“Che fa e che dice Berlusconi?”, si chiedeva ansiosamente Paolo Guzzanti, domenica, in un articolo dedicato alla paralisi del centrodestra.
La risposta è arrivata a tamburo battente da un sito di gossip: è al telefono. Con chi? Con Putin? Con Bush? No, molto più in alto. E’ al telefono – c’informa Dagospia – con tal Lucio Presta, manager di Elisabetta Gregoraci che ora “sarà nel cast di Buona Domenica”.
Se la notizia è vera complimenti. Salvare le fanciulle indigenti dalla povertà è un’opera da buon samaritano. Ma qualche domanda sul “buon politico” si pone.
A parte la storia della “mera proprietà” che dovrebbe tener lontano il Cavaliere dalle sue tv, non è sicuro che il 50 per cento degli italiani che hanno votato centrodestra oggi gli chieda esattamente di occuparsi delle sorti lavorative della Gregoraci o di organizzare feste sulla Costa Smeralda. Continua

Ieri il Corriere della sera ha fatto un suo referendum: se avevo ragione o no a lamentare, su Libero di giovedì, la sostituzione di Luigi Giussani con “Pelagio” Bersani al Meeting ciellino di fine agosto. Ma la questione è molto più grande di “Bersani er tassinaro” e del Meeting. Riguarda il mondo cattolico tout court. Mi spiego.

Giorgio Vittadini, per giustificare l’ “incoronazione” di Bersani, fa un ragionamento storico-esistenziale. Ma lui sa bene che questa è la prima volta che il Meeting affida a un ministro (in carica) l’ “evento clou”, la presentazione del libro di Giussani. Non c’entra niente la storia degli anni Settanta (altrimenti potevano invitare, che so, Toni Negri): Bersani a quel tempo non era nessuno. Si è chiaramente fatta una scelta politica: il ministro. Scelta che – sia chiaro – avrei criticato anche se, nel precedente quinquennio, si fosse chiamato un ministro del governo di centrodestra, un Marzano o uno Schifani, a presentare Giussani (ma a quel tempo non è accaduto, forse perché in Forza Italia ci sono già i politici ciellini a tenere la posizione: oggi c’è bisogno di cercare amici fra i Ds). Continua

Se tutto il Meeting diventa una passerella non c’è più una proposta cristiana chiara e originale, ma solo una sfilata di idee equivalenti… Oltretutto il ministro Ds l’ha sparata grossa sul pelagianesimo: l’esatto contrario di ciò che dissero a Rimini Ratzinger e Giussani. Continua

Buongiorno dottor Socci,

sono Max De Martino e coordino da sette anni il sito dedicato a Tiziano Terzani.
Sarei lieto se, da professionista quale la considero, pubblicasse questa mail senza tagli.
Sono felice che il vostro giornale dedichi spazio a Tiziano.
Mi dispiace però osservare che molte delle osservazioni sul “popolo di Terzani” (e su Terzani stesso) che lei espone nel suo articolo siano figlie di una analisi a mio giudizio sommaria e superficiale: non ha letto i libri di Tiziano.
Innanzitutto lei ripete più volte che noi consideriamo Terzani un “guru”. Nulla di più sbagliato. Se fosse venuto ad una delle oltre 100 proiezioni pubbliche dell’ultima intervista rilasciata da Tiziano, si sarebbe reso conto che, dietro a questo “popolo” di lettori ci sono operai, avvocati, manager, e, si immagina? Anche sacerdoti! Nessuno in cerca di un guru. Tutti però alla ricerca di una vita “altra”, in cui magari si possa dedicare più spazio ai sentimenti e meno alla materialità. Continua