All’inizio era solo lo spot dell’Esselunga. Poi ha finito per diventare un piccolo esperimento sociale. In pochi giorni infatti si è capito che quella breve storia ha toccato una corda profonda. Ha fatto emergere uno stato d’animo molto diffuso, in questo momento, nel Paese.

La reazione scomposta dei soliti maestri del pensiero, che vi hanno visto un’insubordinazione ai dogmi del politicamente corretto, ha contribuito – com’è successo in altri casi – a far apprezzare di più quello spot. Continua

Spesso giornali e politica vivono in una bolla di polemiche ideologiche. Poi ci sono notizie che fanno tornare di colpo alla realtà. Due esempi di questi giorni.

In Italia mancano 65 mila operatori sanitari e il ministro Schillaci ha spiegato che “dobbiamo reclutare rapidamente un determinato numero di infermieri da qualche Paese straniero, e abbiamo già identificato l’India”. Continua

In questi giorni sui quotidiani si fa il bilancio del primo anno del governo Meloni. Ma c’è pure chi fa un bilancio ideologico chiedendosi a che punto è la guerra alla cosiddetta “egemonia culturale della sinistra”.

È stata la Meloni stessa, il 27 maggio, a iniziare la riflessione: “Ci avevano detto che la sinistra aveva una egemonia culturale, ma non era egemonia culturale, era egemonia di potere. Ora c’è nervosismo perché si teme di perdere quell’egemonia”. Continua

Con la morte del filosofo Gianni Vattimo, il 19 settembre, si è diffusa nella rete, soprattutto fra i cattolici, una sua dichiarazione sorprendente di cui però non era chiara la provenienza (qualcuno rimandava a Radio vaticana, altri a giornali o tv).

I dubbi relativi alla fonte della citazione dovevano essere chiariti anche perché il contenuto di quella dichiarazione del filosofo era molto interessante. Finalmente si è scoperto che a riportare le parole di Vattimo, anni fa, era stato uno dei più autorevoli intellettuali italiani Vittorio Messori, nel libro Pensare la storia, pubblicato nel 1992 dalle edizioni Paoline (questa è dunque la fonte). Continua

“Lasciate ogne speranza, voi ch’intrate”. Il celebre verso, inciso sulla porta dell’Inferno dantesco, dovrebbe oggi essere stampato sulla segnaletica che indica l’ingresso nel territorio comunale di Firenze vista la quantità di implacabili autovelox. Viene anche in mente il buffo doganiere del film “Non ci resta che piangere” con Benigni e Troisi. Chiunque siate, qualunque cosa portiate: “un fiorino”.

Infatti la Firenze che per secoli ha fatto parlare di sé come la città di Dante e del Rinascimento, oggi – che è la città di Dario Nardella – fa parlare di sé soprattutto per l’enorme quantità di multe dovute agli autovelox e ai velocar. Continua

L’estate culturale 2023 è cominciata sul treno per Foggia con Alain Elkann fra giovani “lanzichenecchi”. I quali, per tutto il viaggio, hanno discusso di calcio e di ragazze invece di rendere omaggio al grande intellettuale che avevano accanto, di cui non si sono neanche accorti (questa la loro “colpa”) sebbene vestito e portamento rivelassero appunto il grande intellettuale: “io indossavo, malgrado il caldo, un vestito molto stazzonato di lino blu e una camicia leggera. Continua

“Nei suoi ultimi giorni alla Casa Bianca, Barack Obama ha approfittato dei poteri di cui ancora godeva per revocare la legge che garantiva il diritto di asilo ai rifugiati provenienti da Cuba non appena fossero riusciti a mettere piede sul territorio americano”.

Con questa notizia, che evidenziava una delle tante “ambiguità” Democratiche, iniziava la prefazione di Sergio Romano a un libro – uscito qualche anno fa – di Kelly M. Greenhill intitolato “Armi di migrazione di massa. Deportazione, coercizione e politica estera” (Leg Edizioni). Continua

Il libro di Roberto Vannacci, “Il mondo al contrario”, è stato il caso politico dell’estate ed è un fenomeno editoriale che ha stupito gli addetti ai lavori. Non si è mai visto un tale successo di vendite, oltretutto per un volume autoprodotto da un autore sconosciuto al grande pubblico.

A che si deve questo trionfo? Vannacci ha ironicamente ringraziato “Repubblica” che, il 17 agosto, estrapolando alcune frasi, ha “lanciato” il suo libro per suscitare un’ondata di sdegno e ha ottenuto l’effetto opposto. Continua

È noto che fra l’8 settembre 1943 e la Liberazione, tante chiese e conventi dettero rifugio a perseguitati e ricercati dai nazifascisti, in particolare ebrei che la sanguinaria ideologia hitleriana aveva destinato allo sterminio. A Roma – secondo lo storico Renzo De Felice – furono circa 150 questi istituti religiosi.

LA SCOPERTA

Nei giorni scorsi è stato reso noto che nell’archivio del Pontificio istituto biblico si è ritrovato un documento di grande valore, l’elenco delle 4.300 persone che a Roma furono salvate da quest’opera di accoglienza clandestina, con l’identificazione di 3.600 nominativi. Dall’incrocio con i documenti della Comunità ebraica romana risulta che 3.200 di loro erano sicuramente ebrei.

Per una pura coincidenza temporale questa scoperta è stata fatta alla vigilia della beatificazione della famiglia Ulma, la cui vicenda mostra cosa accadeva a chi, in quei mesi tremendi, nascondeva ebrei, quando venivano scoperti. Continua