia c’è un clima che ricorda quegli anni.

È ancora possibile discutere laicamente (cioè senza dogmi intoccabili e senza delegittimazione dell’avversario) di tutti i problemi politici e sociali? La risposta è no. Purtroppo siamo passati da Lotta Continua (ieri) a scomunica continua (oggi).

Sembra che il “partito dei giornali” e il PD ammettano la legittimità di una sola opinione (la loro) che sacralizzano come dogma, così da dichiarare eretico e bruciare sul rogo mediatico chiunque osi esprimere dubbi o opinioni diverse. Continua

Entrambi i nuovi presidenti di Camera e Senato, nei loro discorsi di insediamento, hanno citato papa Francesco in modo non formale.

Ignazio La Russa ha detto: “saluto con grande rispetto il sommo Ponteficeche anche in questi giorni ci ha dato un segno della sua alta guida spirituale e morale, sottolineando come la risposta necessaria per contrastare e cercare di battere la povertà sia il lavoro degno e ben remunerato”.

Lorenzo Fontana ha lanciato un segnale ancor più forte: “Voglio dedicare un primo saluto al Pontefice Francesco che rappresenta il riferimento spirituale della maggioranza dei cittadini italiani e promuove il rispetto dei più alti valori morali nel mondo, a partire dal rispetto della dignità umana e dei diritti fondamentali umani e che sta svolgendo un’azione diplomatica a favore della pace senza eguali”.

Dunque i diritti sociali, i più alti valori morali a partire dalla dignità umana e dai diritti dell’uomo, infine la testimonianza profetica del Papa per la pace.

Sono principi che non somigliano alle caricature mediatiche del Centrodestra. Principi che fanno riferimento al magistero sociale del Papa e sono sintonizzati con l’anima profonda del popolo italiano, che – sulla guerra in Ucraina – si è sempre riconosciuto nelle posizioni di Francesco e non in quelle del governo Draghi.

Nel recente sondaggio di Pagnoncelli per “Di Martedì”, il 60 per cento del campione interpellato ha detto: “è il momento che Zelensky scenda a patti con Putin”. Solo il 27 per cento sceglie “di sostenere oltremodo Zelensky contro Putin” (il 13 per cento nessuna opzione). Continua

Il giorno di ieri, 15 ottobre 2022, a 100 anni esatti dalla nascita di don Luigi Giussani, potrebbe in futuro essere ricordato come l’inizio della rinascita di Comunione e Liberazione. Sarebbe un evento molto importante sia per la Chiesa che per il nostro Paese.

Se questa “resurrezione” avverrà il merito più grande andrà riconosciuto a papa Francesco, che – negli ultimi due anni – ha fatto il possibile e l’impossibile per rianimare i movimenti ecclesiali.

Infatti il discorso del Santo Padre, ai 60 mila ciellini che riempivano Piazza San Pietro, è stato commovente, paterno e pieno di speranza. Ha iniziato ricordando don Giussani a cui Francesco ha espresso la sua “personale gratitudine per il bene che mi ha fatto, come sacerdote” meditare sui suoi libri. Essendogli grato “anche come Pastore universale per tutto ciò che egli ha saputo seminare e irradiare dappertutto per il bene della Chiesa”. Continua

L’11 ottobre scorso, per il 60° anniversario dell’inizio del Concilio Vaticano II, papa Francesco – durante la celebrazione nella Basilica di San Pietro – ha tenuto un’omelia commovente, ma anche sorprendente.

Un discorso così fuori dagli schemi su cui è costruita l’informazione religiosa dei giornali che, non essendo compreso, è stato ignorato. Eppure potrebbe rappresentare una svolta vitale per il mondo cattolico.

Anzitutto il Papa ha spazzato via quel nefasto pensiero binario che ormai intossica il dibattito pubblico. Già Francesco lo sta facendo, da mesi, per quanto riguarda la guerra in Ucraina. Con l’omelia dell’11 ottobre ha voluto archiviarlo anche per il mondo cattolico, in relazione al Concilio.

Se solo ricordiamo quanto – da decenni – i cattolici si sono polarizzati e spaccati fra progressisti e conservatori, fra modernisti e tradizionalisti, producendo il disastro attuale, si può intuire l’importanza di ciò che il Papa ha detto.

Anzitutto – per spazzare via il manicheismo ideologico – ha iniziato dall’essenziale: “’Mi ami?’. È la prima frase che Gesù rivolge a Pietro nel Vangelo che abbiamo ascoltato (Gv 21,15)… Il Concilio Vaticano II è stato una grande risposta a questa domanda: è per ravvivare il suo amore che la Chiesa, per la prima volta nella storia, ha dedicato un Concilio a interrogarsi su sé stessa (…): si è riscoperta Popolo di Dio, Corpo di Cristo, tempio vivo dello Spirito Santo!” Continua

Il sito “Artribune” ha approfondito i dati Istat relativi ai consumi culturali degli italiani. La situazione è allarmante.

La spesa che in media ogni famiglia ha dedicato, nell’arco di un mese, a cinema, teatri e concerti, nel 2019 è stata di 6,23 euro, nel 2020 di 1,70 euro e nel 2021 di 1,57 euro.

Alla voce “musei parchi e giardini” – sempre considerando la spesa mensile di ogni famiglia – abbiamo 1,54 euro nel 2019, nel 2020 precipitiamo a 0,67 euro (è stato l’anno del Covid) e andiamo a 1,13 euro nel 2021.

Libri. La spesa media mensile per la narrativa di ogni famiglia è stata di 5,51 euro nel 2019, di 4,68 euro nel 2020 e di 4,96 nel 2021.

Alla voce “libri non scolastici diversi da quelli di narrativa” abbiamo 0,10 euro nel 2019, addirittura 0,09 nel 2021 e uno sconcertante 0,04 nel 2021.

Giornali. La spesa media per famiglia, ogni mese, è stata di 3,39 euro nel 2019, di 2,70 nel 2020, di 2,76 nel 2021. Per riviste e periodici andiamo anche peggio: 1,95 euro nel 2019, 1,61 euro nel 2020 e 1,61 nel 2021. Praticamente è la morte della stampa, cioè dei giornali e dei libri. La fine di un’epoca storica. Continua

“L’Italia e i governi non possono più essere una appendice della Nato, una segreteria distaccata del suo generale Jens Stoltenberg che per quello che mi riguarda sta dando prove di grande ottusità politica”.

Se qualche leader del centrodestra avesse pronunciato parole simili nelle settimane scorse, sarebbe stato immediatamente assalito dal Pd e dalla stampa e messo all’indice come “antioccidentale” e sospetto “putiniano”.

Per molto meno – cioè per aver espresso dubbi sull’efficacia delle sanzioni (gli stessi dubbi dell’Economist) – Matteo Salvini è stato messo al rogo mediatico come un pericoloso eretico.

Ma le parole sopra riportate sono state pronunciate nelle ultime ore, da uno dei più importanti governatori del Pd, Vincenzo De Luca, che addirittura è in corsa per la segreteria del Pd e dunque nessuno eccepisce. Nessuno scomunica.

Alla “Stampa” De Luca ha aggiunto che è in preparazione “per fine mese una grande manifestazione a Napoli” per “reintrodurre la parola pacenel dibattito politico”. Ha spiegato: “Se è una soluzione la via militare del conflitto, siamo alla pazzia”, occorre arrivare al “cessate il fuoco” e comunque “non ci si può trovare in un’economia di guerra senza che i cittadini siano informati”. Continua

“L’impressione è che l’intera umanità si stia recando a una sorta di appuntamento planetario con la propria violenza”.

Leggendo le cronache belliche di questi giorni, tornano in mentre queste profetiche parole di René Girard, che furono pubblicate due decenni fa nel suo libro “La pietra dello scandalo” (Adelphi).

Il filosofo francese proseguiva così il suo ragionamento: “Quando la globalizzazione si faceva ancora aspettare tutti la invocavano. L’unificazione del pianeta era uno dei grandi temi del modernismo trionfante, e in suo onore si moltiplicavano le ‘esposizioni universali’. Ma, adesso che si è realizzata, suscita più angoscia che orgoglio. Forse la cancellazione delle differenze non è quella riconciliazione universale che si dava per certa”. Continua

Pietrangelo Buttafuoco dice che Giorgia Meloni appartiene alla “Generazione Tolkien”, i ragazzi degli anni ‘90 cresciuti a “pane e Tolkien”: il riferimento è al grande scrittore cattolico inglese che ha creato la trilogia del “Signore degli Anelli” e che – spiega Paolo Gulisano“era culturalmente conservatore: condannò pubblicamente il sistema sovietico, ma anche l’americanismo. Era antimperialista”.

Nel recente libro della Meloni c’è un ricordo divertito della sua giovanile passione tolkeniana: “Di recente ho rivisto un’agghiacciante foto di me vestita da Sam Gamgee, uno degli hobbit del Signore degli Anelli di Tolkien. Del resto, del libro Sam è sempre stato il mio personaggio preferito. Non ha la regalità di Aragorn, la magia di Gandalf, la forza di Gimli o la velocità di Legolas. È solo un hobbit, nella vita fa il giardiniere. Eppure, senza di lui Frodo non avrebbe mai compiuto la missione. Sa che non saranno le sue gesta a essere cantate in futuro, ma non è per la gloria che rischia tutto. ‘Sono le piccole mani a cambiare il mondo’ dice Tolkien”. Continua

Come tanti aspetto, con affetto, i libri distillati da quello straordinario poeta che è Giovanni Lindo Ferretti. È stato tante cose, ma lo chiamo poeta in un senso profondo. Perché abita poeticamente il mondo. Perché ogni sua parola scava un solco, una ferita che è una feritoia per la luce. Ci passa l’aria fresca dell’Appennino e racconta mille storie….

DA TOGLIATTI A BENEDETTO XVI

La sua storia inconsueta è nota. Da fondatore nell’82 del gruppo punk rock chiamato CCCP-Fedeli alla linea, il cui primo album fu 1964-1985 Affinità-divergenze fra il compagno Togliatti e noi”, fino alla conversione che descrisse semplicemente così: Dopo aver cercato il senso in mille modi senza trovarlo l’ho trovato tornando a casa. Al mio mondo di quando ero bimbo: i monti, il rosario (…). E ora che sono tornato a casa, Benedetto XVI è il mio maestro”. Continua

Fra i meriti misconosciuti di Salvini c’è anche quello di aver traghettato la Lega dal velleitario nordismo (talora con tentazioni secessioniste) a una Lega nazionale, la quale riconosce che lo sviluppo del Sud è anche interesse del Nord e quindi siamo sulla stessa barca. I giornali, sempre prodighi di veleni sul segretario leghista, non gli riconoscono questo merito politico e oggi sponsorizzano quei “nordisti” che vorrebbero riportare la Lega al passato. Ma non sarebbe un bene per l’Italia. Comunque la si pensi.

NB Il sottoscritto all’epoca era convinto, come la maggior parte degli osservatori, della positività del governo Draghi (lo documentano i miei articoli). Oggi il mio giudizio è molto diverso. Mi sbagliavo.

 

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Ieri Matteo Salvini ha spiegato che la Lega ha elettoralmente pagato la partecipazione al governo Draghi con Pd e M5S. Le cose effettivamente stanno così e lo documenta la “Supermedia dei sondaggi politici” realizzata il 28 gennaio 2021 da Youtrend. Che fa capire anche molte altre cose. Vediamole.

Il 26 gennaio 2021 – per mano di Renzi – cade il Conte 2 formato da Pd e M5S. La Supermedia di Youtrend del 28 gennaio (due giorni dopo) mostra che il Centrodestra è al 49 per cento, molti punti sopra al centrosinistra (in qualunque sua versione). Quindi se si fossero sciolte le Camere, come sarebbe stato normale, avrebbe vinto le elezioni.

Ma naturalmente le Camere non furono sciolte: c’è sempre qualche emergenza in Italia che lo “vieta”. In quel caso fu proclamata la necessità di organizzare la vaccinazione e di completare il Pnrr. Continua