La segreteria Schlein provoca molti mal di pancia nel Pd. Non solo per il “caso De Luca”. Soprattutto i cattolici e i moderati sono in crisi. Dopo l’uscita dal partito di personalità come Beppe Fioroni, Andrea Marcucci, Enrico Borghi, Caterina Chinnici e Carlo Cottarelli, pure la corrente “Base riformista” manifesta il suo malumore per lo spostamento a sinistra (“ci ritroviamo il Papa alleato della Meloni”).

In effetti venerdì è scoppiato un caso politico. Ed è finito un malinteso. Nel 2018 perfino Massimo D’Alema dichiarava: “In questo momento il principale leader della sinistra è il Papa”. Oggi la Sinistra è ko. Continua

Fin dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina, papa Francesco ha cercato in tutti i modi far tacere le armi e scongiurare l’esplodere un terzo conflitto mondiale. In questi giorni è in corso una missione della Santa Sede e ieri il presidente ucraino Zelensky ha incontrato il Papa a Roma. Hanno parlato di iniziative umanitarie che forse sono un passo verso la pace.

Ma, al di là degli aspetti diplomatici e geopolitici, nell’evento di ieri c’è un dettaglio che incuriosisce: la data. Lo ha sottolineato il Papa stesso, prima di incontrare Zelensky, con questo tweet: “La Madonna di Fatima, Madre di Gesù e nostra, ci aiuti a costruire vie di incontro e sentieri di dialogo verso la pace, e ci dia il coraggio di intraprenderli senza indugio. Preghiamo insieme”. Continua

Il filosofo Roberto Esposito, su “Repubblica” (9/5), recensisce l’ultimo libro di Massimo Recalcati, “A pugni chiusi. Psicoanalisi del mondo contemporaneo” (Feltrinelli) e scrive: “Se Freud attribuiva il disagio della civiltà alla repressione che questa esercitava sulle pulsioni, oggi i rapporti di forza appaiono rovesciati. Tutt’altro che inibita, è la pulsione a imporsi sugli obblighi collettivi, erodendoli dall’interno. Da qui l’evaporazione della Legge, rappresentata dalla figura del padre e ora rovesciata nella ricerca del godimento immediato. Continua

La cerimonia di incoronazione di Carlo III di nuovo stupisce e suscita molte considerazioni. Come per i funerali di Elisabetta II, abbiamo visto un intero popolo, un grande popolo come quello britannico, partecipare con commozione (per la regina) e con entusiasmo (per Carlo) a quei riti antichi, riconoscendosi nella sua storia, in quei simboli “medievali”, in quelle cerimonie religiose piene di richiami alla tradizione. Continua

La migliore analisi su Maurizio Landini e su Elly Schlein – ieri insieme in piazza a Bologna, alla nostalgica ricerca della sinistra perduta – è stata fatta da Maurizio Crozza.

Nel repertorio del comico genovese – di sinistra – resta memorabile la rappresentazione del sindacalista della Cgil urlante, e con i gettoni nel borsello, alla ricerca (con la Camusso) di una cabina telefonica per informare i giornali di una manifestazione, a bordo di una 128 con la vecchia autoradio dove sentono la cassetta dei New Trolls (per dire che i sindacati sono “una bolla spazio-temporale rimasta imbrigliata negli anni Settanta”). Continua

Il 4 maggio la Chiesa cattolica celebra la memoria liturgica (istituita 500 anni fa) della Sacra Sindone di Torino. Non si è mai trovata la spiegazione scientifica dell’immagine (non dipinta) di quell’uomo impressa sul lenzuolo. Come si sia formata è un mistero.

L’immagine e il sangue appartengono a un uomo sui 30 anni morto crocifisso, il supplizio degli antichi romani, esattamente con le stesse modalità descritte nel Vangelo per Gesù. Continua

È stranamente passato inosservato un intervento sul “Fatto quotidiano”(29/3) del professor Maurizio Viroli, professore emerito di filosofia politica alla Princeton University e già consulente del presidente Ciampi per le attività culturali.

Sosteneva che “da alcuni decenni è in atto un’operazione di rimozione dei fatti e degli ideali che sono a fondamento della nostra Repubblica democratica ed è stata soprattutto la sinistra a condurla in porto”. Continua

Paolo Mieli, che è un po’ la Cassazione del mondo progressista, ha emesso ieri una sentenza – in un editoriale del Corriere della sera – molto preoccupante per il Pd a guida Schlein.

Dopo aver riconosciuto alla nuova segreteria – con malcelata ironia – “un bilancio più che positivo” nel dar vita a polemiche quotidiane con il centrodestra, Mieli la affonda dicendo che fa continue baruffe perché “per la sinistra sarebbe terribilmente più complicato indicare una prospettiva diversa. Ad esempio, una via credibile per tornare al governo”. Continua

Il governo Meloni si trova a gestire un Pnrr voluto e progettato da altri (il governo Conte 2 giallorosso e il governo Draghi) e afferma di voler ricavare il meglio da un piano che appare pieno di falle e problemi.

Così da settimane il “partito mediatico”, il Pd e il M5S bombardano l’attuale esecutivo accusandolo di avere dubbi sul “messianico” Pnrr, di volerlo cambiare e di avere componenti – la Lega – che consigliano di spendere solo ciò che serve davvero. Continua

C’era una volta “la via italiana al socialismo”. Oggi c’è la via cinematografica al revisionismo. La formula “via italiana al socialismo” nacque con l’VIII Congresso nazionale del PCI, tenutosi nel dicembre 1956, subito dopo la rivolta d’Ungheria schiacciata nel sangue dai carri armati sovietici. Continua